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Poesia cosmica

Post n°532 pubblicato il 25 Maggio 2024 da cielostellepianeti
Foto di cielostellepianeti

Giovanni Pascoli, vissuto tra la fine dell'ottocento e i primi anni dell'ottocento, periodo molto fecondo nel campo degli studi e delle scoperte di astronomia, è forse il nostro poeta più colto in campo astronomico insieme a Giacomo Leopardi.
Il poeta delle piccole cose scrisse poesie che potrebbero considerarsi vere e proprie lezioni di astronomia, anticipando anche scoperte dei nostri giorni, come l'esistenza di pianeti extrasolari:
"...quella nebbia di mondi, quella rena di Soli sparsi intorno alla Polare dentro la solitudine serena.
Ognuno dei Soli nel tranquillo andare traeva seco i placidi pianeti come famiglie intorno al focolare...
Di Pascoli è molto conosciuta "10 agosto" poesia rammentata quando le Perseidi solcano il cielo, ma il punto più alto della sua capacità di descrivere la gelida attrattiva del cielo sugli esseri umani è raggiunto ne "Il bolide", forse il più bel componimento mai dedicato a un fenomeno celeste in tutta la letteratura mondiale:
"... ecco scoppiare
e brillare, cadere, esser caduto,
dall'infinito tremolio stellare,
un globo d'oro, che si tuffò muto
nelle campagne, come nebbie vane,
vano, ed illuminò nel suo minuto
siepi, solchi, capanne e le fiumane
erranti nel buio, e gruppi di foreste,
e bianchi ammassi di città lontane.
Grida, rapito sopra di me: vedeste?
Ma non v'era che cielo alto e sereno
cielo e non altro, pieno di grandi stelle.
E la Terra sentii nell'Universo,
sentii, fremendo, ch'è del cielo anch'ella.

Su quell'immenso baratro di stelle
tu passi correndo, o Terra...

 

 
 
 
 
 

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