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Stanchezza di una prof.

Avverto una stanchezza  che non riesco a scrollarmi di dosso. Non mi riferisco ad una stanchezza fisica, ma al senso di impotenza che mi assale se penso al malgoverno che affligge il nostro Paese, in cui poco si investe nell'istruzione e ancora meno nella messa in sicurezza degli edifici scolastici. Le classi sono sempre più affollate, e i ragazzi, per quanto tranquilli, sono a volte imprevedibili, in quanto scarsamente consapevoli che uno scherzo o un comportamento poco responsabile possono sfociare in tragedia.

E la tragedia è avvenuta alla fine di una quinta ora di lezione, quella di educazione fisica, in una giornata scolastica come tante. Un ragazzo , per recuperare il suo giubbotto caduto dall'altra parte di una recinzione che delimitava un pozzo luce, attiguo al campo, sito nello spazio scolastico, l'ha scavalcata con l'aiuto di una sedia. Ma il tetto del lucernario non ha retto il suo peso, e lui ha fatto un volo di 15 metri. Il suo ultimo volo.

Certo, c'era la rete che non doveva essere scavalcata; c'era una superficie delimitata che non doveva essere calpestata; certo, c'era una sedia che non doveva essere lì e che è stata utilizzata per scavalcare il muro e la rete. Ma quando si muore a scuola a 17 anni, per un incidente che,seppur in qualche modo è legato a problemi strutturali, non si può parlare solo di fatalità.

Partendo da questo tragico avvenimento mi pongo un interrogativo: quante carenze strutturali possono essere elencate negli edfici scolastici frequentati quotidianamente dagli studenti? Credo tante, tantissime e quel che è peggio è che sono comuni a gran parte delle scuole italiane, soprattutto nell'Italia meridionale. Spesso strutture non costruite per ospitare scuole e prive di laboratori, palestre, con aule troppo piccole  per contenere un elevato numero di alunni, sono prese in affitto dall'amministrazione pubblica e trasformate in istituti scolastici, con standard di sicurezza spesso inesistenti.

Poi accade la tragedia; la si racconta, si rimane sconvolti. ma quello che più sconvolge e che chi dovrebbe fare qualcosa non fa nulla, anzi continua a tagliare i fondi sulla scuola.