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Modi di dire

Post n°178 pubblicato il 13 Ottobre 2006 da vanessava
 
Tag: vanessa

Ho fatto una ricerca su alcuni modi di dire che mi incuriosivano e voglio condividerla con voi:

FAR VEDERE I SORCI VERDI
Questo modo di dire puo' essere utilizzato in diverse occasioni: per destare meraviglia o stupore, soprattutto in virtu' della propria superiorita'; per preparare a qualcuno una sorpresa sgradevole od imporsi nettamente senza riguardi degli altri. Deriva da una frase scherzosa di origine romana, ripresa come nome di un reparto speciale dell'aviazione italiana famoso negli anni 1937/38 per le sue imprese sportive e successivamente belliche. Sulla carlinga degli aerei erano dipinti tre topi di colore verde. Ecco il detto "Te' faccio vede' i sorci verdi!".

MEZZA CALZETTA
E' rivolto alle persone di poco conto in un determinato campo che pero' di reputano importanti e competenti. Le sue origini risalgono ai primi del secolo quando vennero inventate le calze da donna di seta, il loro costo era talmente elevato che solo le signore considerate benestanti potevano permettersele. Vennero percio' inventate, sembra proprio nel napoletano, le cosiddette "mezze calzette", si tratta di calze piu' economiche che in seta avevano solamente la parte inferiore, per il resto erano di cotone il quale pero' rimaneva ben nascosto data la lunghezza delle gonne dell'epoca.

ACQUA IN BOCCA
Questa esclamazione viene utilizzata per invitare qualcuno a non divulgare determinate notizie percio' a mantenerne il segreto. Racconta un aneddoto che un giorno una donna, conscia di essere molto pettegola, chiese aiuto al suo confessore per smettere di cadere in quel peccato. Dopo molte preghiere e penitenze che si rivelarono inutili, il sacerdote le diede una boccetta di acqua benedetta dicendole di non separarsene mai e di metterne in bocca alcune gocce quando si sentiva assalire dalla tentazione di parlare per deglutirle solo quando questa fosse passata

LEGARSELA AL DITO
Non dimenticare mai un'offesa un torto o simili, in attesa che giunga il momento di vendicarsi. Questo modo di dire deriva dall'antica usanza di portare addosso, soprattutto alla mano un segno qualunque per ricordarsi di fare qualcosa. Se ne trovano tracce nella Bibbia (Esodo, XIII, 9 e 16; Deuteromio, VI, 8, XI, 18) nel Vangelo di Matteo (XXIII, 5) e negli usi dei popoli orientali. In Particolare gli Ebrei, oltre alla mezuzah appesa al collo, legavano anche alle braccia o sulla fronte piccole strisce di pergamena dette "filatteri", che riportavano i precetti della Bibbia. Sempre in Oriente, per la precisione in Turchia, nacque l'uso dell'anello di fidanzamento come pegno d'amore, che prima di diventare simbolo di promessa ed impegno a un futuro legame era semplicemente il dono che il cavaliere offriva alla sua dama prima di partire per la guerra, in modo che guardandolo pensasse a lui e non lo dimenticasse. Di qui nasce una vasta tradizione di anelli magici come ad esempio quelli che cambiano colore o che si offuscano, e di cui sono piene le favole e miti di ogni genere; ai piu' povere bastava comunque un filo di seta di cui era molto importante il colore. L'eta' moderna ha trasformato molti di questi rituali in forme e simboli diversi, tra cui il nodo al fazzoletto (o alla cravatta)per ricordarsi qualcosa.

SALVARE CAPRA E CAVOLI
Significa: uscire senza danno da una situazione pericolosa o spiacevole riuscendo allo stesso tempo a salvare interessi opposti o conciliando esigenze diverse. Il detto si basa su un rompicapo popolare: un uomo si trova sulla riva di un fiume e deve traghettare sull'altra sponda una capra, un sacco di cavoli e un lupo. Sapendo che la capra mangia i cavoli e il lupo mangia la capra ma non i cavoli e che la barca di cui l'uomo dispone puo' trasportare solo uno dei tre a parte l'uomo stesso, che deve badare percio' a non lasciare la capra sola con i cavoli e nemmeno il lupo solo con la capra. Una soluzione esiste e ... provate anche voi a trovarla; l'uomo la trovo' e riusci' a salvare sia la capra che i cavoli.

ESSERE UN IMPIASTRO
Essere una persona noiosa , lamentosa, che ha sempre bisogno di qualcosa o qualcuno, importuna che e' spesso tra i piedi. Gli impiastri medicamentosi molto sili ai cataplasmi, erano generalmente a base di sostanze oleose, vischiose spesso di cattivo odore e quasi sempre molto appiccicaticce. Erano quindi, molto scomodi per chi li preparava, che spesso se ne impiastricciava abbondantemente prima di riuscire a chiuderli nel sacchetto o panno destinato all'applicazione. Erano scomodi anche per chi li doveva applicare, visto che doveva essere quasi bollenti o al contrario gelati: erano comunque pesanti e costringevano il paziente a una fastidiosa immobilita' per un determinato periodo di tempo

PRENDERE UNA COTTA
Innamorarsi in modo appassionato ma in genere per poco tempo. In passato significava invece prendere una forte sbornia. Nel mondo dello sport indica una crisi improvvisa, uno stato di torpore, una fase d'inefficienza che, per stanchezza o altro, coglie un atleta sotto sforzo. Il senso generale e' quello di diventare molli a causa di una lunga cottura, come avviene a molti cibi.

SPADA DI DAMOCLE
Grave pericolo incombente. Secondo un aneddoto, Damocle, amico e uomo di corte del tiranno di Siracusa Diosisio II detto "Il Vecchio", non nascondeva di invidiare la sorte e i privilegi del potere regale, benchč il sovrano cercasse di fargli capire il peso e la precarietā della sua condizione. Per convincerlo, il tiranno lo invitō allora a prendere il suo posto per un giorno, e durante il banchetto della sera gli fece trovare sopra la testa una spada sguainata, appesa soltanto da un crine di cavallo. Solo allora Damocle comprese lo stato di perenne inquietudine in cui viveva Dionisio e i pericoli sempre in agguato per chi detiene un grande potere. L'episodio č ricordato da Cicerone (Tusculanae, 5,21,62) ed č ripreso da Orazio, Persio, Boezio e altri.

L'ABITO NON FA IL MONACO!
Di origine proverbiale, il detto infatti ricorda che non basta l'apparenza per cambiare la realta': l'aspetto esteriore che si assume non rende migliori di quello che si e'. Nel Medio Evo, la buona parte dei viaggiatori era costituita da monaci, che venivano accolti e rispettati ovunque in virtu' del loro abito. Proprio per questo motivo molti malfattori si vestivano da monaci. Altre espressioni simili non fanno il monaco la tonaca, la veste e il cappuccio!. Il detto, diffuso in quasi tutte le lingue europee, sembra possa derivare da un precedente greco non e' l'abito che fa il cinico ma il cinico l'abito!, e che a sua volta risalga ad uno ancora piu' antico la barba non fa il filosofo!, attribuito a Petrarca.

RISORGERE DALLE CENERI
E' un modo figurato per indicare il rinascere, rifiorire, ritrovare vitalita', riferito anche ad ideologie, correnti artistiche o filosofiche, istituzioni o simili che sembravano finite. Il detto si collega ad un mitico uccello divenuto simbolo della rinascita, l'Araba Fenice. Secondo la leggenda, viveva nell'Arabia Felix, l'attuale Yemen, ed ogni cinquecento anni si bruciava da se' per poi rinascere dalle proprie ceneri. Una variante di questo modo di dire potrebbe essere rinascere dalle proprie ceneri.

DARE UN AGHETTO PER AVERE UN GALLETTO
Offrire un piccolo dono contando di riceverne uno di maggior valore. Il detto ha assunto anche un'intenzione maligna che originariamente non aveva. Un tempo, nei conventi, femminili votati alla poverta', le monache non andavano a questua come i frati, ma offrivano i loro lavori d'ago in cambio di generi alimentari o altri beni. L'aghetto propriamente diminutivo di ago, e' anche un altro nome dell'uncinetto. Una variante a questo modo di dire potrebbe essere "fare come le monache che danno un aghetto per avere un galletto. Questo modo di dire se riferito ad una donna significa servirsi delle proprie grazie per fini lucrativi. In questa versione, ormai caduta in disuso, l'aghetto e' il laccio che stringeva capi d'abbigliamento intimo tra cui il busto femminile.

FARE I CONTI SENZA L'OSTE
Sbagliare un calcolo, una decisione o simili per non aver consultato la persona interessata o non aver tenuto conto di elementi esterni o di possibili ostacoli. Racconta un aneddoto popolare che un uomo molto avaro, che non usciva quasi mai di casa per evitare di spendere, si decise un giorno ad andare a pranzo nella modesta locanda del paese. Mentre mangiava calcolava a modo suo il costo di ogni singola portata, ma quanto l'oste porto' il conto, l'uomo si accorse che era molto piu' di quanto aveva valutato lui, con la sua scarsa conoscenza dei prezzi.

 
 
 
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