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Insane Passioni

Post n°399 pubblicato il 13 Giugno 2008 da ipermarco1
 



Eccomi... tornato appena in tempo per guardare la partita. Quella con l'Olanda l'ho vista in differita e sapevo già il risultato, insopportabile guardare una partita sapendo il risultato. Ti sembra tutto finto, se tirano in porta non provi nulla perchè sai che non servirà, come essere sotto anestesia mentre ti stano cavando un dente... magari senti gli strattoni ma nessun dolore, nessuna emozione se pur dolorosa, solo ovattate sensazioni. Come le ovattate sensazioni di quando un amore finisce e passa il tempo e tutto rinsecchisce e ti sembra sia stato inutile visto che conosci il risultato... ricordi i suoi momenti di passione e ti chiedi come fosse stato possibile provare tutte quelle emozioni, farsi coinvolgere così da qualcosa che forse non esisteva, perchè se davvero fosse esistita non sarebbe finita così stupidamente... rimani in bilico, in un precario equilibrio su pensieri già pensati ma poi torna l'attesa della nuova partita, la sua ansia, le sue aspettative e ritorni a sperare che questa volta andrà meglio.

Insomma diciamocela tutta e senza peli sulla lingua l'Italia ci ha tradito. Ci sentivamo campioni del mondo, forti ed orgogliosi. Credevamo in lei eravamo certi che in un momento importante ci avrebbe dimostrato di meritare la nostra grande passione... invece... l'amata Italia se fatta inchiappettare da una Olanda qualsiasi senza una vera, senza una valida ragione, senza dignità, come si dovrebbe resistere e soffrire quando si tiene davvero a qualcosa. Qualcuno ha chiesto scusa, altri hanno solo scrollato le spalle... tanto per loro cosa cambia? Che hanno da perdere... loro. Noi ci siamo rimasti male però... ci credevamo.

Forse sono un nostalgico e non mi accorgo che i tempi cambiano, o sono talmente moderno da essere un troglodita nel credere ancora in alcuni ideali. Io ho tifato per Paolo Rossi e Bettega, la mia vita é scandita dai Mondiali - che da Espana ‘82 piace un po' a tutti chiamare Mundial - di cui ricordo ogni gol e mi commuovo ancora nel rivedere quei momenti su Eurosport Classic, rigorosamente nell'appasionato commento originale. Mi commuove Bruno Pizzul che dice “ha il problema di girarsi“, “cincischia a centrocampo” ed “è tutto molto beello“. Mi commuove la voce di Nando Martellini e i suoi infiniti errori. Mi ricordo la poltrona su cui ero seduto per Italia-Brasile 3-2, che c’era caldissimo fuori ed il condizionatore faceva così rumore che la voce di Martellini si sentiva appena, che erano le cinque del pomeriggio, che papà era con me quel giorno, seduto lì e mio fratello ha perso il terzo gol perché è andato a prendere da bere.

Amavo le partite di quelle squadre con le magliette sempre quelle, senza la scritta Pirelli, Toyota, Fastweb. Sempre quelle, magari lievemente imbruttite da intarsi d’oro, numeri sfocati, colletti mezzi bianchi e mezzi tricolori, ma sempre quelle. Mi davano sicurezza, sapevi che era quella la tua squadra e la tolleravi, l'amavi anche quando non andava bene, ti sentivi partecipe di una disavventura e non oggetto di un tradimento.

Gli azzurri, gli oranje, le furie rosse. Non diverse di anno in anno. Niente maglie con la croce rossa mai viste prima, da vendere in Giappone, niente seconde maglie gialle o verdi per la coppa Uefa e terze a strisce orizzontali per la coppa Italia perché poi il tifoso le vuole tutte a cento euro l’una. Amavo quelle squadre che non potevano permettersi di comprare Ronaldinho e Drogba, che non potevano schierare undici stranieri, ma solo umiltà ed un gran cuore, che si portavano dietro tifosi colorati, alcuni con gli zoccoli, raramente violenti se non sono inglesi e non c’è troppo alcol nelle vicinanze. Squadre che non avevano presidenti criminali, società quotate in borsa, che non facevano la Champions League brought to you by Mastercard... ma la Coppa dei Campioni e basta.

Le cose inesorabilmente cambiano ma stasera io, in compagnia di milioni di italiani, sarò lì davanti alla TV a palpitare per un gruppo di viziati miliardari, la cui unica preoccupazione e stare attenti a non farsi male, altrimenti lo sponsor si incazza. Saremo lì anche se odiamo il sistema, odiamo i calciatori di adesso, odiamo le loro auto, i loro vestiti, le loro finte love story, i loro stipendi da favola, la mancanza di umiltà, l'assenza di un anima e di un orgoglio.... Noi guardiamo le partite malati di passione, ne guardiamo più che possiamo, pure Svezia-Grecia e amiamo il gioco della Grecia, quel passarsi la palla portiere terzino stopper portiere terzino stopper per minuti senza mai nemmeno pensare che sia possibile anche andare oltre il centrocampo e, perché no, provare a fare gol. Un bel catenaccio all’antica che loro sanno fare e noi - da quando ci sentiamo delle star - non più.

Viva gli Europei. Per queste partite, quasi tutte brutte ma comunque belle perché sono gli Europei, tolleriamo il tradimento, tolleriamo anche i commenti di Marco Civoli pensando: “ma come è possibile?”. Tolleriamo Carlo Nesti, erede mancato di Pizzul, che urla gol gol cento volte mentre tutti sono fermi perché è fuorigioco e il povero Collovati cerca di farglielo notare. Tolleriamo anche i commentatori tecnici: Salvatore Bagni, “gli olandesi sono cotti“, “camminano” ,”noi abbiamo molta più qualità“, “loro non hanno nessuno sulle ali“, “vinciamo col contropiede“, Bagni l’abbronzatissimo unico a non accorgersi che l’Olanda ci stava facendo di brutto; Bagni in grado di offuscare persino le passate glorie Bulgarelli e Sandreani (”per Del Piero vorrei spendere un aggettivo: spirito di sacrificio“ ???!!!???). Tolleriamo le immagini trasmesse dalla Rai, ancora in 4/3 e in qualità Telecucciadelcane anni ‘80.

Tolleriamo Marino Bartoletti - l’aria da guru del pallone nel maldestro tentativo di fare Gianni Brera - e barbapapà Galeazzi perché finisce che, mai sazi, guardiamo anche Notti europee e piangiamo l’unico sanzionato vero di Moggiopoli: non c’è Aldo Biscardi con la sua capigliatura color maglia dell’Olanda e i suoi complotti, la moviola in campo e Maurizio Mosca che urla. Aldo Biscardi is part of the game.

E mentre il vero anticonformista di sinistra tiferà Romania, nei commenti dei giornalisti bravi ed anche meno bravi è già Italia-Spagna. Già, perché noi avendo perso la prima saremo secondi nel girone e loro avendo rifilato quattro gol ai poveri russi (se c’è un negozio di vodka aperto nei pressi dello stadio, i russi giocano così) sono già primi. Tranquilli: delegati di Casa azzurri hanno già avvicinato Mutu e Chivu. Per ora non vogliamo saperlo, fra dieci anni ce lo racconta il viionario Oliverio Beha.

I romeni sono rom, ha semplificato Calderoli (peraltro deluso dalla scritta rou che appare in video quando gioca la Romania). Poi la Francia. Sono negri, ha semplificato Calderoli. La Romania si può fare. La Francia non ha più Zidane. Da oggi in poi sono tutte finali. Nel calcio, tutto può succedere perché la palla è rotonda. Donadoni non è adeguato. Deve mettere Cassano. Materazzi è vecchio, poi ha troppi tatuaggi. Chiellini non ha esperienza. Il prossimo deve farlo su Barzagli. Barzagli gioca in nazionale? E meno male che Donadoni non ha litigato con Panucci, se no portava anche Zaccardo.

Evviva il calcio del terzo millennio, il calcio rimasto, il calcio delle star, quello tutto sponsor e cinici interessi... tanti interessi.

Guarderò Italia-Romania ma ad occhi socchiusi sognando che scendano in campo:

1 ZOFF Dino
2 BARESI Franco
3 BERGOMI Beppe
4 CABRINI Antonio
5 COLLOVATI Fulvio
6 GENTILE Claudio
7 SCIREA Gaetano
8 VIERCHOWOD Pietro
9 ANTOGNONI Giancarlo
10 DOSSENA Beppe
11 MARINI Giampiero
12 BORDON Ivano
13 ORIALI Gabriele
14 TARDELLI Marco
15 CAUSIO Franco
16 CONTI Bruno
17 MASSARO Daniele
18 ALTOBELLI Alessandro
19 GRAZIANI Ciccio
20 ROSSI Paolo
21 SELVAGGI Franco
22 GALLI Giovanni

E griderò pure FORZA ITALIA... e vanculo Belusconi che ci ha tolto pure il nostro incitamento preferito!!!!!!

Perchè non si può rinunciare ad amare... a sperare!

 
 
 

“Sine Cerere et Libero Friget Venus”          (Senza Cerere e Bacco si raffredda Venere)

Post n°398 pubblicato il 19 Maggio 2008 da ipermarco1
 


"Mi pento delle diete, dei piatti prelibati rifiutati per vanità, come mi rammarico di tutte le occasioni per fare l'amore che ho lasciato correre... Non posso separare l'erotismo dal cibo e non ho nessun motivo per farlo. Prometto di continuare a godere di entrambi fino a quando le forze e il buon umore me lo consentiranno."

Insalata fredda di arance e petali di rosa rossa

INGREDIENTI

2 grosse arance dolci e succose (tarocco giallo)
1 rosa rossa di giardino (appena recisa e non trattata)
Mandorla grattugiata
Polvere di cocco
Olio extra vergine di oliva fruttato
1 goccia di aceto balsamico
Sale rosa
Pepe bianco

PREPARAZIONE

Una lama tagliente nelle mie mani vedi ondeggiare, il riflesso a volte ti acceca e da quel barlume appare il mio volto attento che con cura ed attenzione recide la scorza dura e separta il molle biancume dal succoso frutto pronto per essere succhiato.

Dentro ad una grande ed accogliente terrina di ceramica bianca, spargo con cura la polvere bianca unione simbolica di potenza amorosa.

Il liquido oro giallo cola nel cucchiaio e regala riflessi e bagliori soavi che si sfumano di bruno con l'aceto balsamico e mutano il gusto di sale e di pepe, mentre con la delicatezza, che solo un maschio sa dare, un legno cucchiaio ne confonde i sapori seguendo il ritmo dell'amore.

In quella tenera scena riappare la gelida lama che taglia le arance in cubetti... che siano due centimetri per lato... attenzione... e che non abbiano semi, così più dolcemente penetreranno le labbra che con loro si intratterranno. Nulla si disperda di quel succo divino che gelosamente andrà conservato.

Le arance in cubetti tagliate irrorate dal loro succo divino nella terrina di ceramica bianca mi vedi riporre e mescolare, delicatamente, mescolare, fino a fondere con la base speziata che nella terrina attendeva la sua congiunzione... mescolo quasi ad accarezzare con gesto d'amore che gli occhi non possono celare. Preludio rituale che bagna le labbra, inebria i sensi.

Freddo freddissimo ma non ghiacciato l'intruglio d'amore va conservato.

Raccogliamo una rosa ma che sia rossa come la passione. Mondo quella rosa, petalo per petalo, con attenzione. I petali più grandi li taglio a metà ma non uso la lama, una rosa non ama i freddi coltelli. Divido quei petali rossi con le mani nude e movimenti leggeri. In ghiaccio ed acqua fredda, mi vedi passare quei fiocchi gentili di rosso vestiti.

I petali asciutti si finalmente si congiungono anch'essi all'insalata e riprendo a mescolare, ancora mescolare, le carezze giovano sempre all'amore. Mescolo, accarezzo, odoro, guardo prima di consumare... lo faremo insieme in penombra, inviteremo solo un calice di vino giovane e audace, fresco quanto basta e netteremo il succo che si fermerà irrimediabilmente sulle nostre labbra con una bacio sfiorato che accarezza e riscalda il fresco di quel magico gusto leggero.

GLOSSARIO

Cocco
"In India si crede che aumenti le qualità e la quantità del seme maschile e che curi le malattie delle vie urinarie"

Rosa
La regina dei fiori, simbolo di devozione per eccellenza, rossa dichiara l'amore.

Mandorla
"è associata alla passione e alla fertilità ed è l’ingrediente più sensuale della pasticceria araba. In Italia veniva usata come farmaco ed eccitante amoroso e forse deriva da lì l’abitudine di offrirla prima del pasto, come aperitivo… "

Arance
"Frutto sensuale per forma e superficie, colore, aroma, consistenza, che ricordano in modo più che esplicito le parti intime femminili.

Aceto Balsamico
Scuro, fascinoso ed intenso rigorosamente invecchiato, bastano poche gocce, solo un tocco, per raggiungere l'estasi come solo l'esperienza e la saggezza sanno fare.

Oli Extra Vergine d'Oliva
Unge e smussa. Nobile sintesi di equlibrio, semplicità e schiettezza naturale.

Sale rosa e Pepe bianco
I sapori sfumati della vita.

 
 
 

Silvio's Angels

Post n°397 pubblicato il 10 Maggio 2008 da ipermarco1
 


Viva l'Italia, l'Italia liberata,
l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.

Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.

Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.

Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.

Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste.

Il Nuovo Governo ha giurato: rapidi, decisi, nessuna rilevante polemica o sorpresa, compatti, sorridenti... il "vostro" Presidente ha svolto diligentemente il suo compitino a casa, ed eccolo pronto ancor prima del suo giuramento... ma che sta succedendo? Non è mica questa l'Italia a cui ci avevano abituati! Figuratevi che anche Walterino, per non essere da meno in efficienza ha già pronto il suo governo di ombre cinesi o ex sovietiche... dai... poi vi leggete i nomi ed un'idea ve la fate da soli.... e non vi soffermate troppo su Pina Picierno... con la Marianna Madia sono le nuove veline del PD, una biondina e l'altra brunetta.

Accendiamo la luce lasciamo queste strane ombre e guardiamo in faccia il Governo vero... dodici ministri col portafoglio e nove senza, tutto come previsto nella traccia, presenti donne 4, minimo garantito, ma la rossa in minigonna rientrerà dopo lo spacchettamento e saranno 5.

Non commenterò i personaggi che compongono questo governo, credo sia superfluo, più o meno noti sono tutti fidati scudieri del vostro Presidente, gente prevedibile e sicura, legata... "sotto schiaffo", come si dice dalle mie parti.

L'aspetto su cui vorrei soffermarmi è la sparuta compagine femminile di questo Governo.

Mi chiedo, perchè tutte in pantaloni e giacchetta il giorno del giuramento? Come a mascherare la propria femminilità, come ad omologarsi con i maschietti, quasi a confondersi tra abiti e cravatte d'ordinanza, eppure non si parla di Rosy Bindi, della Turco, di Lanzillotta o della Pollastrini (la Melandri fa un discorso a parte) ma di femmine in fiore giovani ed avvenenti. Il Presidente lo sa bene che la figa tira sempre e, sacrificata la Poli Bortone all'occhio che vuole la sua parte, messa in stand-by la coscia armata (di autoreggenti) del CentroDestra ti mette a capo dei destini nazionali 4 gnocche per tutti i gusti.

 
 Cominciamo con la più giovane Giorgia Meloni, a 31 anni è Ministro della Repubblica alle Politiche Giovanili. Viene dai gruppi giovanili di AN, di mestiere si spaccia per giornalista professionista ma é ancora una studentessa iscritta alla facoltà di Scienze Politiche. Figlia di militante comunista benestante, mastica politica dall'adolescenza, bazzica negli ambienti di potere da sempre e può vantare una carica di Vicepresidente della Camera dei Deputati conseguita nella passata legislatura. Giorgia ha una faccina da sorcetta furbetta, occhio chiaro, culo basso, piccolina di statura è la classica ragazza con la brace sotto la gonna. Niente a che vedere con la pantera Brambilla. Certo, Michela Vittoria mi sa di più tenace, più aggressiva, me la immagino già che ti pianta le unghie nella schiena mentre te la scopi, però forse per me è un pò troppo. Un pò troppo volgare. Giorgia la vedo costruita sul modello giovanilista degli idealisti di sinistra anni '70 che dovevano cambiare il mondo, tutta militanza, impegno e partito e poca vita vera, mi sento di aggiungere.

Non ci uscirei a cena con te Giorgia, credo che parleresti molto, la tua mascolinizzazzione post-femminista mi metterebbe in un disagio sessuale, pur se certo delle tue doti di femmina credo che l'approccio non esalterebbe le mie virtù di maschio. Spero che tu, Giorgia, possa esprimere e realizzare le tue idee e che con ti limiti a ratificare quelle del "padrone".

Poi c'è la meno conosciuta Maria Stella Gelmini come Ministro della Pubblica Istruzione, detta Maristella. Lei non sventola le autoreggenti come promo di Forza Italia. Non dà di matto quando incrocia una trans comunista nel bagno di Montecitorio. Veste inappuntabile e un po' low profile, da avvocatessa trentaquattrenne single qual è. In un partito pieno di personaggi sopra le righe, Maristella, è l'aristotelica custode della medietà. Cioè piedi per terra e senso della mediazione, é il volto del futuro, l'ha appena cresimata Marcello Dell'Utri. Bresciana, in Provincia è stata assessore al Territorio e poi all'Agricoltura, è solida come un tondino: l'ideale per costruire un partito che, spiega lei, "non è più di plastica, ma è ormai capace di mettere in piedi, come domenica 18, 10 mila gazebo dove il popolo di centrodestra fa la coda per firmare".

Nel 2005 Berlusconi, che ogni tanto ha l'occhio lungo non solo per le forme, la prende con sé a Roma a Palazzo Grazioli, ma appena tre mesi dopo la nomina coordinatrice regionale lombarda di Forza Italia. Donna, giovane, più carina dal vivo che in foto, dicono, dinamica e prestante... siamo alle solite... avranno mugugnato i fidi del Presidente. Maristella Lo Incontra ad Arcore quasi tutti i lunedì. Il martedì vola a Roma fino a giovedì. Venerdì sta in sede regionale a Milano, il pomeriggio fa l'avvocato: ha uno studio a Brescia e una collaborazione con uno milanese, segue soprattutto ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato: "Voglio rimanere economicamente indipendente dalla politica" ha dichiarato. Se si aggiungono un'assidua frequentazione della palestra per aerobica, pilates e pancafit, musica italiana da Mina a Vasco Rossi, saggi dal 'Sarkozy' di Marina Valensise a 'Nel mondo da credenti' di monsignor Fisichella, non le resta molto tempo per l'amore. Si dichiara single per scelta, ma spera che le cose cambieranno. No, nessun devastante dramma d'amore alle spalle, solo una lunga storia col deputato forzista Giuseppe Romele, col quale manco a dirlo sono rimasti amicissimi. Donna in carriera, perfetta ed efficiente, tutto calcolo ed organizzazione, mi dispiace Maristella ma non fai per me.

Ed ecco Miss Parlamento, almeno così la chiamavano quando nel lontano 1994 entrò in quel Parlamento per non uscirne più. Una bionda ci vuole sempre, non trovate? Parlo della Stefania Prestigiocomo di anni 41, mamma di un bel bimbo, è la veterana del gruppo già Ministro delle pari opportunità. Il suo "Presidente" l'ha fatta Ministro dell'Ambiente, una poltrona scomoda in questo momento. Io avrei riconfermato senza indugi un tipaccio come il Rag. Altero Matteoli, ma il vostro Presidente ha preferito non avere molto contradittorio sulle politiche ambientali ed ecco la fedele bionda a sedere su quella poltrona. Potrei definire la Prestigiacomo la Ségolène Royal del CentroDestra italiano ma meno sexy. Lo so che qualcuno dissentirà ma Stefania per me è sexy come un sergente di cavalleria, troppo ingessata, compressa nel suo ruolo di prima della classe, non se la gode la sua fisicità, non esprime seduzione. Convive con il fisico da soubrettina ed il magnetico capello lungo e biondo con poca serenità, tra intimi conflitti ed una sorta di senso di colpa, secondo me. Sintomatologia da adolescente con le tette grosse cresciute troppo in fretta, si tende a non accettarle a nasconderle spesso a vergognarsene... ma poi passa... a Stefania non è ancora passato. Per onestà intellettuale ammetto che quando si arrabbia mi piace di più, è più femmina, diventa anche sexy il suo marcato accento siculo... magari litigando litigando....! Comunque penso che un tipo come me a cena con te, Stefania, si prenderebbe il raffreddore. Auguri di buon lavoro bella Ministra con la speranza che il primo "Ambiente" che bonificherai sia proprio il Parlamento in cui bivacchi da tanto tempo.

In fine LEI, la bruna, la Carfregna, scusate... lapsus froidiano, Intendevo l'Onorevole Maria Rosaria Carfagna, salernitana 34 anni ben portati, laureata in Giurisprudenza, nubile. Carriera lampo per Mara dopo gloriosi trascorsi da miss, valletta, presentatrice, modella (e che modella!) entra in politica a sorpresa nel 2006 e siede subito in parlamento, riconfermata nel 2008 ricopre già la carica di Ministro della Republica Italiana per le pari opportunità. Nel gennaio 2007 durante la serata di premiazione dei Telegatti, Il "vostro" Presidente rischiò una crisi familiare dicendo: "Se non fossi già sposato la sposerei subito". Considerando la carriera di Mara sono portato a pensare che non fosse solo una frase galante ma un vero colpo di fulmine... e come dar torto al "vostro" Presidente? Mi dispiace che Mara faccia di tutto per rinnegare il suo passato. Si è tagliata i capelli, veste sempre castigata, anche il sorriso ammiccante è diventato falso e di plastica. Eppure dando uno sguardo alla stampa estera sono tutti pazzi per Mara, le sue foto in "libertà" troneggiano su tutti i tabloid è l'immagine dell'Italia Mara in questo momento. Mara è anche la più cliccata sul web, "mara carfagna nuda" è ai primi posti tra le chiavi di ricerca su google. Quindi Mara io credo che essendo adesso Ministro per le pari opportunità dovresti, come prima decisione darmi un'opportunità ed accettare un mio invito a cena, altrimenti che pari opportunità sarebbe???

Concludo con una preghiera:

Signore,
dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che non posso accettare,
e la saggezza di nascondere i corpi di coloro che vorrei ammazzare perché mi hanno stufato.

Aiutami a fare attenzione e non calpestare le dita di qualcuno mentre cammino,
perché potrebbero essere parte di quel corpo, il cui culo dovrò baciare domani.

Aiutami a ricordare…..
che quando avrò una terribile giornata e sembrerà che la gente stia solo provando a farmi incazzare,
ci vogliono 42 muscoli per accigliarsi, mentre ne bastano 4 per fare alzare il dito medio e mostrarlo proteso!

Amen

 
 
 

Lasciate che la gente creda di governare e sarà governata.

Post n°396 pubblicato il 19 Aprile 2008 da ipermarco1
 


La querelle elettorale si sta acquietando, la vittoria è stata incassata, goduta e festeggiata. Le sconfitte piagnucolate. Ed adesso siamo tutti qui ad aspettare il cambiamento.

Non c'è più dubbio io vado troppo in fretta. Vado talmente veloce che a volte mi accorgo di essere già arrivato senza neanche essere partito. Non è bene andare così veloce! Ti perdi il gusto della scoperta, non riesci ad incazzarti, non ti entusiasmi, non ti stupisci... e come vedere un film di cui conosci già la fine. Questa volta la realtà è stata più veloce delle mie visioni, lo ammetto. Il mio partito (quello che si è rotto davvero le palle di questa politica) ha riscontrato un piccolo miglioramento siamo al 20% circa, ma non mi aspettavo di più, gli italiani sono testoni, sornioni, pelandroni, pecoroni non sanno decidere, ma la sorpresa è stata un altra.

Ha vinto Berlusconi dicono tutti, ma non è esattamente così sapete? Il vero trionfatore di queste elezioni è Topo Gigio, si proprio lui: Walter.

Per la prima volta in Italia la sinistra scompare dal Parlamento. Non per un colpo di stato ma per volontà popolare. Falciati da quella stessa deviata democrazia che la sinistra ha contribuito a far nascere e sviluppare nel Paese. La realtà è che i comunisti e i socialisti non siederanno più in Parlamento.
C’è il Partito Democratico al 33 per cento. Non un partito di sinistra (Veltroni ha rimarcato che il Pidì non è un partito di sinistra) ma un'informe agglomerato di anziani politici, di correnti, di pensieri contrastanti di clientele ed interessi diversi. I socialisti e la sinistra cosiddetta radicale è fuori dal Parlamento, vengono cancellati dalle istituzioni dal tempio della rappresentanza democratica, questa è la traccia storica che resta. Non mi posso di certo definire un uomo di sinistra, ma credo che la loro assenza dalle massime istituzioni delinea scenari inediti, intellettualmente inconcepibili per me, apre nuovi interrogativi, pone seri problemi.

E adesso?

Adesso c'è Walter che fa l'opposizione. In un solo colpo rappresenterà la sinistra, la destra, i verdi, Ferrara, Luxuria, la gnocca Santanchè e tutti coloro che sono stati trombati.

Perchè con medesima sofisticata tecnica anche la destra é stata estinta, sono tutti inabissati, nessuno è sopravvissuto ad un moderato centro + qualcosa.

Walter é il baluardo della democrazia.
Walter che ammicca a Berlusconi è il suo unico oppositore.
Walter che è di sinistra come la mia mano destra.
Walter camaleontico Walter con la spina dorsale di una platessa.
Walter che non prende mai una posizione decisa e precisa.
Walter che farà il "governo ombra"... governo di che? Ombra di sicuro... e sappiamo di chi.
Walter, l'uomo che "rappresenta il futuro":.. un futuro che rinnega il passato, un futuro che deve ancora venire e chissà se arriverà mai.

Al di là di inutili ciance, rimpianti, facce lunghe e ammissioni di colpa, il fatto vero è che milioni di cittadini sono abbandonati a loro stessi, non saranno rappresentati da nessuno. Organizzati partiti diventeranno solo dei movimenti, amebe che vivranno all'ombra di chi conta davvero, sovvenzionati da un misero rimborso elettorale e basta. Non potranno proporre leggi, emendamenti o stimolare dibattiti. Adesso sarà tutto un fiorire di nuove costituenti, ripartenze dalla falce e martello, profonde riflessioni... L'arcobaleno si frantumerà in una miriade di schegge impazzite di improponibili colori, verranno rinnegati i leader e nuovi paladini si proporranno per guidare la riscossa. In tanto la sinistra tutta dovrà delegare il diritto all'opposizione ed al controllo ai loro carnefici, al PD, coloro che con abile strategia hanno determinato l' estinzione di ex “compagni/fratelli”. Come faranno gli scontenti a far sentire la propria voce? Non oso azzardare una risposta... non sarebbe "democratica".

Per il resto non faccio una piega all'idea che Berlusconi Governi. Sono sopravvissuto alla Democrazia Cristiana, alla prima ed alla seconda repubblica, sono sopravvissuto a Visco, al Prodi I, al Prodi II, al Berlusconi I e II. Sapete che me ne frega del Berlusconi III? Io che ogni giorno mi confronto con le spietate regole del mercato, che tutte le mattine vado a lavorare, affronto traffico, scandalo del vino rosso e rincaro delle sigarette, scippi, furti e rapine, banche assetate di denaro, tasse, tosse, truffe e liste della spesa. Che volete che sia un Berlusconi terzo per me??

Io il mio dovere lo feci. La mandai l'e-mail al mio amico di infanzia sinistroso o sinistroide, erede designato al trono rosso dopo l'abdicazione dell'uomo in cashmere con la erre moscia. Lo avevo avvertito che con quel brutto arcobaleno non andavano da nessuna parte, che era tutto sbagliato che non si può comunicare in quel modo che stavano solo celebrando un suicidio rituale di massa. Non può essere credibile chi è di lotta e di governo. Era impossibile fare i ministri di sinistra e drenare le tasche, fare i ministri di sinistra e pensare alle misure per l'imprenditoria, fare i ministri di sinistra e doversi conciliare con i ministri di centro, fare i Dico con la Binetti, alzare il pugno con Mastella (pace all'anima sua)... ma era stato molto possibile fare l'alleanza e star lì a calcolare le poltrone. L'avrebbero rifatta sapete se Topo Gigio glielo avesse concesso. Ma Walter è un sorcio furbo ed ha deciso di perdere... in un sol colpo tiene calda la poltrona, fa governare l'ingovernabile alla banda del buco e si è liberato di 4 frustrati rompicoglioni celebrando la sua incontrastata egemonia. Mica male per uno che si è limitato a scopiazzare una campagna elettorale all’americana, Obama-style... che ha rinnegato tutto e tutti in favore di una rinnovamento, di un futuro che nessuno ha capito e neppure voluto.

Bravo Walter, spietato e geniale ma anche molto fortunato. Ma io vado troppo di fretta, accidenti, non si sono ancora spenti i cori dei commenti e sono li davanti, da solo come sempre ad aspettare che la storia mi raggiunga e vi assicuro che qui dove sono io non è primavera. Perchè non credo che le esigenze ed i bisogni di 50 milioni di italici si identifichino in 2 forze politiche e mezzo praticamente uguali. Non credo che questo modello democratico sia quello per cui eroici patrioti hanno sacrificato la vita. Non credo che aver consegnato senza combattere la nazione a Berlusconi ed alla Lega che, analogamente, fagocitando Fini avevano cantato il requiem ad una pseudo destra, sia la cosa più giusta. Non si gioca una partita di calcio senza la spinta ed i lanci delle ali destra e sinistra.. Non si attacca se non si è coperti in difesa... non va bene affatto una democrazia così!!!!!

Ma il Popolo (disperato) tappandosi il naso, ha deciso così... onore al popolo ed ai suoi eletti.

Concludo con un pensiero di Pirandello: "Quando i molti governano, penseranno solo a contentar sé stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà".

Buona fortuna CyberArguti.

 
 
 

Vista d'interno di un disordinato pomeriggio di una primavera che non vuol uscire.

Post n°395 pubblicato il 12 Aprile 2008 da ipermarco1
 


Sembra un pomeriggio disperatamente triste, come la primavera quando non vuole uscire.

"La quiete prima della tempesta" una calma ventosa prima del disordine elettorale che ci travolgerà tra poco.

Ma non è di politica che voglio parlare e neppure d'amore.

Voglio riempire questo pomeriggio con qualcosa di "positivo e buono", per questo scriverò di disordine, di tristezza e lutto.

Provate a seguirmi se ne avete voglia.

Dicevo che politica ed amore sono argomenti distanti da me in questo momento. Sentimenti in cui ho creduto e per cui ho sofferto, passioni che non rinnego affatto, ma... non sento mie, non mi appartengono adesso... come se fossero misteriosamente ed improvvisamente morte, lasciandomi in quella fase che, i bravi psicoterapeuti, chiamano: "di elaborazione del lutto".

Io che psicoterapeuta non sono, ma solo un piccolo psicotecnologo e per giunta arguto, non mi avventurerò nell'approfondimento tematico di questa esperienza depressiva di gestione dell'emozione. Vi consiglio di cercare e leggere qualcosa a riguardo, vi restituirà di certo positive riflessioni, fidatevi!

Il dolore in quanto tale non fa bene, non è vero che "tempra e che forma"... cazzate! L'esperienza di perdita di qualche cosa di buono che avevamo o in cui credevamo non è un esperienza formativa ma esclusivamente depressiva, non si scappa. Solo la capacità di gestione delle emozioni che rispetta il dolore trasformandolo in una consapevole esperienza, rende questo stato emotivo negativo in un "positivo presupposto".

Si tratta di mettere ordine, non confondere le cose, concentrarsi autorevolmente su se stessi e basta, siamo noi il nostro universo. Non è il dolore di per sé che deve essere annullato, né, tanto meno, lo sono i tentativi di minimizzarlo o metabolizzarlo. Bisogna riconoscere il dolore per quello che è... senza la fretta di rimuoverlo, con consapevolezza. Atteggiamenti del tipo: "Coraggio... ce la farai a dimenticare" o peggio "non ne vale la pena di soffrire"... sono sbagliati e superficiali utili solo a favorire scissioni e mortificazioni di sé, anziché integrazioni. In questo modo, una parte di noi muore con la morte stessa dell'ideale perduto.

Ma io so cosa fare, io devo sempre sapere cosa fare è scritto a chiare lettere nei miei contratti. Non fuggo il dolore ma lo affronto, non mi serve coraggio, tolleranza o perdono ma schiettezza e fiducia nei miei ideali e valori. Non ho paura di trovarmi a contare solo su me stesso. Trasformerò lo smarrimento del disordine nell'accettazione di me e dei miei limiti.

In fondo cosa è un perdita se non la mancanza di un punto certo di riferimento. Può essere politica, può essere amore, può essere amicizia, un ideale qualunque o anche una presenza fisica. Una perdita è uno stato di disordine interiore causato dalla mancanza improvvisa di un riferimento, come quando ti rubano il portafogli... che avvertii? Disordine... mancanza degli strumenti ordinari di sopravvivenza (documenti, carte di credito, foto ricordo e appunti vari), e questo prevale il dispiacere della perdita del denaro. La mancanza di punti fermi: il disordine, è la causa del dolore e se pensiamo che tutta la società contemporanea è fondata sul principio del disordine, la cosa diventa inquietante e di competenza filosofica.

Quello che manca al disordine per essere un valido modello sociale sono i confini netti, le linee di demarcazione, gli spartiacque, le righe diritte.
Il disordine ha i tratti abbozzati di un incompleto. Un cumulo di intenzioni, una catasta di conti aperti che si confondono alterando continuamente le somme. Nel disordine, le divisioni producono moltiplicazioni e le addizioni sottrazioni etiche e morali.
L'elevamento a potenza dell'uguaglianza tra le persone produce sottrazioni di autorevolezza, estrae alla radice l'albero genealogico delle ragioni, delle responsabilità e dei dissensi, delle conseguenze e dei consensi. Altera il tono delle voci, produce una nota lunga che si canta in coro, qualche volta persino nella gaiezza leggera di un girotondo.
Nel disordine, nelle sfumature del disordine, accucciato nelle sue penombre, il dolore ha il pelo rasato e gli artigli ritti .
Nel modello sociale del disordine le sequenze di toni bianchi, neri e rossi perdono i denti e inseguono adattamenti, pur di eseguire melodie senza un'intonazione.

Ci sono stanze per il fumo, nel disordine; con le finestre semiaperte. Ci sono indulgenze al cioccolato, con aromi dolci, con profumi amari, con un vago senso di arance e miele, con sensi di colpa dentro, fuori e sopra tutto altrove. Si è confuso il senso di responsabilità personale con quello globale nel disordine.

Tra le sfumature del disordine si spalmano discorsi appassionati d'equilibrismo, ostinatamente vili nello sfuggire il fulcro.
E' la Terra del tutto è possibile, del divieto a condizione, del dialogo a oltranza, dell'indeterminazione del limite.
Dell'ipotesi che qualcun altro domani pagherà lo spasimo illimitato del confronto. Ciò che oggi si perde scorrerà ad aspettare a valle.
Nel disordine la notte è un foglio per scrivere le parole che il giorno nasconde dietro le sordine delle condivisioni a termine.

E' la notte che cola i sensi profondi di ribellione. Le mani tese nel buio che porgono le domande disattese e le ipotesi di risposta, che sempre, sottendono la resa alle subdole regole del disordine democratico.

Non ci sono abbracci appassionati, ira funesta, rinunce, coerenza e neppure rispetto ma solo infecondo compromesso. Nel Paese del disordine, filano mille Penelopi che disfano senza posa tele che si intrecciano tra loro. I colori si confondono, si ingarbugliano le trame. Il disordine è anche popolato di tentacoli che cercano un aggancio, un senso, una via di fuga ad un oppiaceo buonismo. Tentacoli che ondeggiando intimiditi ed appesi a domande sussurrate, a rabbia accennata, che ributtiamo in gola come medicine che fa male bere.

C'è un cuneo scuro tra le sfumature del disordine. E molte intercapedini, silenti. Ed interstizi dolenti, stretti e profondi. Sacche di potere assoluto a cui ci rivolgiamo con un sorriso cocciuto miscelato con due gocce sottaciute di pianto.
Il disordine non è il caos dei panni sparpagliati sui divani, non i bicchieri di carta con i fondi sporchi, non i letti disfatti o una scrivania come la mia, stracolme di cartacce e di mozziconi di sigarette. Non è tutte quelle cose che non si trovano, ma tutte quelle altre che si nascondono nei meandri di un torrente fragoroso di parole e di aspettative disattese.

Per questo e molto altro ancora il disordine è il ventre fecondo del disagio e del dolore.

Mi riapproprio dei miei pensieri, prendo le distanze, non ci voglio interloquire col disordine, nessuno mi costringerà a dialogarci, tappo le orecchie alla comune ragione e mi ritrovo in compagnia della mia tristezza.

Amo quel sedimento di tristezza che mi porto dentro.
Non è nostalgia o rimpianto o rabbia ma puro estratto di tristezza.
Lo amo. Come il residuo rubino sul fondo del mio bicchiere di vino.

Amo le cose che forse altri non vedono, come io le vedo.
Amo i miei occhi e le ombre che hanno dentro, rabbuiati dai riflessi dei sorrisi che mi sono stati regalati e tolti.
Amo quello che forse gli altri non hanno capito, quello che hanno scordato, o magari che ho solo immaginato.
Amo le parole che s'arricciano e sembrano volare lontano. Parole che spesso cadono a picco come stella cadente che mi cade in grembo, bruciandomi dentro.
Amo la tristezza quando è roca e profonda, quando ti fa vibrare con una nota lunga, struggente e inutile come un immenso amare. Un suono distante, un canto differito, un riverbero che graffia il cuore e poi svanisce, muore, tace.

Sorridi, piccola. Io questo voglio, che tu sia serena. A me, basta che sei "contenta...".

Ma quanto è consapevolmente triste, questo disordinato pomeriggio di una primavera che non vuol uscire.

P.S. - Se fosse stato bel tempo sarei andato in campagna ad ammirare l'ordine, crudele e senza compromessi, della natura!

 
 
 
 
 

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Un blog di: ipermarco1
Data di creazione: 31/03/2006
 

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