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"Psicotecnologie per l'ottimizzazione di un percorso CyberComunicaTTivo in ambiente di CyberArguzia" (!!??!!) - Questo blog é diventato un albergo - GRAZIE per avervi soggiornato.

 

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Questa volta NO!

Post n°435 pubblicato il 17 Febbraio 2009 da ipermarco1
 


La foto è la stessa ma il contenuto è cambiato, qualcuno si chiederà il perchè... forse!

Perchè questo minuscolo arguto atollo disperso nell'enorme oceano della umana ignoranza ha sempre più erranti viaggiatori che vi approdano. Troppi... e non tutti in grado di capire, oltre.

Io ho sempre creduto, e sperato, che questo postaccio fosse frequentato da uno sparuto gruppo di arguti lettori con cui barattare opinioni, visioni, stati d'animo, sapere ed emozioni. Un posto franco, senza un governo, senza leggi e decreti, fondato sul libero scambio di idee.... "roba per pochi ma buoni".

Invece, senza che nessuno abbia mai invitato nessuno, la nostra amata anarchia intellettuale è stata violata da sedicenti autori di nulla.

In altre circostanze avrei cavalcato la polemica, alimentandola, dirigendola sul turpiloquio, sulla diffamazione più audace fino allo scontro fisico... mi sarei divertito, insomma, insieme ai miei amici arguti più cari... come spesso ho fatto. Chi mi conosce sa bene che menar le mani o la penna è attività a cui non mi sottraggo.

Questa volta NO!

Non me la sento di essere in qualche modo complice di un tentativo molto diffuso di strumentalizzare la sfortunata storia di Eluana. Una storia che mi tocca, oltre per la vicenda in se per il significato etico e filosofico che ne deriva.

Invece qui, proprio qui, nella patria della contaminazione... si è tentato di mettere in scena patetici teatrini pubblici e privati basati sulla rivendicazione di diritti!!!!! 
Falsi nick creati per la bisogna, pubblicità ad altri blog senza la mia autorizzazione :)))) - anche questa sarebbe una violazione!!! - e cazzate varie. Che poi questi blog li ho letti per cercare la veridicità del plagio, trovandomi a stuprare la mia riconosciuta arroganza intellettuale con testi stucchevoli, sgrammaticati ed inutili... e qui per decoro mi fermo.

Tre diverse rivendicazioni, su 4 battute di un testo in origine banale, creato per non dire nulla, per far solo rumore... uno dei tanti pubblicati... su quello stile.

Non ci sto ragazzi... il diritto alla vita ed alla morte sono cose su cui non ho voglia di speculare, declino questa attività al governo, alla chiesa, ai giornalisti ed piccoli autori di nulla.

Capito adesso perchè ho scelto di buttare tutto nel cesso e tirare lo sciacquone?

Il mio scopo era di esplorare con voi il paesaggio interiore della morte. Paradiso, inferno, reincarnazione o buio assoluto era il cuore pulsante del mio voler dire.
Volevo parlare di morte avventurandomi nella mitologia cristiana, ortodossa, islamica, egiziana, babilonese, buddista, induista, etrusca, celtica... atea anche... vi volevo raccontare la storia e la morale delle femine accabbadore sarde... partendo da qualcosa che descrivesse il sacrilegio che vincola il moribondo ad un immane tormento finale.

Mi chiedevo, in poche parole, fino a che punto fosse etico "accettare il valore salvifico della sofferenza offerta dal Dio cristiano" imprigionando un anima in un corpo che il tempo rende irreversibilmente inutilizzabile innanzi a fantastici scenari che le varie credenze religiose e mitologiche ci offrono.

Mi chiedevo e me lo chiedo.
Me lo chiedo e ve lo chiedo.
Me lo chiedo e vi invito a chiedervelo.

Ma non sarò io psicopompo in questo audace e periglioso viaggio.

Semplicemente perché... mi è passata la voglia.

Buona giornata CyberArguti.

 
 
 

Così. Di colpo. Di mattina.

Post n°433 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da ipermarco1
 

 

Così, di colpo, alle sette meno un quarto di un mattino uggioso, come uno spavento, mi sveglio perché ti amo già.

Così. Di colpo. Di mattina.

La giornata ha un colore grigio. Cammino sotto un incalzante pioggerellina, mi aggiro nelle viuzze del mio borgo antico e mi riempio gli occhi dei suoi familiari scorci, chiedendomi come possano apparire sempre così diversi nonostante il secolare immobilismo?

Ho fretta di amare, tra il bar e la colonna scrostata.
Ho bisogno di amare nonostante questo selciato sconnesso pieno di pozzanghere.
Io che non ho amato mai nessuno.
Io che ho un cuore che è un calzino bucato, un enorme colabrobo di sentimenti, e siccome il brodo non c'entra allora lo chiamo "colamore"! L'amore arriva ma percola via... a causa dei buchi... lasciando solo l'essenza, l'assenza... l'astinenza.

Ci sono delle volte che non mangio "d'amore".

Altre volte che non dormo, sempre "d'amore".

Ed altre ancora in cui rinuncio a vivere "d'amore".

Oggi ne ho la fretta... "d'amore"... intendo.

Anche nel breve tratto tra la striscia pedonale e il mio tabaccaio di fiducia sento l'amore. Ma non ho una qualche musica da amare o una qualche voce da abbracciare, una speranza che mi conforti un ricordo che mi carezzi il cuore. In fondo se ci rifletto credo che in amore o ci si sente sempre soli ad amare o non ci si sente amati abbastanza!

Sorseggio il secondo caffè della giornata mentre ti amo.
Leggo le notizie del mattino mentre ti amo.
Fumo, mentre ti amo.
La gente mi osserva come se amassi chissà chi.                                                             

E mi srotolo lungo il marciapiede come se non avessi null'altro da fare o a cui pensare.
Lo so bene che non so parlare d'amore, o meglio so parlare dell'amore in generale ma non so parlare dell'amore mio... lo so pretendere e basta.

Ti immagino da qualche parte, chissà che espressione hai in volto stamane, chissà  che stai facendo, Avrai già bevuto il tuo caffè? Sai che non so se hai bisogno del caffè al mattino come ne ho bisogno io? Spero che da te non sia grigio e uggioso come qui e che tu stia ridendo, mi piaci quando ridi, e che ti sia svegliata anche tu innamorata, magari della vita che senti sfuggire e non di me che non mi senti tuo, ma mi basta.
 
Io mi esaurisco, mi spengo, “mi muoio” nelle grandezze. Nella grandezza di non essere te, né tu me. Nella grandezza di non capirci mai e di finire così, scivolando in vite distinte e lontane.

Forse ho solo paura dell'amore ma sento il bisogno di amare.
Anche se sono pieno di amore, amo la natura, gli animali, il lavoro, i libri, la musica, il buon vino, i luoghi e solitamente il mio prossimo... ma, nonostante questo trionfo d'amore mi ritrovo a sentirne la mancanza.

Strani arabeschi della vita!

Sento che ti amo e ne piango, profondamente, di un altro pianto che non so dire! Non è il tuo. Perché è il pianto di non essere, noi due, le stesse labbra e gli stessi occhi. Lo sento mentre ti parlo e ad un tempo, non posso parlarti, perché non so farlo. Io non lo so. Io non so raccontarlo il silenzio che ho. Non mi resta che fermarmi e vedere se sopravvivo, così, all’amore. Facendo finta di essere morto, mentre continuo a bruciare.

Te lo darei il mio cuore malato di questo amore disordinato, per curarmelo tu, se puoi…  ma si sprofonda in questa assenza, vertiginosamente, in una caduta tesa e non so più esistere ed essere qualcosa, per te. Mi lascia incompiuto. Non mi uccide del tutto. Mi esaurisco, mi spengo e “mi muoio” nella sua grandezza. Come dirtelo?! Si potrebbe aprire i pugni, per vedere cosa succede, farne una carezza. Ci ho provato ma non succede molto. L'amore mi sconvolge, mi riempie le mani di niente. È amare non amandoti. È il non poter parlare. Solitudine di noi due, che-non-sei-me.  E allora scrivo, che è la mia voglia di correre. La mia voglia ferma di correre... La mia paralisi!

E piango, di un altro pianto. Che potrebbe essere lui la felicità. Se solo potessi dargli un senso. Una tristezza che si srotola dentro di me senza avere un nome. E chissà se anche tu, hai qualcosa da non chiamare?! Chissà se ce l’hai un tacere tutto tuo che non posso capire e non sai spiegare.

Ho pena di noi due che ascoltiamo, desolati, la bellezza e il turbamento. Imprigionati nelle nostre distanze. In una reclusione di spazio incoercibile. Troppa pioggia tra noi. Troppa disincronia nelle nostre vite.

Ho troppo da amare... e penso al tuo nome, a una speranza o a un inganno!
 
Continuo a camminare nell'incolore grigio di questa mattina uggiosa mentre ti amo... non amandoti.

 
 
 

NO! Non parlerò dell'OBAMA DAY.

Post n°432 pubblicato il 21 Gennaio 2009 da ipermarco1
 

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Non lo so se sono tornato.
Quando ho creduto di essere tornato, alla fine non era vero.

Almeno ci provo a tornare... terrò la bocca cucita sull'OBAMA DAY, nessun commento trapelerà su questo blog sulla faraonica cerimonia di insediamento che ha catalizzato le attenzioni del pianeta. Tanto lo sapete come la penso su quell'uomo, esattamente come la borsa... "il maggior calo della storia il giorno dell'insediamento di un nuovo presidente"... probabilmente ci vuole qualcosa di più che essere diversi per la pelle scura, più di discorsi retorici e populisti.

Questa di oggi è la storia della Poesia che insegue la Tecnologia che la tradisce e la lascia smarrita, basita, delusa...  mentre la Filosofia sta a guardare. Questa è la storia di quello che mi è successo negli ultimi giorni.

Ve lo confesso... me la sono fatta con FESSBOOK per un po', poi mi hanno cacciato, espulso, radiato, bannato, marchiato a fuoco come non desiderato e rieccomi qui.

Perché mi hanno cacciato?
Mica l'ho capito precisamente!

In verità un po' extracomunitario senza permesso di soggiorno mi sentivo in quel mondo.
Mi sono fatto qualche centinaia di amiche in pochi giorni, e probabilmente mi hanno scambiato per un sfruttatore di spazio "sociale" per un pusher di emozioni.
Non posso credere che il traffico del mio misero spazio creava problemi ad una corazzata come quella.
A parte che avere molti amici in lista è una grande fesseria.
L’antropologo Robin Dunbar aveva teorizzato un numero soglia (numero di Dunbar, appunto) di persone oltre il quale considerava difficile mantenere relazioni sociali attendibili. Il numero non viene esplicitato ma sarebbe vicino a 150. Con un valido aiuto tecnologico puoi arrivare a max 200... il resto è aria fritta. Quindi è chiaro che la maggior parte della gente che si ha nelle liste non sai manco chi sia. Vedi una che ti incuriosisce e le chiedi di esserti amica. Gli altri vedevano la "mia" foto, e facevano lo stesso... che poi la mia foto "vetrina" era la stessa che uso qui... quell'improponibile bimbo cresciuto troppo in fretta che assurgo ad icona... e non quella con le mie vere sembianze... in tal caso tante richieste di amicizia sarebbero state giustificate non credete?????? Come non credete.... vabbè l'importante e che ci creda io!!!!

Perché mi hanno cacciato?
Mica l'ho capito precisamente!

Forse tra le amiche che avevo ci era cascata una ragazza di Mark Zuckerberg (il fondatore del social network più famoso del mondo) e lui per gelosia mi ha buttato fuori.
Forse mi hanno cacciato per invidia, vi confesso che avevo richiesto ed ottenuto l'amicizia di Anna Falchi, Alessia Marcuzzi ed Asia Argento... ed ero in attesa di risposta dalla Yespica e dalla Belen Rodriguez.
Forse perchè mi ero iscritto baldanzoso al gruppo “più vino nello spritz”.
Forse perchè meditavo l'apertura di un nuovo gruppo "con le salsicce barbaresco o sassicaia? This is the question".
Forse mi hanno cacciato perchè pubblicavo foto con donne che spesso hanno le tette al vento (si vocifera che abbiano chiuso l'account anche a delle madri/utenti che mostravano foto dell'allattamento!!!)
Forse mi hanno cacciato perchè parlavo di poesia... in tutte le lingue del mondo... con tutti i profili del mondo... chi mai lo potrà scoprire!!!!

Dovete sapere che 2/3 delle mie amiche erano ragazze straniere... mi divertivo un sacco a praticare le lingue... spagnolo, portoghese, inglese, russo, arabo... stavo anche iniziando a bazzicare con il lituano... sapete che... "ma lo sai che sei una gnocca da paura?" in lituano si dice: bet jūs žinote, kad esate labai graži? (??!!??) Straordinario vero?

Ho letto di altri scrittori, poeti ed intellettuali che si sono visti falciati l'account senza preavviso e senza giustificazione dal Ministero della Realtà di FESSBOOK.

Eppure arrivato in questa terra promessa, ero ben felice di essermi insediato in tale territorio fantastico portando con me le mie amenità, i miei amici, i miei pensieri, le mie chiacchiere, le mie immagini, la mia arguzia... invece... sono stato buttato fuori. Sapevo che il territorio era recintato e in qualche modo protetto e cercavo di rispettarlo, pensando che quei dati che immettevo ogni giorno fossero soltanto miei...  invece, non possiamo spostarli dove vogliamo, perchè l'etica tecnologica non lo consente e quindi la titolarità sui nostri dati rimane anche in questo caso pura teoria.

Qualcuno crede sul serio che FESSBOOK serva davvero a ritrovare, amici di scuola o dell'asilo o della comunione del cognato dell'amico dello zio? L'alibi è perfetto... ma credete che interessi così tanto cercare persone che se incontri per strada stai ben attento a scansare. Volete scoprire che una parte di quei leggiadri ragazzi non se la passa poi tanto bene, che qualche vostro coetaneo è già morto, che altri non vedevano l'ora di incontrarvi per... chiedervi quel piccolo favore!!!! Ancora peggio... scoprire che la brunetta che vi piaceva tanto e che non vi ha mai filato combatte cellulite, rughe e depressione post-divorzio... e vi dice:" se avessi sposato te adesso avrei qualcuno che mi porta le buste della spesa"  (??!!??) Sarebbe una tragedia crollerebbero miti ed illusioni, i ricordi diventerebbero incubi, i rimpianti barzellette da avanspettacolo!

FESSBOOK è solo luogo per perdi tempo, luogo di cazzeggio allo stadio puro, per dirla in breve.

Perchè FESSBOOK non ha la compatta chiarezza del blog, dov’è chiaro chi è il padrone di casa e quello che racconta e tu sei giusto un lettore e ben che ti vada un commentatore o, mi voglio rovinare, uno che linka quel testo sul suo blog o che ruba una foto, dandogli ulteriore visibilità.

FESSBOOK  è una metafora antropologica un vicolo napoletano con pareti di gomma, senza privacy ma con uguale grado di socialità e “colore”.

FESSBOOK è una metafora psicologista: il narcisismo porta tanti piccoli "IO" a scontrarsi fra loro come atomi impazziti.

FESSBOOK non è un “luogo” aperto a tutti ma una wheel friends. Io non posso vedere le pagine di chi non è "amico"  e che quindi non mi ha messo a disposizione la chiave per vedere ciò che scrive, le foto che pubblica, le fesserie con le quali si diverte, i link che aggiunge alla pagina.... ma posso interagire con gli amici dei miei amici...  posso sbirciare tra le relazioni di quelli che non sono miei amici... che senso ha direte? Un senso anche se subdolo ce l'ha eccome!!!

Da qualche parte ho letto che FESSBOOK rappresenta la rinascita dell’identità reale, ossia la sostanziale scomparsa del nickname in favore del predominio del nome e cognome anagrafico, suffragata da materiale fotografico come traccia distintiva identitaria. Un evento inverso alla diffusione dei blog, che aveva visto imperversare la proliferazione di identità virtuali, di piccoli improbabili miti.

Un cimitero virtuale insomma, da lasciare a futura memoria, con tanto di foto sulla lapide e profilazione scientificamente corretta dell'individuo.

Ed è qui che mi raggiunge la tristezza, qui la poesia viene tradita dalla tecnologia che leggiadra inseguiva, qui approda la traversata onirica di chi, dismessi gli austeri panni quotidiani, solcava libero ed impalpabile l'etere vestito sono dei suoi contenuti. Qui finisce la libertà di avvolgersi nel caldo mantello del mistero, una specie di ideale ritorno nell'oscurità del ventre per rinascere più liberi e spontanei per battezzarsi con nuovo nome e con nuova vitale energia. FESSBOOK annienta tutto questo, su FESSBOOK il diritto alla bruttezza è imperdonabile visto che serve una foto, su FESSBOOK la comunicazione è stile sms sintetica, stringata, essenziale fatta di slogan e proclami.

Vietato pensare su FESSBOOK, ma solo apparire, il fine è catalogare, profilare, schematizzare per aggredire con utili consigli per gli acquisti... Su FESSBOOK un post come questo non avrebbe senso, troppo lungo, troppo articolato, troppo ragionato. Su FESSBOOK muore il nickname... rinascita e speranza, protezione ed orgoglio... su FESSBOOK il diritto alla tutela della propria identità si infrange in mille minuscole schegge impazzite...  l'identità è merce di scambio... non più mistero prezioso da svelare con attenzione e cura solo ad alcuni eletti.

Sapete che vi dico? Ma chi ti credi di essere caro il mio FESSBOOK... 'fanculo che mi hai già mi ha stufato!!!!

P.S. visto che non ho parlato dell'OBAMA DAY?

 
 
 

Il tempo va!

Post n°431 pubblicato il 09 Gennaio 2009 da ipermarco1


Com'è facile sparire da questo mondo virtuale,
tanto quanto perdersi in quello reale...
rientrarvi in entrambi non sempre è possibile.

E così mi vedete andare e venire, scrivere, pubblicare un'immagine ed a volte solo leggere.

Io non dimentico l'emozione di quando ho cominciato a scrivere qui,
prima per me, poi  anche per gli altri, sempre spinto ed incoraggiato da tanti amici,
che sento reali quanto quelli che incontro ogni giorno nella mia vita.

Ce ne sono alcuni, di amici, che hanno segnato il mio pensiero e la mia anima
più di tanti che ho creduto "veri".

Non lo so se e quanto riuscirò ancora a trasmettere da questo "sobborgo del pensiero" ma
di certo è stata e spero che continui ad essere un'esperienza bella ed importante.
Quanto ragionare a tastiera accesa con voi, disegnare o scrivere poesie o condividere pensieri ed immagini, vivere insomma, pienamente, la mia vita d'artista.

Sì, perché io sono un artista.

Lo sono perché comunico emozioni in vari modi agli altri, usando mezzi diversi,
e ne ricevo in cambio altre emozioni che mi amplificano l'anima, mi gratificano,
mi rendono felice e mi spingono a creare ancora.

Essere un artista non implica necessariamente essere famoso.
Che ci creda o no,  neanche essere apprezzato dai più.

Scrivo questo perché sento che la mia vita è ad una svolta, sta cambiando ancora una volta o forse si sta solo resettando, e Tu che mi leggi, che ci creda o no, ne fai parte.

Buona giornata arguti amici.

 
 
 

L'anno che verrà: una pagina bianca del libro della vita.

Post n°430 pubblicato il 07 Gennaio 2009 da ipermarco1
 


Vi auguro...
un anno pieno di sogni,
un anno di coccole e baci,
un anno di vista acuta e di sensi profondi,
un anno ricco di frutti succosi,
un anno di sole e di pioggia nei momenti giusti,
un anno di raccolto abbondante,
un anno di serenità e salute.

Dove ogni vuoto si possa riempire
dove ogni dolore trovi pace
dove chi ha fame venga sfamato
dove quello che conta
nasca dal cuore.

Buon 2009

 
 
 
 
 

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Data di creazione: 31/03/2006
 

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