Arrancame la vida!la realtà, i sogni, la politica, l'amore, la rabbia e l'allegria: la mia vita |
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ALDA MERINI
E tutti noi costretti dentro
le ombre del vino
non abbiamo parole nè potere
per invogliare altri avventori.
Siamo osti senza domande
riceviamo tutti
solo che abbiano un cuore.
Siamo poeti fatti di vesti pesanti
e intime calure di bosco,
siamo contadini che portano
la terra a Venere
siamo usurai pieni di croci
siamo conventi che non hanno sangue
siamo una fede senza profeti
ma siamo poeti.
Soli come le bestie
buttati per ogni fango
senza una casa libera
nè un sasso per sentimento
CHI PUò SCRIVERE SUL BLOG
Post n°837 pubblicato il 04 Luglio 2010 da alexisdg10
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Post n°836 pubblicato il 04 Luglio 2010 da alexisdg10
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Post n°835 pubblicato il 04 Luglio 2010 da alexisdg10
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Post n°834 pubblicato il 21 Giugno 2010 da alexisdg10
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Post n°833 pubblicato il 16 Maggio 2010 da alexisdg10
Non ho mai avuto problemi a dichiararmi omosessuale, questo lo sanno tutti.Per me è sempre stato naturale dire la mia verità, sulle cose, sui miei sentimenti e quindi su di me. Non avrei mai potuto mentire sulla mia vita e quindi nemmeno sulla mia sessualità.Tutti sanno che vivo da 14 anni con Davide, tutti, dal vicino di casa al macellaio del mio quartiere, dalla cassiera del supermercato al postino. Non ho mai sbandierato nulla – non c’è nulla in effetti da sbandierare-, ma non ho mai venduto una cosa per un’altra. Per me è naturale che sia così, non vedo possibile alternativa. Mi stupisce sempre chi camuffa la realtà e non tanto per una questione di etica, quanto per l’inutile spreco di energia a cui si sottopone. La gente che finge mi fa un po’ pena, in effetti, e non solo quando lo fa circa la propria sessualità. Mi fanno molta pena le donne rifatte, ad esempio. Qui nel Nord Est ce ne sono un sacco. La veneta della mia fanciullezza, quella donna bonaria, un po’ caciarona, la vera popolana, quella dalla parolaccia facile e a al contempo quella donna aperta, affettuosa e vera sta scomparendo rapidamente. Un vero peccato. Le peggiori sono quelle fra i quaranta e i cinquant’anni, quelle ricche, le nullafacenti per eccellenza. Ne conosco, mio malgrado, un paio. Sono quelle che vanno avanti a botulino e a liposuzione. E che quasi sempre coniugano male i congiuntivi. I peggiori di tutti però sono gli uomini. Parlo dei cinquantenni o dei sessantenni con velleità, come li chiamo io. Sono quei maschi orrendi, già un po’ attempati, con qualche acciacchetto que e là e che tuttavia si ostinano a vestire come diciottenni di lusso, firmati da capo a piedi ( Hogan, jeans Burberrry o Gucci, Rolex autentico al polso ), perennemente abbronzati, quelli col Suv o con il 3000 di gran marca sotto il culo, quelli che si atteggiano ad ever green ma di gran classe, perché non sia mai detto che la puttanella borghese e ricca ( nullafacente anche lei, si capisce) preposta al suo personalissimo sollazzo possa anche lontanamente confondersi e prendere questi cinquantenni industrialotti dal portafoglio gonfio e dal pied a terre al mare per giovanotti qualunque , anche se, loro sì, i giovanotti, pieni di voglia e di vita e di sano vigore e di idee e di slanci autentici. Ed è per questo, in fondo, che questi maschi eterosessuali, e quindi prevedibili nei loro desideri e nei loro pensieri, maschi da concorso, anche se raramente di pura razza, vestono capi firmatissimi e alla moda: per segnare il territorio, per potersi riconoscere l’un altro in una ristrettissima cerchia di amici, per segnalare la loro presenza nel branco ( che la loro voglia sia invece più o meno regolata dal Viagra o cose simili non ha la minima importanza ), per richiamare come pavoni sgraziati queste femmine in menopausa, femmine piene di botulino, quelle cretine che confondono ancora l’aggressività con l’assertività, quelle con la dieta e la carriera e le amiche e il circolo del bridge e il Rotary, quelle con la casa a Cortina e due mesi in estate in Costa Smeralda, quelle che più la menopausa avanza più si ritrovano a correre a quattro zampe dal chirurgo estetico, amico del cuore del compagno o dell’amante o del marito o talvolta di tutti e due. Mi sono sempre chiesto come si senta questo genere di persone, che cosa passi loro per la testa quando si ritrovano sole con se stesse, la sera, fosse anche solo per un nano secondo, quando sono davanti allo specchio e gli tocca di rimuovere fondotinta e belletto. Gente senza Dio, senza rispetto per niente e per nessuno, tutto sommato senza arte né parte, gente senza storia, dopo tutto, gente con una storia misera, piccola e insignificante.Gente che non prende mai posizione, gente ridicola, meschina e povera. Gente che mente in continuazione agli altri e a se stessa. Terribile. |
Post n°832 pubblicato il 06 Maggio 2010 da alexisdg10
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Post n°831 pubblicato il 05 Maggio 2010 da alexisdg10
Non so cosa sia questo periodo che sto attraversando adesso.Se sia nebbia. Se sia confusione o cosa sia. Se sia forse solo il lento e inesorabile trascorrere del tempo attraverso la mia vita, attraverso la vita di tutti. O forse è solo questa pioggia fredda che cade da giorni e che ha trasformato in poche ore una rigogliosa primavera in un autunno grigio, tristissimo e lento. Ed è in giornate come queste che indulgo in ricordi lontani ed inutili, ricordi di una vita precedente, lontani, in fondo, e inutili, dal momento che non mi servono a nulla, se non ad accarezzare ancora una volta il ragazzo e che ero e che a stento oggi riconosco essere stato. Tutta la vita così, a chiedere la luna, anche nei momenti in cui non c’era nessuna possibilità di averla fra le mani, graziosa luna pallida del più radioso plenilunio. Ed è in queste giornate che mi sento invadere da una stanchezza infinta, una stanchezza che non mi spiego, proprio adesso che la salute pare procedere bene e che il lavoro c’è ancora, come ci sono, solidi, affetti e famiglia. Di notte sogno la mia cagnetta Lea. Mi capita di sognarla quando sono inquieto o triste. Lei compare nei miei sogni,sfrega il suo muso color del miele contro la mia guancia e mi guarda con i suoi occhi dolcissimi. Questo mi basta per provare una sensazione di totale sollievo che dura fino a metà giornata. Come un contatto fisico fortissimo, come se lei fosse ancora qui, con me. L’ultima volta a Kabul ès tata dura, troppo dura perfino per me. Sono stanco delle stesse cose. Sonos tanco perché nulla cambia. E questo non lo reggo più. Perfino uno come me ha bisogno di avere qualche riscontro. Non fotografo quasi più, dicevo una di queste volte. Faccio molta fatica a scattare le foto, a mettere a fuoco, faccio molta fatica perfino a pensarla una fotografia. Tanti anni di guerra hanno deformato la mia visione delle cose. Mi pare di non saper fare altro che guardare la guerra ormai. E so perfettamente che non serve a nulla, purtroppo.Quando bevevo avevo questa identica visione delle cose, forse l’unica possibile di fronte al dolore umano. L’alcol mi sollevava dall’angoscia, era un potente anestetico. Oggi che non bevo più, nonostante l’orrore e la nausea fisica che provo al solo pensiero di farmi un bicchiere, so che quella era una scelta logica, l’unica possibile. L’unica possibile di fronte all’orrore. E l’orrore è tante cose. L’orrore è l’ingiustizia, i ricchi che calpestano i deboli, l’orrore sono i bambini che soffrono, che soffrono senza capire. L’orrore non è solo la guerra, l’orrore è la gente che non comprende, che non capisce, che fa finta di non capire. L’orrore è l’urlo senza fine dei poveri del pianeta, di coloro che sono sfruttati, usati, abusati. L’orrore è questa mancanza di amore e di solidarietà che pervade tutto e tutti come un gas malefico che s’insinua ovunque sottile. L’orrore sono gli anni che passano, i migliori anni della nostra vita, senza che si metta un punto fermo alle guerre, alle ingiustizie,alle infamie, al terrore, alla povertà e alla fame. Trent’anni a lavorare con la guerra senza aver percepito alcun cambiamento. Una bella frustrazione, devo dire. Avrei fatto meglio ad immortalare matrimoni o prime comunioni. Vorrei saper suonare come Davide e sollevarmi la vita. Tu si che hai costruito qualcosa attraverso le tue note. |
Post n°830 pubblicato il 21 Aprile 2010 da alexisdg10
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Post n°829 pubblicato il 16 Aprile 2010 da alexisdg10
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Post n°828 pubblicato il 14 Aprile 2010 da alexisdg10
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Post n°827 pubblicato il 14 Aprile 2010 da alexisdg10
E come si fa, dunque, quando il cardinal Bertone, afferma a Santiago del Cile, che il poblema della pedofilia non è il celibato, ma l'omosessualità? Non ho voglia neanche di parlarne. Speriamo che la Chiesa cattolica scompaia un giorno e per sempre. Magari per mano del suo stesso dio, che immagino sia sconvolto come lo sono tutte le persone con un minimo di cervello. Maledetti manipolatori! |
Post n°826 pubblicato il 07 Aprile 2010 da alexisdg10
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Post n°825 pubblicato il 03 Aprile 2010 da alexisdg10
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Post n°824 pubblicato il 09 Marzo 2010 da alexisdg10
Eccerto, è logico. Doveva essere per forza così. Parlo delle liste del PDL e dei ragazzini che i preti di Ratisbona s’inchippettavano fra una cavatina e l’altra. Non che cambi un gran che, ma sta volta mi sarebbe piaciuto tanto ascoltare una spiegazione logica. Che so, qualcuno che comparisse in Tv e dicesse agli italiani: “ scusate, è vero, abbiamo presentato le liste in ritardo. Formigoni, con tutto il da fare che ha, se n’è scordato, o quella volta era a messa, si stava facendo un trans, snocciolava un rosario, mangiava risotto allo zafferano e ossibuchi con i suoi compari di Cl, pensava che gli uffici chiudessero un’ora dopo. Il fattorino incaricato alla consegna delle liste era ubriaco, non ha sentito la sveglia, ha bucato una gomma dello scooter. Coloro che erano preposti al controllo si sono sbagliati, hanno contato male, non sanno contare, dormivano, erano a sciare a Cortina. Il Santo Padre invece, in riferimento ai bambini che i preti cattolici stupravano in Germania, non ha trovato di meglio da dire che il Vaticano non vuole intervenire direttamente sul caso del coro. Bravissimi, è così che si fa, infatti. E certa gente continua, nonostante tutto, a votare PDL e a definirsi cattolica. Incredibile. Ma come si può? Non basta l’evidenza? Evidentemente no. |
Post n°823 pubblicato il 06 Marzo 2010 da alexisdg10
Mia piccola Lia, Piccola Lia, oggi è il tuo compleanno e ti ho portato i fiori del mercato, quelli che ti piacciono tanto, le margherite gialle che vediamo quando al mercato ci andiamo insieme e che tu dici essere i più fiori del mondo perché i più semplici e ti arrabbi ogni volta perché la gente sceglie le orchidee o i gigli o le camelie e le tue margherite restano là, invendute nei loro alti vasi di plastica verde, ad aspettare che l’uomo dei fiori le riponga il pomeriggio nel suo furgoncino bianco, nella speranza di vederle a qualcuno il giorno dopo, se saranno ancora presentabili, le margherite che tu compreresti tutte e che la gente invece non vede neppure, presa com’è dall’esotico, dal rutilante, dall’artificiale, dal sontuoso e da tutto quello che è effimero e fittizio. Sono uscito presto stamane, sono andato al mercato e ti ho comprato tutte le margherite gialle che l’uomo dei fiori aveva nei vasi di plastica verde. E adesso sei qui, sommersa da queste corolle fragili e gialle, immersa in una gioia semplice e vera. E adesso sei qui, a 11 anni e in questo mondo. E non è questo il mondo che avevo progettato per te, non è questo il mondo che avevo sognato, non è questo il mondo che speravo di consegnare nelle tue mani. Perché, sai Lia, prima o poi arriviamo tutti ad un punto in cui sospettiamo di essere stati crudelmente ingannati, incominciamo a capire che tutto è accaduto per niente, incominciamo a sospettare di essere tutti noi molto molto simili a dei cavalli impazziti, imbizzarriti, furenti, con la bocca schiumante, lanciati in una corsa senza fine. E non c’è nessuno che ci accolga al traguardo, nessuno che c’incoroni di lauro all’arrivo, nessuno che ci consegni un premio finale. E allora, in questa corsa finale che da molto tempo ho capito inevitabile, solo ci resta il piacere e il conforto di correre fianco a fianco, confusi i nostri respiri affannosi, confuse le nostre lacrime, il nostro sangue e il nostro sudore, fino all’ostacolo ultimo, uno steccato solo un poco più alto, e poi il cadere giù a piombo. E in questa corsa finale, Lia, in questa corsa ultima,mentre i miei anni passano e con essi i sogni e le illusioni e le speranze, io ti ricopro oggi di margherite gialle, un fiore semplice e banale, in fondo come la vita stessa. E non è questo quello che avevo progettato, non è questo ciò che avevo sognato per te-un mondo diverso e più buono, un mondo dove, come nel tuo, non esistessero vincitori né vinti, né re né servi né dei, solo uomini fra gli altri uomini- non è questo ciò che avevo sperato, ma sono vivo e corro la mia corsa come me lo permettono le mie zampe ammaccate, senza nitrire, senza schiumare, senza cadere, senza inciampare, col miglior galoppo che mi è possibile avere. Sono vivo Lia e vengo verso di te con le mie margherite gialle, nel giorno del tuo compleanno. Con tutto l’amore che posso. |
Post n°822 pubblicato il 04 Marzo 2010 da alexisdg10
1.Perché manca la domanda n.2? eh??
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Post n°821 pubblicato il 27 Febbraio 2010 da alexisdg10
C’è un ragazzino all’inferno che mi segue da quando sono sceso dall’aereo. E’ sporco, coperto da uno straccio che non ha mai visto l’acqua, è scalzo. Ha uno sguardo duro, gli angoli della bocca piegati all’ingiù. “io tuo aiuto!, mi dice subito. Gli spiego che non ho bisogno di alcun aiuto. Si arrabbia, pesta i piedi per terra come un bimbo piccolo, avrà sì e no sedici anni. Mi segue da mattino a sera. “ Alcol? Colla? Crack?” Gli spiego che non ho bisogno di nulla. Una sera torna alle porte dell’albergo dove soggiorniamo con una ragazza, poco più che una bambina. “ Scopatela, è tua, costa 10 dollari” mi dice serio. Lo prendo per un braccio, lo strattono. Lui insiste. Lo alzo di peso e gli stampo un ceffone sul muso. Gli scende una lacrima. “ Prendi me, allora. Ti succhio il cazzo, me lo metti dentro tu o te lo metto io.” Di notte il caldo umido è esasperante. Non riesco a chiudere occhio. La mattina è sempre lì, mi aspetta fuori. “ Mi chiamo Abel” mi dice un giorno. “ Abel ti porta la borsa, 1 dollaro al giorno, va bene?” Lo prendo per la collottola, lo trascino in una baracca là vicino dove servono caffè bollente. Abel chiede una coca cola. “ Allora stasera ti succhio il cazzo, va bene? Oppure lo succhi tu a me. Abel sano, no AIDS, lui sano” Si gratta le pulci sulla testa mezza pelata. “Non voglio questo da te Abel, non voglio niente da te” gli spiego. “ Allora tu aiuti Abel, lo aiuti, va bene?” “Dove abiti” gli chiedo “ Lui si guarda attorno “ Vicino al tuo albergo, sul marciapiede. “ Dovresti farti una doccia” gli dico “ E poi? Domani di nuovo sporco” mi risponde. “ Io vengo con te domani e anche dopo” “ Non mi serve nessuno Abel” “ Io seguo te, tu fai foto, io seguo” “ Vado in certi posti che non sarebbero adatti a un ragazzino” Lui ride, non smette di ridere. “ Io vedo tutto, bombe, guerra, io no paura, tu paura, tanta. Io aiuto te per no paura”. Abel mi segue, la sera mi accompagna in albergo, mi saluta con una mano e mi dice “ tomorrow again”. Va avanti così per quindici giorni di fila. Una volta, nella solita baracca di fronte al mio caffè e alla sua coca cola gli chiedo: “ perché non vai a scuola Abel? Ce l’avete qui una scuola” Lui mi guarda strano. “ Soldi, no scuola, scuola non paga” Poi ride. Il giorno della mia partenza mi accompagna all’aeroporto. Ci fanno scendere dal pullman un km prima, per ragioni di sicurezza, dicono. Lui mi aiuta a trascinare la sacca. “ Tu torni, vero? Torni e ti porti via Abel, lo porti con te, lontano” Dal nulla esce fuori una ragazzina. E’ zoppa, ha i piedi che guardano in dentro, il viso deforme, gli occhi strabici, un sorriso ebete stampato sul volto, come una ferita. Mi tocca la mano. “ Mio nome Jasmina” Si trascina dietro di noi, con i suoi piedini storpi, arranca e mi tocca la mano. “ one dollar, please, give me one dollar!” Abel le molla uno schiaffone sul volto. Lei non fa una piega. “ Mendicante cattiva” mi spiega lui. “ Puttana, tu non guardare, non dare niente. La ragazzina continua il suo canto sgraziato “ one dollar, please, just one dollar!” |
Post n°820 pubblicato il 06 Febbraio 2010 da alexisdg10
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Post n°819 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da alexisdg10
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Post n°818 pubblicato il 01 Febbraio 2010 da alexisdg10
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REGOLE DEL BLOG
Questo blog è nato come luogo di svago, come luogo di scambio di opinioni e di idee, come luogo di confronto, un posto dove ascoltare un pò di musica e leggere qualcosa . Magari, a volte, qualcosa di stimolante e persino d' interessante.
E non necessariamente perchè lo scrivo io.
Un luogo dove poter interagire liberamente. Tutti possono entrare, leggere e commentare purchè si esprima un 'opinione senza offendere chi la pensa diversamente. La libertà di ognuno di noi cessa nel momento in cui lede quella di un altro. La maggior parte delle foto e degli scritti in questo blog sono miei, ma alcuni sono anche tratti dal web. Dove possibile sono citati gli autori e le fonti. Se per disattenzione o perchè non disponibili, accadesse che in qualche modo qualcuno di sentisse leso, può tranquillamente scrivermi e la foto o il post verranno rimossi. In questo blog è lecito parlare di tutto. Ed è lecito dissentire. Come è pure lecito e auspicabile costruire. Il dissenso è legittimo quando è finalizzato alla costruzione e non alla mera distruzione fine a se stessa. Nessun commento sarà mai rimosso o censurato.
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ULTIMI COMMENTI
PER I VOSTRI VIAGGI CONSAPEVOLI
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
I bambini della luna fiutano e aggirano le loro capanne.
Verranno le iguane vive a mordere gli uomini che non sognano
e colui che fugge col cuore spezzato troverà alle cantonate
l'incredibile coccodrillo tranquillo sotto la tenera protesta degli astri.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
C'è un morto nel cimitero più lontano
che si lamenta da tre anni
perché ha un paesaggio secco nel ginocchio;
e il fanciullo che hanno seppellito stamane piangeva tanto
che fu necessario chiamare i cani per farlo tacere
Non è sogno la vita. All'erta! All'erta! All'erta!
Precipitiamo dalle scale per mangiare la terra bagnata
o saliamo al margine della neve con il coro delle dalie morte.
Ma non c'è oblio né sonno:
carne viva. I baci legano le bocche
in un groviglio di vene recenti
e, a chi gli duole, il suo dolore gli dorrà senza tregua
e, chi teme la morte, se la porterà sulle spalle.
Un giorno
i cavalli vivranno nelle taverne
e le formiche infuriate
aggrediranno i cieli gialli che si rifugiano negli occhi delle vacche.
Un altro giorno
vedremo la resurrezione delle farfalle dissecate
e andando in un paesaggio di spugne grigie e di navi mute
vedremo brillare il nostro anello e scaturire farfalle dalla nostra lingua.
All'erta! All'erta! All'erta!
Quelli macchiati ancora di fanghiglia e acquazzone,
quel ragazzo che piange perché non sa l'invenzione del ponte
o quel morto cui rimane soltanto la testa e una scarpa,
bisogna portarli al muro dove stanno in attesa iguane e serpenti,
dove aspetta la dentatura dell'orso,
dove aspetta la mano mummificata del bambino
e la pelle del cammello s'arriccia con un violento brivido azzurro.
Non dorme nessuno nel cielo. Nessuno, nessuno.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno chiude gli occhi,
frustatelo, figli miei, frustatelo!
Permanga un panorama di occhi aperti
e amare piaghe accese.
Non dorme nessuno nel mondo. Nessuno, nessuno.
Ve l'ho detto.
Non dorme nessuno.
Ma se qualcuno nella notte ha troppo musco alle tempie,
aprite le botole affinché veda sotto la luna
i bicchieri falsi, il veleno e il teschio dei teatri.
Federico Garcia Lorca
sul comodino ( ma anche per terra e sotto il letto)
FOTO
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FOTO
Inviato da: cassetta2
il 09/08/2023 alle 10:38
Inviato da: emilytorn82
il 28/12/2016 alle 19:30
Inviato da: sariel
il 14/02/2015 alle 14:07
Inviato da: magdalene57
il 17/06/2014 alle 09:04
Inviato da: AngelaUrgese2012
il 26/04/2014 alle 22:53