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La città che sbadiglia

Post n°161 pubblicato il 02 Maggio 2006 da lumiss
Foto di lumiss

"Fu nelle vie di questo
Borgo che nuova cosa
m'avvenne"
- Umberto Saba, Il Borgo -

Te ne stai lì distesa a guardare la tua nemica, Venezia, e sbadigli e ti stanchi al solo pensiero di tutti quei turisti dagli occhi a mandorla.
Ti guardi le gambe, bella Trieste, e ammiri quel gioiello che hai alle caviglie, il Castello di Miramare, e lo vezzeggi, ne fai il tuo vanto.
Tra i capelli porti un diadema, Muggia, che splende di riflessi e di semplice grazia. 
I tuoi fianchi, ondulati e sodi come la pietra del Carso, hanno generato e perso figli, tanti figli, che ti ricordano, da vivi o da morti, con il medesimo affetto, con la medesima mescolanza di perdono filiale e critica fraterna.
Riposi distesa e sinuosa, e un poco, Trieste, lo sai, ci assomigliamo: anche tu sei un quadro cubista, anche tu non conosci armonie, ma vivi di dissonanze, di picchi e di fossi.
Ti lasci scaldare dal sole di Maggio e la tua non è che effimera vanità: sai bene che tra qualche mese tornerai ad essere quella di sempre, quella donna severa e arcigna, imponente e un po' cupa, come solo tu sai essere, Trieste, nelle giornate d'inverno, bagnata dalla pioggia e sferzata dal vento che penetra e congela.
Ti ripari dalla brezza di tarda primavera con la tua coperta scura e pesante, quell'Adriatico che ti ospita e quasi non ti conosce, e quasi ti rinnega, per quanto distante sei da tutto quello che ha già visto, da tutto quello che è o sente di essere.
E sbadigli, Trieste, all'ora del tramonto, proprio ora, e da Piazzale Europa, si vede quell'ombra che la tua mano produce levandosi verso la bocca, in un gesto che più che educazione si rivela per quel che è: un vezzo vanesio.
Riposa, Trieste, riposa, perchè tornerò a scompigliare i tuoi giorni, a pestare le foglie secche cadute dai tuoi alberi, tornerò a rumoreggiare nelle tue strade, per farti dispetto.
Tornerò a farti invidia, quando mi vedrai con lui e ti sentirai sfruttata e un poco violentata quando userò le tue scenografie per raccontare la mia storia, e userò le tue strade filiformi per tessere la mia tela.
Riposa, cara amica (e forse solo ora ti scopro tale), riposa, chè presto avrò bisogno di tutta la tua energica bellezza, di modo che potrò nuovamente dire: " Con noi dentro, questa città è ancora più bella".
"Ricorda e splendi", Trieste.

"Trieste dormi
el mar se movi apena
le stele brila
e le te fa sognar"
- La marinaresca, canzone popolare triestina -

 
 
 
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