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Se Romano piange Renato non ride. Se Prodi è sempre più sulla graticola, il suo amico Soru non gode di posizione migliore. Ormai il Governatore è sottoposto a un tiro incrociato e rischia di soccombere sotto il fuoco amico. Da un lato l'opposizione che spinge su temi delicati quali "l'affair saatchi & saatchi", un affare pieno d'ombre e poche luci, e la coalizione "amica" che promuove il referendum sulla legge statutaria appena approvata e tanto cara al presidente. Poi ci si mette anche la Procura che a giorni dovrebbe rendere note, dopo aver ascoltato commissari di gara e protagonisti della vicenda, le sue intenzioni. La data che potrebbe rivelarsi cruciale per il Governatore potrebbe essere quella del 19 giugno, data in cui il Re-nato si presenterà in aula per la discussione della relazione finale redatta dalla commissione d'inchiesta sul caso "saatchi". Per l'occasione, il centrodestra ha chiesto la diretta televisiva della seduta ma lui avrebbe obiettato che accetta solo le telecamere di Ballarò, quelle del suo amico Floris. Nel frattempo Soru minaccia di dare le dimissioni se i consiglieri di maggioranza non ritirano le firma dalla richiesta di referendum per la statutaria. Insomma, da più parti il Presidente è tirato per la giacca e rischia grosso.

(foto da l'altravoce.net)

Alla richiesta di rimpasto risponde che "i rimpasti si fanno in panetteria". Sarà, ma è certo che, visto l'aria che tira, l'impasto per il suo panettone natalizio non farà in tempo a lievitare. L'avviso di sfratto è arrivato dalle urne in occasione delle elezioni amministrative e la conferma arriva dai continui distinguo e dalla presa di distanza di gran parte dei partiti della coalizione soriana. Partiti che si comportano come i topi quando la barca affonda: si salvi chi può. Caro governatore il tempo è venuto, ne prenda atto, si dimetta e torni a godersi l'armonia del suo campus tiscali portato da lei al rango di monumento sardo. Per il bene della sardegna.