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Fatti non foste a viver come bruti

"... Non vogliate negar l’esperienza
di retro al sol, del mondo sanza gente.
Considerate la vostra semenza
fatti non foste a viver come bruti
ma per seguir virtute e canoscenza
"

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120)

 

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Esempi Italiani: "Donato Menichella"

Post n°582 pubblicato il 20 Maggio 2008 da unamicoincomune
 

Donato Menichella (Biccari 1896 - Roma 1984)

Donato Menichella è, probabilmente, per molti un nome come tanti. Un nome senza volto e a volte un volto senza nome. Ma Donato Menichella è, per l’Italia, intera uno dei personaggi che ne ha influenzato, maggiormente, la storia. Come direttore generale dell’Iri, Menichella fu negli anni trenta, accanto ad Alberto Beneduce, uno dei massimi protagonisti dell’intervento pubblico in economia; dopo la guerra divenne governatore della Banca d’Italia e prese decisioni fondamentali sulla moneta, il sistema bancario, lo sviluppo economico. La sua smania di visibilità era inversamente proporzionale alle sue competenza ed alla concretezza dei suoi interventi. Pur tendendo a restare dietro le quinte egli era un uomo dal forte carisma che amava il suo Paese ed il suo lavoro. Con lui alla guida della Banca d’Italia, il Paese passò dalle rovine della guerra al "miracolo economico". E mentre il Paese viveva il suo boom, grazie a Menichella la lira si guadagnò il cosiddetto  "Oscar", un prestigioso riconoscimento assegnato alla valuta più stabile al mondo.

  • Politicamente Menichella fu un “conservatore illuminato”, vicino a De Gasperi e sostenitore, nei fatti, della cultura dell’esempio tanto che di lui si parla anche nel recente libro di Stella e Rizzo, La deriva, per evidenziare il grande spessore morale e la caratura dell’uomo. Caratura che si evince, chiaramente, dalle parole del figlio Vincenzo, a cui il padre lasciò in eredità un opuscolo sul perché egli non diventò ricco,   ...Mio padre era uno "specialista dell'autoriduzione". Autoridusse il suo stipendio nell'anteguerra a meno della metà. Non ritirò, quando fu reintegrato all'IRI, due anni e mezzo di stipendio; al presidente Paratore rispose: 'Dall'ottobre 1943 al febbraio 1946 non ho lavorato!'. Fissò il suo stipendio nel dopoguerra a meno della metà di quanto gli veniva proposto; lo mantenne sempre basso. Se il decoro del grado si misura dallo stipendio, agì in modo spudoratamente indecoroso! Il 23 gennaio 1966, al compimento del settantesimo anno, chiese ed ottenne che gli riducessero il trattamento di quiescenza, praticamente alla metà, giustificandosi così: 'Ho verificato che da pensionato mi servono molti meno danari!'. Ai figli ha lasciato un opuscolo dal titolo: 'Come è che non sono diventato ricco', documentandoci, con atti e lettere, queste ed altre rinunce a posti, prebende e cariche. Voleva giustificarsi con noi: 'Vedete i denari non me li sono spesi con le donne; non ci sono, e perciò non li trovate, perché non li ho mai presi!' Mia madre (gli voleva molto bene) ha sempre accettato, sia pure con rassegnazione, tali sue peregrine iniziative (anche quando dovemmo venderci la casa e consumare l'eredità di lei); però ogni tanto ci faceva un gesto toccandosi la testa, come a dire: 'Quest'uomo non è onesto, è da interdire' poi sorrideva e si capiva che era orgogliosa di lui. (Vincenzo Menichella, Roma, "Giornata Menichella", 23 gennaio 1986).

Menichella aveva grande attenzione per la piccola impresa e per l’agricoltura. Era, al tempo stesso, un industrialista (Iri) e un localista: un apparente paradosso che si spiega con la sua diffidenza per una classe di capitalisti privati che aveva dimostrato grande propensione ad alimentarsi di aiuti pubblici e a scaricare le perdite sullo stato, senza rischiare in proprio. ( già allora si guardava con diffidenza ai famosi “capitali coraggiosi” ma, evidentemente, altri hanno preferito guardare in direzioni opposte). Si dimise dalla carica di governatore nel 1960 e non volle ricoprire, nonostante le innumerevoli offerte,  altri incarichi. Menichella morì nel 1984. Non lasciò agli eredi grandi patrimoni ma, sicuramente, lasciò loro e all’Italia intera un grande esempio. Un esempio, purtroppo, accantonato in nome dell’avidità e della cupidigia. Riusciremo a recuperare e seguire questo esempio? Il Paese ne ha certamente bisogno!

 

 
 
 
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AL VERO GABBIANO JONATHAN

immagineLa maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.Ma a sue spese scoprì che, a pensarla in quel modo, non è facile poi trovare amici, fra gli altri uccelli.

 

SE

 

"Se" Se saprai conservare la testa, quando intorno a te tutti perderanno la loro, e te ne incolperanno; Se crederai in te stesso, quando tutti dubiteranno, ma saprai intendere il loro dubbio; Se saprai aspettare, senza stancarti dell'attesa, ed essere calunniato senza calunniare o essere odiato senza dar sfogo all'odio e, non apparire troppo bello, ne parlare troppo saggio; Se saprai sognare, e non rendere i sogni tuoi padroni; se saprai pensare, e non fare dei pensieri il tuo fine; se saprai incontrare il Trionfo e il Disastro, e trattare questi due impostori nello stesso modo; Se saprai sopportare di sentire quello che hai detto di giusto falsato dai ribaldi per farne trappola ai creduli o vedere le cose per cui hai dato la vita, spezzate e curvarti e ricostruirle con utensili logorati; Se saprai fare un mucchio di tutte le vicende e rischiarlo in un giro di testa e croce; E perdere e ricominciare da capo e non fiatar verbo sulle tue perdite; Se saprai forzare il tuo cuore e i nervi e i tendini per aiutare il tuo volere, anche quando essi sono consumati; e così resistere quando non c'è più nulla in te tranne che la volontà che dice loro: "reggete!" Se saprai parlare con le folle e mantenere le tue virtù e passeggiare con i Re e non perdere la semplicità; Se ne nemici, ne prediletti amici avranno il potere di offenderti, se tutti gli uomini conteranno ma nessuno conterà troppo; se saprai riempire il minuto che non perdona, coprendo una distanza che valga i sessanta secondi; Tuo sarà il mondo e tutto ciò che contiene e, ciò che conta, sarai un uomo,figlio! Rudyard Kipling

 

EINAUDI

"Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi." - Luigi Einaudi

 

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