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Il PDL ha visto la luce, nella 3 giorni romana i 6000 delegati in rappresentanza dei milioni di elettori del centrodestra hanno  dato vita alla più grande formazione politica del dopoguerra , una formazione politica che ha già avuto, ancor prima di nascere formalmente, il suo battesimo del fuoco alle elezioni politiche dello scorso anno . Elezioni che hanno sancito il ritorno al governo, dopo due anni di purgatorio, del Cavaliere e del suo sogno. Il sogno di trasformare il Paese in una vera democrazia moderna ed efficiente , una democrazia che mette al primo posto l'individuo e la sua libertà. Libertà di essere, di pensare, parlare, intraprendere e scegliere. Questo è il sogno di Berlusconi,  il sogno dei liberali e di tutti coloro che pensano che lo Stato debba essere al servizio del cittadino.
Nel suo intervento  d' apertura Berlusconi non ha fatto altro che ribadire il suo credo , la platea l'ha recepito, l'ha applaudito e ha tributato il giusto onore al relatore.  Meno propensi a tributare onori al Cavaliere sono stati, ovviamente, i suoi avversari politici. Per il, diciamo, leader pro tempore del PD, Franceschini, Berlusconi non ha fatto altro che ripetere concetti vecchi, concetti di altri tempi. Concetti superati e ancorati a un passato che non esiste più. Sicuri? Quel passato, purtroppo, è sempre presente. Un presente fatto di odio verso l’avversario politico, fatto di preconcetti, di supponenza e presunzione. Un presente caratterizzato dal più rigido conservatorismo, un conservatorismo rappresentato da una parte politica che si ostina a guardare la realtà attraverso lenti ormai usurate, lenti scheggiate che distorcono il tutto. Una certa parte politica che, nonostante l’intuizione, e di questo bisogna dargliene merito, della necessità di semplificazione della scena politica italiana continua a pontificare sull’operato, e sulle intenzioni, altrui senza cercare di costruire un vero partito dei, cosiddetti, progressisti. Il PD continua a restare un embrione, un embrione delicato e fragile, un embrione al quale non si è trovato ancora un utero adatto ad accoglierlo. Consci di questo i diversi esponenti democratici continuano a nascondere il proprio male e cercano di farlo guardando nella casa altrui. Sembrano tanti sciacalli che girano intorno a quella che, per la loro incapacità di valutare e pesare il prossimo, ai loro occhi è la preda: Berlusconi ed il suo PDL. Un Berlusconi che, nonostante i continui attacchi cui è stato sottoposto in questi anni, continua ad essere il leader dei moderati italiani. Berlusconi è riuscito in ciò che non hanno saputo fare gli avversari, è riuscito a mettere insieme forze politiche diverse dando vita ad una creatura che, stando ai sondaggi, si attesta intorno al 44% dei consensi, ben al di sopra della semplice somma matematica dei consensi per le diverse componenti. Il Pd ha fatto l’esatto contrario, l’unione di DS e Margherita ha dato vita ad un fiore con meno petali di quelli iniziali. Un fiore che continua a perdere petali e splendore e che, nel tentativo di contrastare l’avversario, sente la necessità, con Veltroni prima e con Franceschini ora, di tornare al buon vecchio antiberlusconismo di maniera. Tutto ciò che fa Berlusconi non va bene, Berlusconi si candida alle europee, rispolverando la visione romantica del condottiero alla testa delle sue truppe, e Franceschini dice che è una truffa. Berlusconi destina risorse alle grandi opere e Franceschini dice che non è così che si aiuta l’economia e la fame delle famiglie. La sua proposta: la solita ripartizione della povertà. Diamo a tutti senza criterio così lo Stato s’impoverisce ulteriormente e gli italiani si ritrovano uniti nell’indigenza. Berlusconi lancia l’idea del piano casa e non va bene neanche questo. I soliti saccenti continuano a snocciolare ricette, quando si è all’opposizione è facile parlare, ma, volenti o nolenti, al Governo c’è Berlusconi. E sapete perché? Perché la sovranità appartiene al Popolo ed il Popolo ha scelto Berlusconi. Evidentemente il PD, e il suo alleato Di Pietro, non è reputato credibile e maturo per assumere la guida del Paese. Rassegnatevi cari ex compagni, domani è un altro giorno…