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Post n°4936 pubblicato il 11 Luglio 2011 da cile54
DEPRESSIONE SOCIALE
E’ la quarta malattia nel nostro Paese, piu’ colpite le donne ma anche uomini con un basso livello di istruzione mentre i soggetti a rischio vivono nelle grandi citta’. Questo l’identikit della persona depressa oggi in Italia. Secondo il sistema di sorveglianza Passi coordinato dal Centro Nazionale di Epidemiologia e Promozione della Salute (CNESPS) dell’ISS,il 6% degli italiani adulti dai 18 a sotto 69 anni, riferisce i sintomi di umore depresso e/o perdita di interesse o piacere per tutte o quasi tutte le attività. Tanto emerge dalle interviste telefoniche effettuate da operatori appartenenti a 138 ASL sparse sul territorio nazionale. Sono in maggioranza donne, ma anche uomini con un basso livello di istruzione, che vivono condizioni sociali e di salute vulnerabili. Tra queste, le persone con malattie croniche come ictus, infarto e altre patologie cardiovascolari, diabete, malattie respiratorie e del fegato, tumori. Si tratta inoltre di persone che non lavorano o che lavorano saltuariamente. Nel PASSI sono state utilizzate solo le 2 domande di screening su umore depresso e perdita di interesse considerate dalla letteratura scientifica sufficienti per individuare le persone a rischio di depressione in quanto riguardanti i sintomi essenziali dell’episodio depressivo maggiore". Inoltre, secondo i dati, circa il 60% delle persone con questi sintomi si rivolge a professionisti o a familiari per ricevere aiuto: il 34% a un medico, il 19% ai propri familiari e il 7% sia a un medico sia ai familiari. Gli uomini riferiscono più raramente di aver chiesto aiuto (53% contro il 62% delle donne). Le conseguenze sulla qualità della vita sono scontate: meno di un terzo di chi riferisce sintomi di depressione (31%) descrive il proprio stato di salute come "buono" o "molto buono", contro il 70% delle persone senza sintomi depressivi. Tra le persone che dichiarano sintomi di depressione, è significativamente più alta sia la media di giorni in cattiva salute fisica e mentale sia quella dei giorni con limitazioni di attività. Se la malattia sembra avere preferenza di classi culturali e di sesso, lo stesso non si puo’ dire per quanto riguarda la distribuzione geografica. Colpisce infatti indistintamente al Sud, al Centro e al Nord senza mostrare picchi particolari. |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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