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I pennivendoli italiani tutti contro Syriza e in appoggio ai ricatti della troika. Regna sovrana la disinformazione di regime

Post n°6542 pubblicato il 20 Giugno 2012 da cile54

Come la stampa italiana ha manipolato la contesa greca

 

Il titolo di Repubblica di oggi è: “Grecia: resteremo nell’Euro”; quello del Mattino: “Vince il fronte salva-euro”. Per La Stampa: “Vince il partito pro-Euro”. Per Il Giornale addirittura “L’Euro è salvo”, appena mitigato da un malevolo “per ora” messo tra parentesi. Potrei continuare. Poi apro il New York Times e leggo: “Supporters of Bailout Claim Victory in Greek Election”. Che vuol dire: “I favorevoli del bailout (il prestito concordato a durissime condizioni con la troika) si proclamano vincitori in Grecia”.  Il Wall Street Journal titola semplicemente “i conservatori vincono in Grecia”.  La principale agenzia di stampa francese titola che “i partiti pro-bailout vincono elezioni sul filo del rasoio”. È praticamente lo stesso titolo della BBC: “i partiti pro-bailout vincono elezioni tiratissime”. Perfino il tedesco Spiegel titola: “un barlume di speranza per la Grecia”. Per la Grecia, non per l’Euro. Nessuno di questi giornali è pro-Syriza, anzi, sono tutti media che difendono il rigore monetarista ma, semplicemente, non hanno costruito una realtà virtuale, come invece ha fatto la stampa italiana, per la quale Syriza sarebbe stato un partito anti-Euro, favorevole al ritorno alla Dracma.

 

È evidente che la stampa italiana, più di altri giornalismi altrettanto mainstream ma dalla schiena più dritta, ha preferito manipolare la realtà delle elezioni in Grecia presentando il voto non come una sfida tra partiti favorevoli all’accordo (il bailout, il prestito, il memorandum) così com’è e altri, in primo luogo la sinistra di Syriza, favorevoli ad una rinegoziazione del debito. È dubbio su quale possa essere la miglior strategia per la Grecia per restare nell’Euro, se con i sacrifici umani pretesi dalla cancelliera Angela Merkel, o con un approccio più prudente e keynesiano, quale quello invocato dal leader di Syriza Alexis Tsipras. Non è in dubbio che la stampa italiana abbia scelto ancora una volta all’unisono di non informare ma orientare gli italiani su una realtà virtuale per la quale non vi sarebbe alcuna alternativa possibile (tantomeno a sinistra) al monetarismo draconiano ed al dominio della finanza sulla politica.

 

Per i giornali italiani il dato che i tre quarti dei greci vogliano rimanere nell’UE e continuare ad usare l’Euro e che Syriza non si discosti da tale prospettiva, era un dettaglio ingombrante, una complicazione da occultare, non un dato politico sostanziale. Molto meglio calunniare e dire che Syriza fosse per il ritorno alla Dracma truffando i propri lettori e l’opinione pubblica italiana. Se Antonis Samaras, il leader di Nuova Democrazia, poteva legittimamente usare l’argomento di propaganda “o noi o si esce dall’Euro” è indice di straordinaria povertà interpretativa e malafede politica che i giornali abbiano scambiato un argomento di parte per il tutto.

 

Tale situazione ricorda l’11 aprile spagnolo. In presenza degli attentati terroristici di Madrid ed a tre giorni dalle elezioni politiche, il governo di José María Aznar decise a tavolino di attribuire all’ETA e non ad Al Qaeda quegli attentati e tutti i media, di destra, di centro e di sinistra, si adeguarono. Solo informandosi all’estero gli spagnoli poterono sapere la verità sui più terribili attentati terroristici della loro storia. Una volta di più la rete Internet, e la capacità di leggere informazione plurilingue, si rivelano fattori indispensabili per smascherare il monoscopio informativo, spagnolo in quel caso, italiano nell’esempio sull’interpretazione data alle elezioni di Atene. Il governo dei tecnici, il sistema dei partiti, il sistema mediatico a loro completamente asservito, erano terrorizzati dalla prospettiva che potesse solamente prospettarsi un altro tipo di accordo sul debito greco, che preservasse insieme alla permanenza del paese nell’Euro anche un po’ di equità sociale. Quest’ultima va sempre presentata come utopia ed estremismo fino a cambiare la realtà e presentare il voto greco non come un referendum sul bailout ma come un referendum sull’Euro.  Solo guardando fuori dai nostri confini linguistici, a organi sovversivi come il New York Times, è possibile smascherarli.

 

Gennaro Carotenuto

18/6/2012

www.gennarocarotenuto.it

 

NELLA FOTO. Alexis Tsipras, leader di Syriza e Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista-Federazione della Sinistra, il giorno delle votazioni in Grecia

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