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Post n°6546 pubblicato il 21 Giugno 2012 da cile54
La legge 194 non si tocca Respinto il ricorso alla Consulta. I giudici della Corte costituzionale dichiarano "manifestamente inammissibile" il ricorso di un giudice di Spoleto su un articolo della legge che in Italia regola l'aborto.
La legge 194 del '78 rimane al suo posto, senza nessun intervento "chiarificatore". Magra consolazione, visto le molte parti della legge che regola l'interruzione di gravidanza in Italia, che non vengono rispettate (a partire dall'alto numero di medici abortisti in Italia), ma da pochi minuti è stato sventato un vero e proprio tentativo di creare un vulnus per via giuridica a una legge fondamentale. Mentre i giudici della Corte costituzionale discutevano sulla legittimità di un ricorso presentato da un magistrato del tribunale di Spoleto, la rete si scatenava e su twitter #save194 è diventato un trend del social network.
Per l'alta Corte il ricorso è "manifestamente inammissibile". A sollevare il caso è stato un giudice del Tribunale di Spoleto, dopo la richiesta di una sedicenne di abortire senza coinvolgere i genitori. Il giudice minorile aveva rilevato un contrasto rispetto a quanto indicato dalla Corte europea per i diritti dell'uomo sulla tutela assoluta dell'embrione umano. Su questa base il giudice tutelare riteneva che l'articolo 4 della legge 194 si ponesse in conflitto con i principi generali della Costituzione ed in particolare con quelli della tutela dei diritti inviolabili dell'uomo (art. 2) e del diritto fondamentale alla salute dell'individuo (art. 32 primo comma della Costituzione). Altre obiezioni erano state formulate con riferimento agli articoli 11 (cooperazione internazionale) e 117 (diritto all'assistenza sanitaria e ospedaliera) della Costituzione.
Ma i giudici costituzionali non hanno ammesso questa tesi.
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Roma, 12 maggio 1977
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