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Post n°7074 pubblicato il 16 Novembre 2012 da cile54
Susa invasa da soldati e trivelle. Corteo notturno "Vestirsi bene, portarsi un cambio, prendere strade secondarie". Il sito dei No Tav dà le raccomandazioni per circolare in una valle in cui scorazzano agenti e militari come in una zona di guerra qualsiasi. L'esercito di occupazione blocca la statale 24 e l'A32. Una stazione torinese, RadioBlackout, racconta che mentre i manifestanti si recavano a un presidio, hanno incrociato una volante della polizia. Un poliziotto ne è sceso con la pistola in mano e la gente, indignata, lo ha costretto a risalire in auto. Ci sono alcune centinaia di No Tav in giro. La temperatura balla intorno allo zero. «Una militarizzazione spaventosa per proteggere tre trivellazioni dove dovrebbero fare quella che chiamano la stazione internazionale - spiega a Popoff, Nicoletta Dosio - la Valle è tagliata a metà. Tutti i camion passano in mezzo alle case delle frazioni, su strade strette». Mentre scriviamo è in corso un appuntamento sulla Rotonda del Vernetto, a Chianocco, dopo una giornata iniziata con la "sorpresa" delle trivelle all'autoporto di Susa e continuata con il tamtam in rete e l'assemblea popolare al presidio di S.Giuliano per decidere di andare in corteo, un corteo di macchine, lungo l'autostrada a vedere insieme la situazione delle trivelle. Dopo le 22.30, l'autostrada viene bloccata con barricate che vengono incendiate, in entrambe le direzioni da alcune centinaia di manifestanti. «Le trivelle sono invisibili», dice Nicoletta. Circondate dai new jersey, barriere stradali in calcestruzzo, e da mezzi dell'esercito di occupazione, dovrebbero lavorare un centinaio di ore. «Due chilometri di blindati sono schierati contro di noi» Nella notte, come sempre, con milleduecento uomini armati in divisa a disposizione su tre turni, Ltf ha piazzato tre trivelle all'autoporto di Susa per realizzare i carotaggi, quei lavori non fatti grazie alla mobilitazione del movimento No Tav nel 2010. Il progetto è «insopportabile» e prevede anche lo spostamento dell'autostrada che già ha sventrato la Valle. E' l'ennesima prova di forza contro la Valle. Nella notte statali bloccate e il cielo, intorno all'autoporto, blu dei lampeggianti. «Ieri c'erano posti di blocco ovunque, la digos in borghese nei paesi, pensavamo fosse per l'arrivo della Cancellieri invece era per le trivelle». «Ci spiace - dicono in un comunicato le donne e gli uomini che da 13 anni contrastano il progetto di grande opera - ma non siamo sopresi, e ci muoviamo secondo i ritmi di un movimento popolare che è impegnato tutti i giorni a contarstare quest'opera! Chi invece tenta sempre e solo inziative utili a "piantare bandierine" come per il gioco del Risiko, è Ltf e la corte di servitori che si porta dietro (sì tav di ogni genere e strateghi da questura), infatti ancora una volta, per fare delle trivellazioni devono schierare 1000 uomini, chiudere autostrada e statali e scegliersi il posto più difendibile di tutta la Valle, cioè l'autoporto». Le trivellazioni servono a un progetto definitivo che ad oggi non esiste, ma nonostante questo esiste un cantiere come quello di Chiomonte. Con quattro buchi realizzati qua e là tra mille difficoltà Ltf e Virano presenteranno l'ennesima falsità con i soldi dei contribuenti e noi ancora una volta non ci arrenderemo per tre buchi. Unico esponente politico a solidarizzare con i valligiani è Paolo Ferrero del Prc: «I "tecnici" stanno continuando un'opera perfettamente inutile per il trasporto delle merci, un progetto considerato già vecchio e sorpassato, costoso e dannoso per l'ambiente. Tanto che la Francia ha espresso non solo dubbi, ma con tutta evidenza si sta sfilando dal progetto, dopo la presa di posizione della Corte dei conti. Gli unici che follemente continuano a volere l'alta velocità in Val Susa sono i governi italiani, prima Berlusconi e ora Monti. Tutta la nostra solidarietà al movimento No Tav». Checchino Antonini |
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Roma, 12 maggio 1977
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