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Post n°7116 pubblicato il 29 Novembre 2012 da cile54
2 lavoratrici sul tetto del S. Raffaele Questo volantino, che informa sulla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori dell'ospedale San Raffaele, vuole essere un atto di solidarietà nei loro confronti. Lo firmano donne, preoccupate anche dal fatto che l'80 per cento dei dipendenti a rischio è di sesso femminile. I FATTI Prima di esporre brevemente i fatti, si ricorda che: il San Raffaele riceve dalla Regione Lombardia finanziamenti che sfiorano i 400 milioni all'anno e rappresentano oltre il 90 per cento delle sue entrate; la gestione dell'ospedale da parte di Don Verzè, si è rivelata fallimentare e truffaldina. Quindi ancora una volta molti soldi pubblici per interessi privati, spesso tutt'altro che puliti. Della vicenda del San Raffaele si cerca oggi di far pagare il prezzo a lavoratrici e lavoratori. La nuova proprietà dell'ospedale, padron Rotelli il 31 ottobre ha avviato le procedure per 244 licenziamenti su 3014 dipendenti. A questo numero vanno aggiunti i contratti a tempo determinato e le dimissioni volontarie, per altri 180 posti di lavoro che si sono persi in pochi mesi. Oltre ai licenziamenti si prepara il passaggio del contratto del personale dalla sanità pubblica a quella privata, con il conseguente peggioramento delle condizioni lavorative e retributive. Per esempio, il primo mese di congedo parentale non verrebbe più retribuito al 100 per cento. Questo disegno, che porterebbe anche al peggioramento dell’assistenza sanitaria di qualità, incontra una resistenza straordinaria: un presidio permanente anche notturno, iniziative verso i pazienti e la cittadinanza, volantinaggi, blocchi di strade, cortei, fino alla protesta sul tetto. Le donne hanno un ruolo da protagoniste, anche se talvolta hanno dovuto affrontare discussioni in famiglia. E non hanno solo difeso il proprio posto e le condizioni di lavoro, ma hanno reagito agli atteggiamenti maschilisti della direzione adesso oggetto di querela da parte di una lavoratrice offesa. LA RICHIESTA La loro vertenza non può restare isolata perché è una lotta per il lavoro, per la dignità di donne e di uomini, per una sanità di qualità per tutti/e oggi messa in discussione anche dai provvedimenti governativi. Alle donne e a coloro che hanno a cuore le sorti del lavoro e dello Stato sociale, si chiede di rendere il più possibile note le ragioni della lotta delle/dei dipendenti del San Raffaele. Anita, Danila, Donatella, Emanuela, Lidia, Maria Grazia, Maria Pia, Nadia, Nicoletta, Rosa e altre Per avere nostre notizie donnenellacrisi@googlegroups.com 28/11/2012 |
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Roma, 12 maggio 1977
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