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Il caso della protezione dei due marņ accusati di omicidio in India č l'emblema di un Paese alla deriva presidenzialista

Post n°7575 pubblicato il 01 Aprile 2013 da cile54

EROI NEL PAESE DEGLI STOLTI

Che gli italiani perdessero la bussola della ragione è ben noto negli ambienti diplomatici e, ancor peggio, i giornali e le tv di tutto il mondo ironizzato sul modo tutto italiano di confondere, oltre misura, fatti e ragioni. I sotto-ufficiali Pio La Torre e Salvatore Girone, pur coinvolti nella controversia dell’Enrica Lexie appaiano sempre in pubblico come due star, rivestiti e rileccati in maniera a dir poco disgustosa, pienamente in linea con il cattivo gusto italiano, con un piglio da eroi medagliati nel paese degli stolti. La nostra confusione è stata arricchita da racconti di pennivendoli tra il fascista e l’ignorante, (devo ammettere che la distanza è molto breve), il metodo migliore per infangare la memoria e raccontare falsità da brividi, imponendo il rigore patriottico per due militari intransigenti, pivelli, ma trattati come due principi sia in Italia che in India.

L’India, in questa farsa, ha trattato alla pari un paese amico, ha concesso permessi e privilegi a due militari accusati di omicidio e si è lasciata convincere dalle promesse di inutili politicanti. Questa posizione e la disinformazione di regime italiana hanno travisato ogni semplice percezione della una realtà, seppur risultasse chiara e lecita. La Torre e Girone erano in acque internazionali per conto di privati, essi godono dell’immunità verso gli Stati Stranieri, però, l’avversativo è d’obbligo, l’assoluzione per ogni reato non è contemplato in nessun trattato, questo deve essere chiaro a tutti, fascistelli e patrioti compresi. I due sostengono di aver sparato 20 colpi, in aria e in mare, per dissuadere dall’avvicinarsi alla petroliera, una barca in acque spesso battute da pirati perché non rispettava i segnali luminosi. Una versione indiana è che il peschereccio sarebbe stato raggiunto da 60 proiettili. Assistiti dal console generale a Mumbai Giampaolo Cutillo, gli italiani lamentano che sui pescatori, Gelastine, 45 anni, e Ajesh Binki, 25, non sono state eseguite autopsie per capire da quali colpi sono stati uccisi. Ammessa e non concessa la loro versione, la colpevolezza non viene messa in discussione, prima di ogni cosa aver confuso una bagnarola con undici marinai con un’imbarcazione di pirati e per aver ucciso due di essi, Ajesh Pinky (25 anni) e Selestian Valentine (45 anni), gli unici ad aver pagato per l’esaltazione dei sottoufficiali made in Italy. I colpi non avrebbero dovuto raggiungere il peschereccio in nessun caso, perché non esisteva pericolo, la distanza era notevole e si presume che due eroi nel paese degli stolti siano in grado di mirare. Seppure considerassimo l’impossibile, tipo che il peschereccio non si fosse fermato di fronte alle luci di segnalazione, non è concesso a nessuno e ripeto “a nessuno” aprire in fuoco direttamente sulla barca.

Credo che la penseremmo diversamente se quel che è successo nei cieli di Ustica venisse a galla, di certo non parleremmo di eroi. É stato commesso un grave errore nel valutare il pericolo, due marinai sono stati uccisi e di fronte a questo nessun tribunale riterrebbe La Torre e Girone non colpevoli perchè il fatto non sussiste. L’omicidio è un reato punibile sia in acque internazionali che in casa nostra, dovremmo rendercene conto, anche se avvezzi a tribunali sciacalli e a una giustizia pericolante. “Nel paese degli stolti, solitamente, i falsi fanno fortuna”, forse perché la falsità non rientra nella mente come conseguenza logica di una visione distorta dei principi morali. Qualcuno vorrebbe i due sotto-ufficiali come uomini copertina, altri li vorrebbero a lustrarsi le medaglie in tv, altri sognano di volare per una notte d’amore con i due vip fatti, cresciuti e educati dal malcostume italico. L’augurio che possono farsi gli eventuali distorsori della realtà è che il processo si svolga in un Tribunale militare italiano o internazionale, sia rivalutata la posizione indiscussa di colpevolezza dei due sotto-ufficiali e una volta accusati, svestiti della divisa, proprio per onorare i soldati che svolgono meticolosamente e orgogliosamente il loro lavoro senza colpi di testa, senza mostrarsi come eroi del paese degli stolti.

L’India è un paese amico, lo si evince dal trattamento riservato ai due, non serve illustrare l’interscambio economico e culturale, ancor peggio sarebbe inimicarsi per futili motivi campanilisti, come se essere presunti assassini made in Italy sia un vanto. Per concludere, voglio ricordare a tutti che la nostra passione per gli omicidi mai risolti e le trame oscure inventate dagli avvocati di casa nostra non fanno breccia nei tribunali esteri e i fatti chiari non diventato gialli. Se giornali e tv dovessero sovvertire il significato di eroe ognuno di noi dovrebbe indignarsi; ancor meglio, secondo il mio modestissimo avviso, sarebbe utilizzare questo appellativo in senso dispregiativo.

Antonio Recanatini

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