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Post n°7603 pubblicato il 08 Aprile 2013 da cile54
Poste, altre centinaia di uffici chiusi e migliaia di esuberi mascherati Nuove chiusure di sportelli e altri licenziamenti. Nell’indifferenza generale le Poste italiane stanno portando avanti una ristrutturazione lacrime e sangue. L'elenco degli uffici da chiudere e' nel Piano di razionalizzazione di quelli che vengono definiti siti “anti-economici”. L'Autorita' di settore ha deciso comunque deciso di avviareun'istruttoria per vederci chiaro e assicurarsi che gli obblighi di servizio universale, o di quel che rimane, in capo al gruppo siano rispettati. E che una vera e propria rivoluzione organizzativa sia in corso nell'azienda lo si capisce anche dall'accordo raggiunto con i principali sindacati, che vede oltre 5.800 ''eccedenze'', che la Cgil vieta di chiamare esuberi. vale a dire personale che va ricollocato all'interno del gruppo con diverse mansioni. E’ il solito giochino dei trasferimenti e delle ricollocazioni a mansioni e buste paga di più basso livello. Già il programma di razionalizzazione appena chiuso prevedeva la chiusura di 1.152 uffici e la riorganizzazione oraria per altre 634 strutture: sul punto, la stessa Agcom ha affermato di aver ricevuto ''numerose segnalazioni dei Comuni interessati dagli interventi di chiusura e/o rimodulazione oraria degli uffici postali'', che manifestavano ''dissenso'' e lamentavano ''le ripercussioni negative in termini di fruibilita' del servizio postale universale''. Con il piano di Obiettivo dell'azienda, come del resto anche negli scorsi anni, e' dunque quello della spending review, sempre piu' necessaria non solo per la crisi economica, ma anche per la ''crescente e significativa contrazione dei volumi della corrispondenza'', determinata anche dalla grande diffusione della e-mail. Nel verbale di accordo con i sindacati (firmato il 28 febbraio scorso con Slc-Cgil, Slp-Cisl e Failp-Cisal e ratificato dalle assemblee dei lavoratori con l'85% dei si'), si prevedono 5.841 ''eccedenze'' da ricollocare all'interno del perimetro aziendale. In sostanza, quasi 6mila persone cambieranno lavoro. Nell'ambito dell'accordo, inoltre, sono previsti anche dei prepensionamenti: ogni 100 lavoratori che andranno via, ne verranno assunti 20 in part time e altrettanti vedranno il proprio contratto 'crescere' dal part time al full time. All'accordo ha detto no Uil Poste, che lamenta ''l'assenza di una credibile prospettiva di sviluppo del settore postale'' e ''il costante ricorso alla logica dell'efficienza senza coniugarla con innovazione produttiva e organizzativa''. Non si tratta, spiega Cinzia Maiolini della Slc-Cgil, di esuberi, ''ma di persone a cui va trovata una nuova collocazione all'internodel perimetro aziendale''. Fabio Sebastiani 7/4/2013 www.controlacrisi.org
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