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Post n°7673 pubblicato il 25 Aprile 2013 da cile54
Raccontare questa storia è Resistere! Siamo arrivati al 25 aprile 2013, simbolo della liberazione dell’Italia, la data che più di ogni altra racconta il tentativo del popolo italiano di far rinascere il Paese. Dopo 68 anni siamo desiderosi di un profondo cambiamento, perchè viviamo in una società con ancora troppi elemeti negativi: violenza, razzismo, lassismo, menefreghismo, opportunismo ecc. Questo anche perchè abbiamo presentato il fascimo come un periodo storico invece di analizzarlo come un fenomeno politico che si riflette nei comportamenri di esclusione di tutti coloro che non possiedono i requisiti "necessari": sociali, di razza, di religione, di status, di stile, di capacità economica ecc. Qualche intellettuale, come Pintor e Pasolini, diceva che l' Italia è un paese senza memoria. Il fascismo era arrivato a sopprimere e perseguitare le organizzazioni sociali come i sindacati tramite la cancellazione della libertà di pensiero, di associazione, del diritto allo sciopero ecc. Adesso ufficilamente queste non vengono messe in discussione ma intanto il 25 aprile è diventato un giorno lavorativo e le organizzazioni sindacali sono costrette a proclamare una giornata di protesta. Addirittura nell 'ultimo fine settimana, durante una trattativa all' interno della Camera del lavoro di Viareggio, un sindacalista della Cgil è stato minacciato ("So chi sei, dove abiti e che auto guidi") e aggredito con un coltello da un contabile di un azienda. Un atto intollerabile e inqualificabile che si inserisce in una fase in cui le ingiustizie si moltiplicano, le disuguaglianze si aggravano e la miseria si espande. Tutto questo avviene in un Paese a democrazia congelata, con un linguaggio politico volgare e banale, e con una voglia estrema di presidenzialismo: voglia di rendere "neutra" la Costituzione creata dalla Resistenza. Abbiamo il dovere di non addormentare nè la memoria nè la speranza, per realizzarne gli ideali tuttora disattesi. Mario Navari Portavoce FdS-Versilia (Prc-Pdci) 24/04/2013 www.liberazione.it |
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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