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Tagli all'assistenza dell’invalidità e della disabilità. Una vergognosa storia che si ripete in ogni atto degli ultimi governi

Post n°8198 pubblicato il 21 Ottobre 2013 da cile54

Spesa sociale, sempre meno soldi nella legge di stabiltà

 C’è il fondo per le politiche sociali, quello per la non autosufficienza e quello per i lavoratori socialmente utili; c’è lo stanziamento per il cinque per mille e c’è quello che rimpingua il fondo per la social card (la carta acquisti tradizionale), che viene estesa a tutti i residenti, anche se stranieri. Ma c’è anche un taglio sostanzioso all’indennità di accompagnamento, che per gli over 65 viene legata al reddito personale o familiare, e si nota l’assenza del Sia, il “Sostegno per l’inclusione attiva”, la misura sponsorizzata dal ministro del Welfare Giovannini per contrastare la povertà assoluta e che si ipotizzava potesse essere il primo tassello di un vero e proprio piano contro la povertà.

 In poche parole i fondi per il sociale non decollano e utenti e lavoratori vivono nella disperante condizione di incertezza determinata da chi ogni anno subisce tagli ai diritti, ai servizi, ai salari (mentre scriviamo a Roma è in corso la protesta degli operatori sociali sotto il Campidoglio). Nel testo, ancora in via di definizione, della legge di stabilità alle politiche sociali vanno 300 milioni (44 milioni in meno della cifra effettiva sborsata nel 2013), per la non autosufficienza 250 (meno dieci per cento), tetto di 380 milioni per il cinque per mille, stangata sulle indennità di accompagnamento.

 Trova spazio il 5 per mille, con le stesse controverse modalità degli anni passati: in attesa della stabilizzazione della misura, sulle scelte che i contribuenti italiani faranno in dichiarazione dei redditi viene posto il tetto a quota 380 milioni (lo scorso anno era fissata a quota 400). Per le cooperative sociali, che dal prossimo 1 gennaio vedranno l’Iva impennarsi dal 4 al 10%, vengono stanziati 130 milioni per evitare quell’aumento. Cento milioni vanno al Fondo per i lavori socialmente utili.

 Il comunicato stampa del governo parla di “nuove misure contro la povertà” ma nel testo c’è solamente l’incremento di 250 milioni per la carta acquisti, la tradizionale e obsoleta social card attiva su tutto il territorio nazionale. L’unica novità riguarda il fatto che essa viene estesa anche a tutti i residenti e non solo a quelli con nazionalità italiana. Potranno chiederla dunque anche i cittadini comunitari, i familiari di italiani o comunitari con diritto di soggiorno e gli stranieri in possesso di permesso di soggiorno di lungo periodo.

 E c’è anche un giallo sulle indennità di accompagnamento per gli over 65: la misura è presente in numerose bozze, ma ancora non vi è certezza che sia stata inserita in quella finale. L’indennità di accompagnamento (che attualmente si attesta sui 499,27 euro al mese) si potrà ottenere solamente con un reddito personale che non supera i 60 mila euro annui, che diventano 80 mila (cumulati con quelli del marito o della moglie) nel caso in cui il soggetto sia coniugato. Chi supera queste cifre non otterrà più l’assegno, chi invece ci si avvicina la otterrà solamente per quella parte che consente di arrivare al limite previsto, senza superarlo. Quanto invece a coloro che già la percepiscono e superano i limiti di reddito sopra indicati, la norma prevede il blocco del meccanismo di rivalutazione automatica delle prestazioni: sotto la soglia prevista la si continuerà a percepire, insomma, ma l’importo resterà bloccato. Si tratta di un taglio al settore dell’invalidità e della disabilità. Una storia che puntualmente si ripete ogni metà ottobre, e che da Tremonti a Monti, fino a Saccomanni, sembra non tramontare mai. Il governo ha fissato un tetto di reddito oltre il quale si perde il diritto a ricevere il beneficio. Chissà se le proteste e la mobilitazione delle associazioni delle persone con disabilità spingeranno l’esecutivo (e il Parlamento) a tornare sui propri passi e a cancellare le norme in questione dalla versione definitiva del provvedimento.

Checchino Antonini

17/10/2013 www.liberazione.it

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