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Per politiche antidroga basate su prove scientifiche. Per arginare le dannose le politiche attuali. Ripubblichiamo

Post n°3713 pubblicato il 20 Agosto 2010 da cile54

Appello a sostegno della "Dichiarazione di Vienna"

La Dichiarazione di Vienna è un documento scientifico, mirato a migliorare la salute e la sicurezza pubbliche, invocando l’introduzione nelle politiche in materia di droga di principi fondati su solide basi scientifiche. Invitiamo gli scienziati, i medici e operatori sanitari e la popolazione in generale a sostenere questa Dichiarazione, allo scopo di sensibilizzare i governi e le agenzie internazionali e di evidenziare l’urgenza di riforme a livello internazionale in materia di politiche antidroga.

La criminalizzazione dei consumatori di droga alimenta l’epidemia da HIV, con spaventose ripercussioni sul piano socio-sanitario. È pertanto necessario un completo riorientamento delle politiche attuali.

In risposta ai danni socio-sanitari causati dalla droga, è stato instaurato a livello internazionale un regime fortemente proibizionista, sotto l’egida delle Nazioni Unite. Dopo decenni di ricerche, possiamo oggi fare il punto sull’impatto del fenomeno mondiale della “guerra alla droga”. Ora che migliaia di persone stanno per riunirsi a Vienna per la XVIII Conferenza Mondiale sull’AIDS, la comunità scientifica internazionale lancia un appello affinché vengano riconosciuti limiti e danni del proibizionismo in materia di droga, auspicando una riforma delle politiche antidroga che porti ad abbattere le barriere che ancora ostacolano l’attuazione di strategie efficaci di prevenzione, trattamento e cura dell’infezione da HIV.

È ormai incontestabile che le attuali leggi in materia non sono state in grado di prevenire la circolazione di droghe nelle comunità dove ce ne sia domanda. Negli ultimi decenni, i sistemi nazionali e internazionali di vigilanza hanno evidenziato una generale tendenza all’abbassamento dei prezzi della droga e al contempo all’aumento della sua purezza, malgrado gli ingenti investimenti nell’applicazione delle leggi antidroga.

Non c’è peraltro alcuna prova che inasprire le pene contro la droga ne riduca in modo significativo la diffusione. I dati mostrano inoltre chiaramente che il numero di paesi in cui viene fatto uso iniettivo di droghe è in crescita, e che il fenomeno interessa sempre più pesantemente donne e bambini. Al di fuori dell’Africa sub-sahariana, circa un nuovo contagio da HIV su tre è da ascriversi al consumo iniettivo di droghe. Nelle aree dove l’HIV sta dilagando più rapidamente, come Est-Europa e Asia Centrale, il tasso di prevalenza dell’HIV nei consumatori di droghe iniettive può sfiorare anche il 70%, e in alcune zone oltre l’80% dei casi totali di HIV rientrano in questo gruppo.

A fronte delle schiaccianti prove che gli interventi legislativi in materia di droga non sono riusciti a raggiungere gli obiettivi che si prefiggevano, è ora importante prendere atto delle loro dannose ripercussioni e attivarsi per porvi rimedio. Tra di esse si possono annoverare, in un elenco tutt’altro che esaustivo:

· un’epidemia da HIV alimentata dalla criminalizzazione dei consumatori di droghe iniettive e dalle politiche proibizioniste sulle sale per l'autosomministrazione e sui trattamenti sostitutivi per la dipendenza da oppiacei;

· una diffusione incontrollata dell’HIV tra i tossicodipendenti carcerati e istituzionalizzati, causata da leggi e politiche punitive e dalla carenza di attività di prevenzione in questi contesti;

· ripercussioni deleterie sui sistemi sanitari pubblici, poiché le leggi antidroga finiscono per allontanare i tossicodipendenti dai servizi di prevenzione e assistenza, spingendoli in ambienti dove è maggiore il rischio di contrarre una malattia infettiva (es. HIV, epatite C e B, tubercolosi);

· una crisi dei sistemi giudiziari, dettata da tassi di incarcerazione senza precedenti in un considerevole numero di paesi. Questo ha avuto un impatto molto negativo sul tessuto sociale di intere comunità. Se è vero che ci sono innegabili disparità razziali nelle carcerazioni per droga un po’ in tutto il mondo, la situazione è particolarmente critica negli Stati Uniti, dove ogni giorno su nove cittadini afro-americani, di età compresa tra i 20 e i 34 anni, uno viene arrestato, prevalentemente per reati connessi alla droga;

· una stigmatizzazione dei consumatori di sostanze stupefacenti, che rinforza la popolarità della criminalizzazione delle tossicodipendenze comeargomentazione politica, e mette a repentaglio gli sforzi in materia di prevenzione e promozione della salute;

· gravi violazioni dei diritti umani, come tortura, lavori forzati, trattamenti disumani e degradanti, fino ad arrivare alla pena di morte, per reati connessi alla droga in diversi paesi del mondo;

· un enorme mercato illecito del valore annuo stimato in 320 miliardi di dollari statunitensi. I profitti del narcotraffico sfuggono interamente al controllo del governo, andando ad alimentare criminalità, violenza e corruzione in innumerevoli comunità urbane e arrivando perfino a destabilizzare interi Paesi, come nei casi della Colombia, del Messico e dell’Afghanistan;

· milioni di dollari dei contribuenti sprecati in una “guerra alla droga” improntata a una strategia di controllo che non solo non raggiunge gli obiettivi dichiarati, ma anzi, contribuisce in modo diretto o indiretto alle dannose ripercussioni fin qui illustrate.

Purtroppo, il fallimento delle politiche proibizioniste a livello di obiettivi raggiunti, e le prove delle gravi conseguenze che producono, vengono spesso negati da coloro che hanno interesse a mantenere lo status quo.

Questo ha creato confusione nella popolazione, e si è tradotto in un ingente costo in termini di vite umane. I governi e le organizzazioni internazionali hanno l’obbligo sia etico che legale di reagire a questa crisi e di cercare approcci alternativi e scientificamente fondati, in grado di agire efficacemente contro il problema della droga senza provocare altri danni.

Noi firmatari di questa Dichiarazione ci appelliamo ai governi e alle organizzazioni internazionali, comprese le Nazioni Unite, affinché:

· venga effettuata una valutazione trasparente dell’efficacia delle attuali politiche antidroga;

· venga adottata e valutata una strategia di salute pubblica basata su prove scientifiche in grado di far fronte ai danni che il consumo di droga causa a livello sia del singolo che della comunità;

· vengano decriminalizzati i consumatori di droga, aumentate le opzioni terapeutiche scientificamente fondate per le tossicodipendenze e abolito il trattamento obbligatorio che, oltre a essere inefficace, rappresenta una violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani;

· venga presa una netta posizione a favore dell’attuazione del pacchetto di interventi per l’HIV previsto dalla Guida Tecnica di OMS, UNODC e UNAIDS, e vengano incrementati i fondi ad esso destinati;

· le persone facenti parte delle comunità interessate vengano coinvolte attivamente nello sviluppo, nel monitoraggio e nella messa in atto dei servizi e delle politiche che li riguardano.

Facciamo inoltre appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon affinché vengano urgentemente applicate le misure necessarie a far sì che l’intero apparato delle Nazioni Unite, a partire dall’International Narcotics Control Board, si esprima con una sola voce a favore della decriminalizzazione dei consumatori di droga e dell’attuazione di strategie di controllo scientificamente fondate.

Le politiche antidroga basate su prove scientifiche non eradicheranno certo il problema della droga e di tutti i rischi connessi al suo consumo per via iniettiva. Tuttavia, un riorientamento delle politiche antidroga verso un approccio scientifico che rispetti, protegga e riaffermi i diritti umani può potenzialmente arginare le dannose ripercussioni delle politiche attuali, consentendo inoltre di concentrare le vaste risorse finanziarie a disposizione laddove ce n’è maggior bisogno: nell’attuazione e nella valutazione di interventi di prevenzione, regolamentazione, terapia e riduzione del danno fondati su una solida base scientifica.

 

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