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« Serve una nuova “scala m...Oggi vedremo come finirà... »

La lotta degli inquilini di Via Pincherle a Roma raccontata su "Liberazione": «Ecco la stampa che ci piace»

Post n°3855 pubblicato il 29 Settembre 2010 da cile54

«Uno, due articoli, una scheda. Così siamo diventati visibili»

 

Sostenere un giornale è operare una scelta. Sostenere questo giornale è scegliere di mettersi da una parte ben riconoscibile dove la possibilità di essere confusi si riduce praticamente a zero, facendo una operazione di rottura radicale, non scontata e molto coraggiosa perché non convenzionale. Scrivere questo contributo Per Liberazione è per il Comitato Inquilini Pincherle un onore e al tempo stesso una responsabilità non indifferente. C'è capitato di scrivere di noi in altre occasioni, ma stavolta ci piace di più perché possiamo raccontarci ad una platea realmente interessata alla nostra storia. Sappiamo che questa platea si assottiglia sempre di più, complice il sistema, nella perdita di quel sano impulso alla consapevole, ribelle indignazione. Questo è l'errore che non si deve commettere: è un paese a rischio e non si può non vederlo.

E' un paese, questo, dove gli attacchi alla democrazia sono così evidenti che rischiamo di non vederli più, dove le differenze sociali e di classe, mai sopite e risolte del tutto, hanno raggiunto il livello di guardia. Dove Marchionne detta le sue leggi provando a cambiare le regole del lavoro prevedendo la "marchionna-tura a fuoco" del "suo" capitale umano supportato da un governo boiardo e bislacco e da una Confindustria vigliacca. Un paese dove la crisi del capitalismo sta cancellando un'intera generazione di "non lavoratori". Il paese che riconosce "l'altissimo valore della rendita fondiaria e della speculazione immobiliare" e che dal dopoguerra in poi continua a pagare un dazio ai costruttori-palazzinari-proprietari di Milano 2 e dei maggiori network, ora capi di governo e di Roma, procurando-si danni irreparabili dal punto di vista idrogeologico e paesaggistico che non si risolvono con la protezione civile!

Questo, però, è anche un paese che ha degli anticorpi che si chiamano "stampa libera e sovrana" non conformata, non governativa, non di regime! Liberazione è una parte importante di questa stampa che ci piace e che vogliamo sopravviva e questo è il modo di intendere il giornalismo utile anche per la stampa antagonista, da quella schierata e faziosa che racconta che tutto va bene "madama la marchesa" a quella che denuncia a metà conservando un margine di manovra, perché la pungola, la stimola, la costringe a confrontarsi. Allora Liberazione è funzionale allo sviluppo della critica costruttiva e al contenimento del danno. E' difficile sopravvivere in questo paese quando ti accorgi che ogni giorno ti tolgono un pezzo della tua libertà, ma il disagio a questa percezione aumenta rabbia e livello di coscienza e solo allora cominciamo a cercare gli strumenti di denuncia che, pure se ridotti al lumicino, ancora ci sono.

Diventano necessari un giornale, un blog, i movimenti dal basso. La stampa libera non asservita è, per forza di cose, l'avanguardia di un processo ineluttabile di reazione che attraversa i movimenti dal basso che nascono territorialmente e hanno la presunzione di contaminarsi l'un l'altro. Il Cip (Comitato inquilini Pincherle) è nato così, proprio dal basso, in risposta ad un atto di violenza e d'arroganza che voleva toglierci il diritto all'abitare vendendo le nostre case nelle quali abitavamo, e grazie alla lotta abitiamo ancora, da oltre trent'anni.

Abbiamo scelto di fare questa guerra rendendoci subito conto di avere la necessità di diventare visibili, mostrando all'opinione pubblica la nostra "emergenza sociale" come problema da risolvere. Ci servivano i giusti strumenti: televisioni, giornali, politici, chi comanda e chi gestisce il denaro pubblico, perché intanto avevamo individuato il compratore giusto: la Regione Lazio! Loro i soldi li avevano, li hanno sempre, a volte li usano male e spesso se li tengono non usandoli affatto! Con il sindacato Asia incontriamo Liberazione…uno, due articoli, una scheda e poi un grande lavoro di ricostruzione che denuncia, finalmente, che dietro la svendita delle nostre case si nasconde l'interesse di piccoli squali di periferia che vogliono emergere nell'agone politico a spese di 216 famiglie. Liberazione e i suoi giornalisti ci sono piaciuti subito perché, come noi, non aspettavano altro che individuare la verità che stava alla base dell'operazione "Via Pincherle", con la forza di quelli che non si oppongono solo per il piacere di farlo né si omologano a situazioni comode ma vanno a cercarsi quelle più spigolose. Esce il "pezzo", lo leggiamo ognuno per i fatti suoi comprando, ogni famiglia, un giornale! E poi si continua... Liberazione non ci lascia mai. Per noi c'è sempre un articolo che racconta le nostre camminate verso la Provincia o il Comune di Roma o la Regione Lazio; c'è sempre un giornalista che parla con i nostri anziani ai quali questa guerra a viso aperto ha restituito una dignità sopita, tirandoli fuori dal regno inerte di inutili pomeriggi televisivi, riportandoli in "giro per Roma" come tanti turisti e che, cercando giustizia, visitano per la prima volta i palazzi del potere.

Eccola la stampa libera e non asservita, al servizio del cittadino e fuori da schemi di cronache di sangue e odiosi gossip, che recupera la sua funzione di informazione e denuncia; che ridà dignità e voce a coloro che non sapevano più nemmeno di averla! Ecco la stampa che ci piace continuare a leggere e sostenere!

 

Roberta Cecili, Antonio Toscano

Comitato Inquilini Pincherle

28/09/2010

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