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Anime morte calpestano gli italiani onesti. Ieri in parlamento è andato in onda un'altro atto del malpaese

Post n°3858 pubblicato il 30 Settembre 2010 da cile54

Oggi le comiche

Alcuni mesi fa Silvio Berlusconi, di cui il suo uomo esperto di Internet Antonio Calmieri disse: "Non sa navigare ma capisce appieno le potenzialità di internet", nell'indicare in Google uno degli strumenti per rilanciare l'export delle imprese italiane, pronunciò il nome del motore di ricerca, creato da Larry Page e Sergey Brin, come Gogol

Il sito satirico Spinoza.it aveva prontamente ironizzato in rete: "Berlusconi chiama Gogol il popolare motore di ricerca. Confermando di usarlo quotidianamente alla ricerca di nuovi campioni per il Milan.", aggiungendo: "Come si fa a confondere un sito con un calciatore russo?".

Ironia a parte anche se, a dirla con Søren Kierkegaard : "L'ironia è l'occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l'assurdo, il vano dell'esistenza", ci deve essere una qualche relazione forse inconscia, freudiana, fra Silvio Berlusconi e con il noto scrittore russo Nikolaj Gogol, autore del romanzo "Le anime morte", composto prevalentemente a Roma nel corso di oltre quindici anni di lavoro e pubblicato nel 1842.

Il racconto di Gogol si svolge intorno alle avventure del truffatore Pavel Ivanovic Cicikov, modesto proprietario terriero che tenta di fare fortuna con mezzi disonesti e percorre la campagna russa per comprare da altri proprietari le "anime morte", ossia i nomi dei servi della gleba deceduti dopo l'ultimo censimento. A quei tempi, infatti, il patrimonio terriero era calcolato sul numero di "anime" possedute dai proprietari ed è questo numero che permette a Cicikov di ottenere dalle banche prestiti consistenti.

Il romanzo pone in evidenza come l'essere umano sia fragile, sottoposto a mille appetiti e passioni, che lo rendono corruttibile. Il denaro sembra possedere una forza demoniaca. Gogol mostra l'uomo nelle sue contraddizioni e nei suoi lati grotteschi. La sua descrizione della vita e il suo ritratto di una società di burocrati, lestofanti e arrivisti, valgono più di cento trattati di management.

Così come Berlusconi pensa che valgono più di molti trattati di marketing le sue gesta e i suoi illuminati pensieri, fra cui la fondamentale raccomandazione, in veste di presidente di Publitalia, rivolta ai suoi venditori di spazi pubblicitari: "La bugia utile. Attribuire una propria idea ad un grande personaggio, anche se non è vero, vai trovare chi si prende la briga di controllare. Usate anche voi questo metodo: " L'ha detto Platone, l'ha detto Abramo Lincoln... chi ve lo contesterà?". "La gente è di una credulità totale, beve le citazioni in un modo incredibile".

Ora Berlusconi, dopo quindici anni di "bugie utili", è ancora il capo del peggior governo repubblicano, anche se è attesa una sua prossima caduta nonostante gli sforzi fatti nel tentato acquisto di parlamentari eletti nei partiti d'opposizione e nell'ex-An di Gianfranco Fini, e l'attuale parlamento è il peggiore degli ultimi sessanta anni.

L'ex presidente di Publitalia aveva forse ragione: la maggioranza del cosiddetto popolo sovrano è di una credulità totale e non è migliore dei suoi rappresentanti. Il popolo berlusconiano è un popolo di anime morte, la cui coscienza è defunta, incapace di produrre una seppur piccola tempesta capace di gonfiare modeste onde di sdegno. Cittadini oppressi dall'arroganza politica e ridotti ad anime morte dalla corruzione. Un popolo avvolto da un'immobilità letale, rasseg¬nata, asfis¬siante che elegge, anche a livello locale, una classe politica che tira a campare e che non si fa scrupolo di delegare le competenze istituzionali a dei personaggi coinvolti nelle indagini della magistratura per ogni genere di reato, comprese le collusioni con le organizzazioni malavitose.

Con Berlusconi la realtà politica italiana è rimasta ferma dentro un immutabile presente, dentro un meccanismo non-democratico, illiberale e anti-Stato di diritto in cui dominano le menzogne, le prepotenze, gli atti violenti, l'inganno, il cinismo becero, le rivalse e le false coerenze di facciata.

E' ancora grazie a Berlusconi che le grandi istanze unitarie come l'antifascismo e la solidarietà nazionale hanno perso il loro carattere originario per assumere un nuovo stile volgare e corrosivo caratterizzato da inciuci, ribaltoni e, per l'appunto, trasmigrazione d'anime morte in parlamento, con una servitù senatoriale non meno ossequiosa delle anime morte della Camera che votano a testa china ogni volta che gli avvocati del premier ordinano di farlo, senza alcuna autostima e con una mediocrità culturale mista a naturale servilismo.

"Sono stato vivo in mezzo a tante anime morte", scriveva Leonardo Sciascia in una delle sue celebri espressioni, oggi ancora più attuale, che provoca riflessioni e stimola riflessi addormentati.

Raffaele Deidda

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