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Post n°3875 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da cile54
“Puntilandia”, l’Italia dei precari che pagano per avere titoli e scalare le graduatorie
Fino a 2 mila euro per scalare di tre punti la graduatoria scolastica provinciale. Più di 10 mila euro per ottenere l'abilitazione all'insegnamento. Costretti in un diabolico meccanismo da bollini della spesa che non assicura a nessuno il posto fisso, ogni anno i precari della scuola italiana sono disposti a sborsare migliaia di euro pur di conquistare una cattedra: si iscrivono a master di formazione online (con cui si ottengono fino a 10 punti) o volano in Spagna per frequentare corsi di abilitazione, che in qualche caso durano solo tre mesi (in Italia, con le vecchie Ssis, ci volevano almeno due anni). Si chiama “Puntilandia” l'Italia dei master-scorciatoia e della formazione a distanza per gli insegnanti: un sottobosco di agenzie che si arricchiscono sui guai della scuola italiana, raccontato nel numero di ottobre di Terre di mezzo-street magazine, in distribuzione in questi giorni.
“A me avevano chiesto 10 mila euro per frequentare un corso di tre mesi in Spagna - dice Marta, giovane precaria in attesa di abilitazione -: agli incontri preliminari l'omertà regnava sovrana, alla fine non ci sono andata”. Tanti altri, però, si sono fatti convincere: nei soli mesi di luglio e agosto, lo Stato italiano ha concesso l'abilitazione a 14 persone reduci da un master spagnolo. Uno stratagemma consentito dalla normativa europea ma che sarebbe “da rivedere”, dice Max Bruschi, consigliere del ministro Gelmini, che stigmatizza ancor più duramente i master a distanza che permettono, ai docenti già abilitati, di scalare i punti in graduatoria: “Dovremmo riservare loro lo stesso trattamento che il senato romano riservò a Cartagine: in cenere e col sale sparso sulle rovine”. Pur riconoscendo che ci sono “ottimi corsi” anche online, Bruschi ammette che il sistema della formazione in servizio è da “rivoluzionare”, innanzitutto “cancellando il sistema di vendita dei punti e distinguendo i corsi che il docente sceglie per migliorare la propria didattica da quelli frequentati solo per scalare la graduatoria”.
In attesa di questa rivoluzione copernicana, secondo una stima di Terre di mezzo, nel 2010 tre fra le maggiori agenzie che organizzano master di formazione per insegnanti esamineranno oltre 10 mila docenti, incassando complessivamente più di 11 milioni di euro. E agli insegnanti cosa resta? In qualche caso, soltanto amarezza: “Le dispense contengono errori e creano confusione - si sfoga un precario messinese -: nulla a che vedere con un corso universitario. E si dice che non sia mai stato bocciato nessuno”. Info: www.terre.it 04/10/2010 |
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