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Post n°3932 pubblicato il 21 Ottobre 2010 da cile54
Sprechi e corruzione dilagante l'allarme della Corte dei Conti
Due ex sottosegretari indagati l'uno per corruzione l'altro per camorra, sottratti al giudizio dei magistrati grazie allo scudo parlamentare votato dai loro colleghi di centrodestra. Un ministro travolto dallo scandalo di una casa di 180 mq con vista sul Colosseo pagata in buona parte - così si dice - da un membro della famigerata "cricca", il gruppo di imprenditori "ammanicato" con la protezione civile. Mettere un imprenditore a Palazzo Chigi non è servito a rendere l'Italia più pulita e onesta. Il lato oscuro del "governo del fare" berlusconiano è stato messo in evidenza dal nuovo presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, in occasione della cerimonia di insediamento: «Gli episodi di corruzione e dissipazione delle risorse pubbliche, talvolta di provenienza comunitaria, persistono e preoccupano i cittadini ma anche le istituzioni il cui prestigio ed affidabilità sono messi a dura prova - accusa Giampaolino - da condotte individuali riprovevoli». Nessun riferimento diretto a fatti e persone. Nemmeno alle ultime polemiche, sollevate dall'inchiesta di Report sulla residenza di Antigua del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. L'utilizzo di società "off shore" da parte di rappresentanti delle istituzioni «fuoriesce dalla competenze della Corte dei conti», puntualizza. Un atteggiamento comprensibile da parte di chi occupa un ruolo istituzionale, al di sopra delle parti. D'altro canto va ricordato che anche nel cesto del centrosinistra qualche mela mercia in questi mesi è saltata fuori, così come però va sottolineata la risposta ben diversa - anche di tipo politico - che è stata data quando sono emersi comportamenti illegali o immorali rispetto al garantismo ipocrita che il centrodestra pretestuosamente invoca a protezione dei suoi esponenti. Giampaolino è invece voluto tornare sulla recente polemica per l'attribuzione alla Protezione Civile di grandi eventi. Un'attribuzione che elimina il controllo della magistratura contabile e che ha consentito l'emissione di ordinanze su «grandi eventi a volte molto discutibili», ha sottolineato. La Corte ha invece sostenuto più volte l'opportunità che «si torni alle normali ordinanze» che attengono alla Protezione Civile in senso stretto. Cioè i grandi disastri e le calamità. Il presidente dei magistrati contabili ha messo quindi le mani avanti su ciò che potrebbe verificarsi con altre «impellenze, tipo l'Expo di Milano». In questo caso la Corte vuole capire se «le normali procedure già previste non siano valide». Con l'avvio del federalismo, inoltre, che «moltiplica i centri di potere politico su diversi livelli», il ruolo della Corte dei conti come «istituzione di garanzia del corretto uso delle risorse pubbliche» s'intensifica. Dopo avere richiamato la politica a seguire i valori di «onestà degli intenti e dei comportamenti», Giampaolino si è soffermato sulla situazione economica del paese. Che non è affatto rosea. La crisi ha infatti portato ad una perdita permanente di circa 130 miliardi di Pil e 70 miliardi di entrate fiscali. «Dal punto di vista strutturale - osserva il presidente - se non aumenta il pil, è difficile che possa aversi un aumento delle entrate. Questo vuol dire che «al momento attuale solo attraverso la riqualificazione della spesa pubblica possono aversi dei risparmi» per intervenire sulla pressione fiscale. Nonostante la crisi renda «obbligata una linea di attenta gestione di finanza pubblica», occorre comunque sostenere i «redditi più bassi» garantendo al tempo stesso «le prestazioni essenziali alla collettività». Roberto Farneti 20/10/2010 leggi www.liberazione.it |
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Roma, 12 maggio 1977
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