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Post n°4005 pubblicato il 11 Novembre 2010 da cile54
Membri di Gladio chiamati a fare lezione di storia! La storia la scrivono i vincitori, si sa. A volte, viene da dire, non c'è limite alla spudoratezza. Leggiamo infatti con tanta rabbia e un pizzico di sconcerto che a Nonantola un ex membro dell'organizzazione segreta golpista Gladio, tale Emilio Bertoni, terrà una conferenza su "L'Italia, i comunisti, la Nato", in un'iniziativa patrocinata dal Comune di centro-sinistra e dall'Istituto storico della Resistenza (povera Resistenza!). Gladio è stata un'organizzazione militare segreta - ma nota ai vertici politici democristiani - anticomunista ed antioperaia, nata nel dopoguerra come strumento violento per stroncare le lotte dei lavoratori per la loro emancipazione. Andreotti ne rivelò l'esistenza nel 1990 perché, purtroppo, si sentiva sicuro di aver vinto, almeno temporaneamente, la battaglia. Il terrorista nero Vinciguerra ne aveva parlato al giudice Casson già nel 1984, prefigurando il coinvolgimento di Gladio anche nella cosiddetta strategia della tensione inaugurata nel 1969 con le bombe a Piazza Fontana. Cosa racconterà Bertoni domani sera? Racconterà forse come si effettuavano al Centro Addestramento Guastatori di Capo Marrargiu "corsi di addestramento alla guerriglia, al sabotaggio, all'uso degli esplosivi al fine di impiegare le persone addestrate in caso di sovvertimenti di piazza, in caso che il Pci avesse preso il potere", come dichiarò Luigi Tagliamonte, l'ex capo dell'ufficio amministrazione del Sifar? Oppure racconterà il ruolo di Gladio nel corso della strategia della tensione e nei 55 giorni del sequestro Moro? Oppure racconterà che cos'era l'organizzazione "O", costituita dagli ex partigiani friulani della Osoppo, pronti a fare fronte unico anticomunista con la Decima Mas durante la Resistenza e poi nel 1945 subito agli ordini del nuovo padrone, ovvero la Cia? Invitare ex membri di Gladio a tenere lezioni su guerra fredda, Nato e comunismo è una vergogna. Comune di Nonantola e Istituto storico della Resistenza farebbero bene ad annullare l'iniziativa e chiedere scusa alla cittadinanza. Noi non assisteremo silenti all'ennesima partita di galateo, da vent'anni sempre più frequente tra destra e sinistra riformista e liberale, in nome della pacificazione nazionale. Ridurre la storia ad un'unica melassa gradita alle istituzioni e trasmessa ai giovani come dogma non è una questione accademica. L'attacco alla classe lavoratrice è fatto anche della distruzione della memoria delle lotte operaie e della riscrittura della storia sdoganando fascisti e golpisti. Lo ricordava bene, alcuni anni fa, Wu Ming, nella postfazione di "Asce di guerra": «Nulla di nuovo, lo scriveva già Walter Benjamin: "In ogni epoca bisogna tentare di strappare la trasmissione del passato al conformismo che è sul punto di soggiogarla [...] Il dono di riattizzare nel passato la scintilla della speranza è presente solo in quello storico che è compenetrato dall'idea che neppure i morti saranno al sicuro dal nemico, se vince. E questo nemico non ha smesso di vincere"». Circolo "Gramsci" Rifondazione Comunista di Modena 10/11/2010 |
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Roma, 12 maggio 1977
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