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Il circolo operaio dello stabilimento Zanussi Electrolux di Susegana (Treviso) al congresso della Federazione della Sinistra

Post n°4049 pubblicato il 22 Novembre 2010 da cile54

«Quella fabbrica produce malati»

Ho avuto l’onore di rappresentare in questa sede il circolo operaio dello stabilimento Zanussi Electrolux di Susegana in provincia di Treviso. [...]

Mi chiamo Paola Morandin e ora vi parlo con la speranza di poter ricostruire, a partire dal luogo di lavoro da cui provengo, una nuova e più forte forza politica che rappresenti le lavoratrici, i lavoratori ed il lavoro. La nostra adesione all’associazione 23 marzo Lavoro Solidarietà e ora alla Federazione della Sinistra è la base per raggiungere questo obbiettivo. [...]

Lavoro da più di 22 anni, in una fabbrica metalmeccanica che produce frigoriferi e fa parte di una multinazionale Svedese di elettrodomestici. Qualche giorno fa un compagno di lavoro rifletteva insieme a me sull’evoluzione negativa che sta avendo il Gruppo Electrolux. [...]

Quando noi siamo stati assunti, vent’anni fa il gruppo in Italia conteneva circa 12mila dipendenti, ora non siamo neanche la metà. E una lenta agonia la nostra, che ancora non fa notizia perché viene gestita con ammortizzatori sociali che accompagnano “dolcemente” le lavoratrici e i lavoratori verso l’uscita. Da anni subiamo la cassa integrazione che riduce salari già modesti, quando si lavora il mese intero si fatica ad arrivare a 1200 euro. Con questa lunga crisi la perdita o la riduzione del reddito si somma alla perdita dei posti di lavoro, temi ai quali l’attuale politica si rifiuta di trovare soluzioni. Infatti vari stabilimenti di componenti che producevano motori, componenti in plastica, le stesse fonderie, sono stati venduti ad altre società che con il passare del tempo sono fallite o hanno fatto pesanti tagli di personale.

Il materiale oggi viene acquistato quasi esclusivamente in Cina e nei paesi dell’est con conseguenti problemi di qualità dovuti alla produzione e al trasporto. [...]

Lavoriamo in fabbrica con cinque linee di montaggio, catene a tapparella con ancora le tavole di legno, a ritmo vincolato, producendo 79 pezzi ora e una quantità spaventosa di malattie professionali. L’impianto di schiumatura più importante dello stabilimento è stato costruito negli anni ’70 e non sempre riesce ad adattarsi alle rare e nuove produzioni. Non c’è ricambio generazionale perché gli ultimi assunti siamo noi, le lavoratrici e i lavoratori nelle catene di montaggio fisicamente e mentalmente invecchiano velocemente, perché i ritmi per essere competitivi sono insopportabili e la ripetitività eccessiva. Le condizioni di lavoro sono inversamente proporzionali alla produttività dell’azienda, ossia il recupero della produttività si ottiene quasi esclusivamente con il peggioramento delle condizioni di lavoro. La nostra fabbrica produce malati non frigoriferi. Le lavoratrici e i lavoratori con ridotte capacità fisiche si trasformano automaticamente in esuberi perché sono di difficile collocazione, perché in una fabbrica metalmeccanica dove il lavoro è ripetitivo e veloce, non ci sono posti di lavoro per chi sta male, anche se la malattia è esattamente il risultato degli anni precedenti lavorati nelle stesse catene di montaggio. Allora ecco che si punta il dito sui soggetti più deboli, in perdita li definiscono i padroni e saranno i primi che subiranno la cassa integrazione o addirittura l’espulsione dal ciclo produttivo. [...]

Sono passati nove anni, era il 12 novembre 2001, dal grave incendio che si sviluppò nella linea di montaggio numero 3 nel nostro stabilimento. I feriti furono sette. Due lavoratrici ferite gravemente, portano ancora i segni nel corpo e nell’anima delle gravi ustioni. Luis Ciampi morì dopo sei mesi di agonia. Aveva solo quarant’anni! Ogni anno nel giorno dell’incendio  e nel giorno in cui Luisa ci ha lasciato, noi compagni di fabbrica teniamo vivo il suo ricordo e cerchiamo di sensibilizzare i nostri compagni di fabbrica sull’importanza della sicurezza nei luoghi di lavoro. Mai più morti sul lavoro è lo slogan con cui iniziamo i nostri volantini, parliamo di Electrolux ma potremmo citare anche la Thyssen, o l’ultimo grave episodio di Milano.

Quest’anno per la prima volta l’azienda si è “dimenticata” di ricordare l’incidente e non ha dedicato il 12 novembre alla prevenzione degli infortuni come accadeva negli anni scorsi. E’ un grave segno dei tempi, un’adattarsi alla superficialità e all’indifferenza finora manifestata da alcuni sindacati presenti in stabilimento. Noi non possiamo delegare al nostro presidente della Repubblica il compito di indignarsi dopo ogni grave infortunio, tutti noi di sinistra dovremmo manifestare la nostra rabbia di fronte a morti e feriti che possono essere evitati con la prevenzione, con un po’ di attenzione e con il rispetto delle regole. Esiste una legge fatta da noi e definita “Testo unico” che ha il compito di tutelare lavoratrici e lavoratori, difendiamola gelosamente contro gli attacchi di un governo che considera merce di poco valore la vita dei lavoratori! Con la fotografia che vi ho fatto è evidente che siamo fuori gioco rispetto a stabilimenti più moderni, e lavoratori meno pagati e più giovani. Presto proveranno ad imporre anche a noi la legge Marchionne, secondo la quale in cambio di false promesse si deve rinunciare ai diritti conquistati con tanti anni di lotte. La cosa certa è che solo nel nostro stabilimento in vent’anni si sono persi circa un migliaio di posti di lavoro. Vivo e lavoro in Veneto, regione notoriamente leghista, dove ancora non ci si rende conto di quanto è profonda la crisi, dove l’apparenza è importante quindi si fa finta di essere ricchi anche a costo di essere calpestati, dove si parla molto dei programmi delle tv e mai di politica. Dove si pensa che i nostri concittadini Sacconi e Zaia risolveranno i nostri problemi. Bisogna scuotere le menti, dare un’informazione diversa da quella attualmente presente. Spiegare che quel Sacconi lì è lo stesso che vuole cambiare lo statuto dei lavoratori e delle lavoratrici modificando radicalmente l’obbiettivo della legge 300. [...]

 

Paola Morandin

operaia all’Electrolux di Susegana

(stralci dell’intervento)

20/11/2010

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