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« Vittime di un sistema as...La Lega è arrivata a inf... »

L'ultima caricatura di dittatore del mediterraneo. Tutti in piazza per liberarcene e otturare le falle della democrazia

Post n°4399 pubblicato il 25 Febbraio 2011 da cile54

Ma Berlusconi è ancora un essere umano?

 

Che cosa c’entra questo manipolo cortigiano, puttana e puttaniere, con il milione di donne e uomini vive/i, pensanti e creative/i che sono scesi in piazza il 13 febbraio? E che c’entra con tutte le altre/i che non lo hanno fatto?

 

E’ ancora un essere umano? Quale violenza deve aver subito da piccolo per portarsi dentro una tale sordità emotiva? Per “non disturbare” il responsabile di 285 vittime accertate?

Per sentirsi buono offrendo 50000 euro ad una ragazza piagata dalle botte (stando agli interrogatori riportati dai giornali) e poi ributtarla sulla strada dopo essersi garantito che non parlerà.

 

Per pensare che la soluzione dei problemi del precariato siano nel riuscire ad accalappiare un marito ricco. Per passeggiare sulle macerie di una città distrutta dal terremoto, salvo poi, a luci spente, allontanarsi dalle macerie lasciandole là, senza neanche le carriole per raccoglierle, che, infatti, metteranno i cittadini.

 

Vive costui? E dove? Che cosa sente? Sente?

La faccia plastificata ha ormai una sola espressione: un ghigno.

Odio, rabbia. Può un paese essere guidato da una persona che non sa che cosa sia un sorriso vero? Può essere rappresentato da un ghigno?

 

E possono donne e uomini che ogni mattina si alzano presto per recarsi al lavoro o per difenderlo o per cercarlo essere intrappolati in un film? Dove Cicchitto, Gasparri e le altre maschere interpretano il ruolo di Erich von Stroheim, senza la dolcezza, la tenerezza, il dolore e, forse, l’amore di Max von Mayerling? Quale cadavere sta sceneggiando questo viale del tramonto?

 

Che cosa c’entra questo manipolo cortigiano, puttana e puttaniere, con il milione di donne e uomini vive/i, pensanti e creative/i che sono scesi in piazza il 13 febbraio? E che c’entra con tutte le altre/i che non lo hanno fatto?

 

Di quale popolo parlano quando sostengono di essere stati da questo investiti?

Il voto è forse quella cosa che ci viene concessa ogni tanto per decidere chi ci opprimerà? Chi sperpererà il nostro denaro, chi farà leggi per renderci più povere/i e più ineguali? Più ignoranti e malate/i? Più tristi ed impresentabili agli occhi del mondo? Più irrappresentabili ai nostri occhi?

 

Può uno stato vivere senza una politica estera che non sia il letto di Putin o gli affari personalissimi con dittatori finiti o che stanno per finire? Possiamo avere solo alleati in via di estinzione e massacratori?

 

Quei corpi sono i nostri, quelle strade riempite sono le nostre. Qualunque luogo in cui si pretenda parola, libertà, cibo, educazione, salute, una vita dignitosa ed il rispetto per tutte/i, è nostro.

E nostro è il lutto per quelle donne e uomini cecchinati nei “giorni della collera”.

 

Vogliamo non solo esprimerlo, ma che sia espresso pubblicamente da chi ci dovrebbe rappresentare.

È ora che le nostre istituzioni si presentino con volti capaci di sorridere e di piangere.

 

Patrizia Politelli

21 febbraio 2011

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