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Il gruppo dirigente della Cgil continua a illudersi che prima o poi Marcegaglia, Cisl, Uil, facciano un’altra politica

Post n°4433 pubblicato il 05 Marzo 2011 da cile54

Sciopero Cgil, bisogna fare sul serio

 

E’ inutile nascondersi dietro le parole. Lo sciopero generale proclamato dalla segreteria della Cgil si presenta come uno sciopero a metà. Da un lato, è evidente, esso raccoglie una domanda di mobilitazione che è partita dalla piazza del 16 ottobre scorso dove si sono incontrati Fiom e movimenti. Dall’altro, però, non solo per le sue dimensioni, le quattro ore, ma anche per gli obiettivi, si presenta come uno sciopero in assoluta continuità con le iniziative del passato. Il 26 giugno dell’anno scorso la Cgil proclamò uno sciopero generale di quattro ore contro la politica del governo Berlusconi. Un anno dopo, fa la stessa identica cosa, nello stesso identico modo. In mezzo a queste due date è cambiato il mondo. L’attacco di Marchionne, quello della Gelmini, il propagarsi dal pubblico al privato, dai metalmeccanici agli insegnanti agli addetti al terziario, della devastazione contrattuale, ha messo in discussione tutto. Cisl e Uil sono state complici convinte di tutte le scelte del governo, della Confindustria, della Fiat. E’ avanzato un processo di distruzione dello stato sociale che in Italia viene presentato come Federalismo. Tutto questo si è accompagnato all’aggravarsi della crisi della democrazia, all’abolizione delle libere elezioni nella Fiat come nel lavoro pubblico, all’attacco alla Magistratura, all’aggressione alla Costituzione, all’impunità di Berlusconi rivendicata e proclamata come sistema di governo. Eppure dopo tutto questo, lo sciopero generale proclamato dalla segreteria della Cgil è lo stesso di un anno fa.

E’ evidente che questo errore di sensibilità e scelta politica nasce da un vizio di fondo che persiste nella linea della confederazione. Si continua a negare la realtà. Si continua a credere che oltre Marchionne, oltre Berlusconi e Sacconi, oltre gli accordi separati, ci sia ancora un mondo ove si possa ricostruire una politica unitaria con Cisl e Uil e un patto sociale con la Confindustria. Questo mondo in realtà non esiste più. C’è oramai un blocco di potere, una vera e propria concertazione che fa sì che tutte le principali decisioni di politica economica e sociale siano prese di comune accordo fra la Lega, Tremonti, Berlusconi, la Confindustria, Cisl e Uil. C’è un blocco di potere concertativo che governa l’Italia ed esclude la Cgil. Questo blocco di potere fa sì che Berlusconi continui, nonostante i suoi misfatti, a restare in sella, mentre appare inconcludente e inefficace l’opposizione politica. Il gruppo dirigente della Cgil continua a illudersi che prima o poi la signora Marcegaglia, la Cisl, la Uil, facciano un’altra politica.

E’ la stessa illusione che coltiva Bersani quando chiede alla Lega di dissorciarsi da Berlusconi. Ma negare la realtà può essere più facile che cambiare linea e comportamento. Per cui, specularmente, ad un’opposizione politica che ogni cinque minuti chiede la caduta di Berlusconi, ma non fa nulla di vero e serio perché ciò avvenga, così la Cgil chiede un cambiamento profondo nelle politiche economiche e sociali, ma poi non fa uno sciopero generale in grado di bloccare davvero il Paese.

E’ questa contraddizione che è stata immediatamente colta in tutti i luoghi di lavoro ove, dopo la prima cauta soddisfazione per la proclamazione dello sciopero generale, è emersa la rabbia per la data e soprattutto per le quattro ore. Sbaglia chi, come fa il nostro caro amico Loris Campetti su il manifesto, sottovaluta questo aspetto e si fa trascinare nella vecchia logica del bicchiere mezzo pieno. Questo sciopero generale così com’è non va, bisogna cambiarlo. Innanzitutto si deve mettere nella piattaforma che esso va proclamato non solo contro il governo, ma anche contro la Confindustria e contro il sistema delle imprese. Pensiamo alla Confcommercio, che sta estendendo ovunque, assieme al governo, il modello Marchionne. Bisogna smettere di illudersi che ci sia un altro padronato buono che è pronto a dissociarsi dall’amministratore delegato della Fiat. In secondo luogo bisogna fare uno sciopero generale di otto ore. Già diverse categorie: la scuola, la funzione pubblica, il commercio, i metalmeccanici, hanno deciso o paiono intenzionati a decidere, l’estensione dello sciopero. Bisogna provare a bloccare il Paese e non a fare uno sciopero di circostanza.

Nelle prossime settimane, ogni luogo di lavoro, ogni rappresentanza sindacale, ogni struttura, dovrà essere portata a discutere e a decidere sugli obiettivi e sull’estensione dello sciopero. Lo sciopero dovrà essere un appuntamento di tutto il Paese che lotta per i diritti e la democrazia. Per questo si dovranno incontrare i movimenti sociali e gli studenti. Essi devono essere soggetti attivi e partecipi dello sciopero e non semplicemente spettatori tollerati. Infine questo sciopero va costruito politicamente anche rispetto a Cisl e Uil. Il primo maggio unitario, che precede lo sciopero è una pura ipocrisia e rischia persino di danneggiare la giornata di lotta se quel giorno, nelle piazze, si dovrà diplomaticamente tacere di essa. Si faccia un primo maggio che prepari lo sciopero, che ne spieghi le motivazioni e gli obiettivi e si vada in piazza anche per questo. Pazienza se Cisl e Uil a questo punto ne saranno travolte o saranno costrette a non partecipare.

Bisogna fare sul serio. Ogni giorno le lavoratrici e i lavoratori, i giovani, i disoccupati e i precari sono di fronte a drammi che si abbattono sulla loro vita. Per questo mobilitazioni rituali non servono più a nessuno e possono persino diventare controproducenti. Abbiamo a questo punto due mesi per arrivare a uno sciopero generale vero. Facciamo sì che ogni appuntamento - lo sciopero dell’11 marzo dei sindacati di base, le altre lotte e mobilitazioni, le assemblee degli studenti e dei movimenti sociali, le manifestazioni della società civile, da quella del 12 marzo a quella sull’acqua - pur conservando naturalmente la propria autonomia, servano anche a far sì che lo sciopero del 6 maggio sia un appuntamento di tutti.

Impadroniamoci di quella data e facciamo dello sciopero generale proclamato senza convinzione dalla segreteria della Cgil una data che segni la vita sociale e politica Paese. Con la consapevolezza che oggi più che mai è necessaria la critica a quei gruppi dirigenti che non vogliono cogliere la dimensione dura e drammatica del conflitto in atto. La trasformazione dello sciopero del 6 maggio in uno sciopero generale vero, è la strada sulla quale dobbiamo muoverci.

 

Giorgio Cremaschi

Presidente del Comitato direttivo Fiom/Cgil

04/03/2011

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pittricedisinistra
pittricedisinistra il 05/03/11 alle 20:23 via WEB
SONO MOLTO DELUSA UN PO' DA TUTTO IL MONDO DI SINISTRA....SO PER CERTO CHE IL PADRONE DIFFICILMENTE FA' GLI INTERESSI DEL LAVORATORE OGGI TUTTO SI UNISCE SI AMALGAMA IN UN MISCUGLIO INDEFINITO ...SBAGLIERO' FORSE. MA PER ME CHI E' BIANCO NN PUO DIVENTARE NERO E VICEVERSA ...QUI NN SI CAPISCE PIU' NIENTE IO NN CI CAPISCO PIU' NIENTE SENTO BERSANI CHE FARFUGLIA ALLEANZE STRANE E SI APPELLA ALLA LEGA ...ODDIO MIO ...MA NN SA CHI E' LA LEGA?? NON SONO UNA ESPERTA IN POLITICA SONO UNA SEMPLICE CITTADINA CHE PER LA PRIMA VOLTA NON SA CHI VOTARE ECCO L'HO DETTO E' GRAVE PER ME DIRE STA COSA ...SPERAVO IN VENDOLA MA LO AZZOPPANO E POI PURE DA LUI SENTO COSE STRANE, ALLEANZR STRANE ( AVRO CAPITO MALE?) ME LO AUGURO !!! IN DEFINITIVA MI STO DOMANDANDO CHI VOTO?? IO SONO DI RIFONDAZIONE, CHE SI DEVE FARE? APPOGGIARE IL PD ? UN PD CHE SEMBRA UN PDL?? ......STO ADDIRITTURA RIMPIANGENDO PRODI , SPERO MI PASSI QUESTO SCONFORTO , CIAO
 
 
nomadi50
nomadi50 il 05/03/11 alle 23:09 via WEB
sono appena uscito dal blog "non vinceranno" della compagna vanda , lanciando la proposta di un ASTENSIONISMO MILITANTE contro si il centro destra ma pure contro l'armata brancaleone che va da casini/fini a idv pd api vendola sinistra antagonista (ridotta al lumicino storico) questa alleanza numericamente necessaria per battere berlusconi battezzata gia' come nuovo CLN (pazzesco) non mi turo il naso come molti anni fa diceva montanelli mi astengo , ma organizziamoci per un vero ASTENSIONISMO DI MASSA contro i signori della politica ciao ANGELO
 
   
cile54
cile54 il 06/03/11 alle 00:31 via WEB
Caro Angelo, non vedo le condizioni per un astensionismo attivo di massa e non vedo neanche, purtroppo, le condizioni per un'accordo (proposto dal segretario di Rifondazione Paolo Ferrero)di liberazione da Berlusconi, quello che viene definito "nuovo CLN" con il centrosinistra, la sinistra comunista e Casini, per far maturare delle condizioni politiche, in primis una nuova legge elettorale più possibile proporzionale, che permettano al sistema politico italiano di uscire dal berlusconismo. Troppe e dichiarate sono le commistioni del potere industriale e finanziario con il centrosinistra per praticare una scelta politica salvaguardia della restante democrazia. Quindi non credo alla bontà dell'astensione dei più politicizzati perchè sarebbe ininfluente, mentre credo che una scelta forte verso Rifondazione e la Federazione della Sinistra l'unica scelta ragionata e propedeuitica alla ripresa di lotta anche nelle sitituzioni. ciao
 
 
cile54
cile54 il 06/03/11 alle 00:35 via WEB
Cara compagna,lo stato della politica italiana non aiuta certo ad avere chiarezza ma, permettimi, non sei la sola ad avere tanta confusione acquisita, seguo tanti blog di gente di sinistra che si accaldano per dichiarazioni antiberlusconiane di leader siliconati dai media, come Di Pietro, Vendola e Grillo, ma anche di Bersani quando ha frammenri di lucidità obbligata. Questo tifo è propedeutico alla delusione e allo sconforto quando si arriva ai nodi della politica e tanti ingenuamente si meravigliano,ad esempio, delle aperture a Fini, alla Lega e a Casini, senza aver compreso il retroterra di queste apertura. Credo che Rifondazione, non possa essere accusata di questo pantano e nessuno si rende conto del perchè siamo messi ai margini, se non espulsi, dai media. La coerenza e le proposte politiche che ne derivano sono alla portata di chi vuole comprenderle da soggetti protagonisti e non oggetti e pedine da spostare quando c'è bisogno di carne elettorale, o di soldatini nelle ridicole Primarie. Quindi, se vogliamo ricostruire i luoghi della politica sana e partecipata non c'è scelta da fare se non votare Rifondazione e starci accanto nelle battaglie sociali che comunque facciamo anche se, ripeto, per i media non esistiamo. Infine, Prodi non è affatto da rimpiangere perchè il suo governo ha praticato il politicismo più spinto rimanendo stritolato dalle battaglie interne al PD e, non ultimo fattore di spiegazione della sua fine, ha impiegato sin troppe energie a isolare Rifondazione nel governo che chiedeva il rispetto del programma firmato piuttosto che affrontare le pèroblematiche sociali, sulle quali la destra ha operato con la sua demagogia. Ciao
 
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