RACCONTI & OPINIONIPagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti |
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Continua l'effetto Brunetta
C’era un tempo in cui ci si scandalizzava per gli insulti rivolti ai precari dal sedicente ministro Brunetta. Precari indignati definiti “l’Italia peggiore”. Poi per fortuna è arrivato il governo serio, quello sobrio, quello dei professori e dei tecnici impegnati a salvare il Paese, quello che non si espone per orge o comportamenti sguaiati e così riacquista credibilità in Europa, abbatte lo spread e ci avvicina a Berlino. Una immagine naufragata miseramente in pochi mesi, fatti discordanti e separati ma che insieme vanno ricomposti come un simpatico ed infinito puzzle. Prima il sottosegretario Malinconico, costretto a dimettersi a causa di vacanze pagate a sua insaputa. Poi il ministro Patroni Griffi che a dimettersi non ci pensa neanche e che si gode il suo appartamentino con vista Colosseo di 200 mq pagato 175 mila euro e di proprietà dell’Inps. Che uomo fortunato. Poi inizia il valzer delle dichiarazioni a dir poco improvvide e qui se ne omette qualcuna per difetto. “Chi si laurea a 28 anni è uno sfigato” sentenzia il super raccomandato sottosegretario Martone, “il posto fisso è monotono e noioso” ribatte il presidente Monti, “l’articolo 18 non è un tabù” sentenziano un po’ tutti”, “gli F35 servono al Paese” ministro Di Paola. Poi il bisogno incontenibile di aprire bocca diventa più catastrofico delle nevicate a Roma sotto Alemanno. “I giovani vogliono lavorare vicino a mamma e papà” irride la ministra Cancellieri, “il posto fisso è solo una illusione” ribatte l’onnipresente e non più piangente Fornero. E via di questo passo. Si tratta di gaffes da politici improvvisati? Affatto, fanno parte di un disegno ideologico ben preciso ed in perfetta continuità con il precedente governo, quello di mettere giovani contro anziani, più garantiti contro precari e disoccupati, di costruire un senso comune estraneo alla realtà. Ma lo sanno questi dotti e sapienti quanti sono i giovani costretti a partire, a emigrare o verso nord o all’estero perché la propria città o il proprio Paese non offrono prospettive? E lo sanno quanti sono coloro che non si possono permettere neanche di cambiare città perché non avrebbero i mezzi per pagarsi un affitto, ovviamente e rigorosamente in nero? Forse le esperienze dei signori e delle signore ministri si basano esclusivamente sulla propria progenie e dintorni, rigorosamente assunti con contratti favolosi spesso nella stessa banca di papà e mammà. I comprimari dell’esecutivo, come il segretario della Cisl Bonanni, continuano con lo stesso copione, qualche urletto ma poi, fedeli al padrone. In parlamento nulla è cambiato con un Pd sempre più prono, un Terzo Polo che ripete a mo di pappagallo il verbo governativo e un Pdl che, con o senza Lega, ne approfitta per mandare avanti i propri provvedimenti e tramutarli in legge. Fuori dal coro restano il Prc con Paolo Ferrero che definisce volgari e insultanti le affermazioni della Cancellieri e della Fornero, Fiom e sindacati di base che chiedono rispetto dei diritti e democrazia. Che la piazza torni a farsi sentire!
Stefano Galieni 06/02/2012
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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