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Amianto, Guarinello promette: "Andremo avanti anche negli altri siti"
“Nel nostro procedimento per omicidio verranno presi in considerazione i morti tra i lavoratori e i cittadini non solo di Casale Monferrato e Cavagnolo ma anche di Rubiera e di Bagnoli”. L’assicurazione che la vicenda Eternit non si ferma certo con il processo di Casale viene direttamente dal sostituto procuratore Raffaele Guariniello che stamattina è intervenuto a Radio Anch'io su Radio 1. Il giudice ha voluto precisare, anche a “conforto” degli abitanti di Bagnoli e Rubiera delusì perchè nel loro caso il reato di “disastro” sia stato considerato prescritto, che ci sono nuove strade per il procedimento giudiziale . Stralciato dal primo procedimento, che ha ottenuto una sentenza storica, ora, ha ribadito il pm, “è il momento di porre mano anche all'omicidio” e “l'esito di questa sentenza può influenzare anche l'impostazione” di questo nuovo procedimento. Quanto alla proposta di istituire una procura nazionale contro le morti bianche, “conto molto - ha sottolineato Guariniello - sull'iniziativa del ministro della Giustizia, che è grande esperto di processi e di diritto penale d'impresa”. Questa, ha concluso il magistrato, “può essere la grande occasione per arrivare a questa riforma”, perchè quello delle morti bianche “non è un problema di sensibilità del singolo magistrato, ma di avere una unità altamente specializzata”. Solo così si potrà ottenere “il grande risultato, quello di fare capire che i processi in materia di sicurezza sul lavoro non sono di serie B, come a volte mi pare sembri al Csm, ma sono uguali a quelli per mafia e camorra”.
Sulla vicenda di Bagnoli c’è stata proprio ieri una presa di posizione della Fillea-Cgil della Campania che aveva sottolineato l’assurdità di una procedura di decontaminazione bloccata dalla mancanza di fondi. “A Bagnoli -sottolinea poi Giovanni Sannino, segretario Fillea Cgil Campania- si continua a morire di cancro a causa dell'inquinamento provocato dall'Eternit e dalla mancanza di qualsiasi misura di prevenzione. Nell'area, ancora oggi, permane una contaminazione da amianto perchè la bonifica è giunta solo al 50% a causa dell'esaurimento dei fondi. Ciò si è verificato perchè nella zona è stato ritrovato più amianto del previsto. Dalle deposizioni fatte alla magistratura, inoltre, si evince che l'inquinamento non riguarda solo l'area della fabbrica, ma tutta quella circostante a causa dell'illegale smaltimento dei residui”. “Per tali ragioni -conclude Tavella- riteniamo che a Bagnoli e nelle aree vesuviane si sia prodotto un vero e proprio disastro ambientale permanente che provoca ancora morti. La Cgil regionale, nell'attesa di leggere le motivazioni della sentenza, sta sin d'ora valutando gli elementi di merito della decisione per ricorrere in appello. Il sindacato, inoltre, sarà impegnato per mettere in campo tutte le iniziative possibili affinchè a Bagnoli si ripristini la legalità, sia fatta giustizia e non cali il silenzio”.
Fabrizio Salvatori
16/02/2012
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
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