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Mentre nei servizi saniatri regionali si fa a gara su chi abbassa di più gli standard di assistenza, per avere meno infermieri

Post n°6339 pubblicato il 08 Maggio 2012 da cile54

Rapporto Censis. Infermieri, l’Italia è in deficit

 

In Italia servono più infermieri, per una sanità ben articolata sul territorio e per raggiungere livelli di assistenza paragonabili a quelli di Paesi come Olanda e Francia. In questo quadro il numero chiuso per l’accesso agli studi di Scienze Infermieristiche appare ormai anacronistico.

È quanto risulta dal rapporto Censis su “L’infermiere protagonista della buona sanità del futuro”, diffuso in occasione del Congresso Ipasvi. Il nostro Paese ha una presenza di infermieri significativamente inferiore a quella di altri Paesi europei che possono essere considerati benchmark e nel futuro la domanda di infermieri è destinata ad aumentare, per diversi motivi: per la scarsità di medici, per la riarticolazione della sanità su territorio e ospedale ad alta intensità tecnologica.

Considerando che attualmente gli infermieri del Ssn sono 391.646, se si volesse applicare in Italia il rapporto infermieri/popolazione dell’Olanda (1.051 per 100mila abitanti), secondo il Censis occorrerebbe aumentare di 266mila il numero degli infermieri, fino a raggiungere nel 2020 le 659mila unità, attraverso un incremento annuo di 26mila unità.

Se invece si considerasse la Francia come riferimento, per raggiungere l’obiettivo di 482mila infermieri al 2020 sarebbe necessario un incremento di 91mila, pari a oltre 9mila infermieri in più all’anno. Negli ultimi anni gli infermieri in Italia sono aumentati (+80mila dal 2000 al 2010), ma in numero non sufficiente alle necessità: nel 2009-2010 gli immatricolati sono stati circa 13mila per professioni sanitarie, infermieristiche e professione sanitaria ostetrica. Nel futuro si aprono potenzialità occupazionali molto ampie e secondo il Censis sarebbe quindi necessario ampliare gli spazi di formazione universitaria.

 

Da “Il Sole 24ore Sanità” n. 12

 
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