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L'Italia un Paese di falsari dove anche quando la verità è a portata di mano, la si ignora voltando pagina. Impunemente!

Post n°6787 pubblicato il 12 Agosto 2012 da cile54

UN FALSO COME PAESE

Forse non molti sanno che le creme antirughe non esistono, eppure sono facilmente reperibili anche in un qualsiasi supermercato. In realtà, le anti-age esistenti in commercio sono semplici creme idratanti. Non dovrebbe... essere reato spacciarle per anti-rughe? Se poi consideriamo l’olio extra vergine di oliva troviamo un numero di imitazioni da primato. Viviamo in un nugolo di falsità che ci perseguitano e nelle quali riusciamo a creare una triste realtà. Credo che il calcio sia lo sport nazionale perché falso. Riesce a far notizia sempre, anche quando fa scandalo; per questo esaltiamo le gesta di finti campioni, in partite vendute dentro squallidi stadi dove qualcuno perde anche la vita. Medici senza laurea in ospedali pubblici, medicine scadute nei reparti, e convenzioni con direttori sanitari svenduti. La politica intrisa di soli affari, personaggi dallo squallore unico che siedono in posti chiave, giri loschi di soldi, di portaborse senza contratto, di giornalisti accondiscendenti che non ammettono la loro “libertà” controllata. Nullatenenti con tre palazzi , due lamborghini e una pensione da ritirare, rispettati dalla massa come eroi del paese delle falsità. Ipocriti messaggi su altari dove, al posto dello spirito, si innalzano teschi e si baratta l’anima con il corpo, al ritmo di parole futili intrise dal profumo promiscuo d’incenso. Università con generazioni d’insegnanti riconducibili al direttore o all’amico del momento, e poco cambia se verranno sorpresi ad abusare di una ragazza con qualche problema. I precari nelle università lavorano al posto di professori superati e limitati, percependo miseri stipendi per un tempo insufficiente all’umana e naturale progettualità e, nel giorno del contratto, vengono sostituiti dal prossimo di turno; ma la casta rimane lì, sempre la stessa, impenetrabile e immutata da un tempo indefinibile. Associazioni e massoni che richiedono sovvenzioni statali o la possibilità di entrare nel magico mondo del 5 per 1000, come la Federcaccia, che sopravviveva con finanziamenti statali. Nei supermercati acque minerali peggiori di quella del rubinetto, scandali coperti dal segreto professionale, dal segreto di stato. Un mostro dopo l’altro che si affaccia al potere per deliberare il male di una nazione mai unita, mai viva. Esattori che bussano alle case dei proletari sorvolando sui potenti, assurdi dementi che scandiscono anatemi sulla disoccupazione, ricette per i bisognosi mentre dietro la porta spippano polvere magica. Un contorno di prostitute che delimitano i tavoli e tanto putridume al capo che solo la metà basterebbe per inquinare le falde acquifere del mondo, mari, fiumi, laghi e ruscelli. Invece è tutto qui, è tutto inalterato nel paese delle falsità, dove ogni omicidio diventa misterioso, un delitto perfetto, lo strumento più potente per l’audience, e anche quando la verità è a portata di mano, la si ignora voltando pagina. Ogni appalto è un business dove migliaia di bisce bagnano la coda. L’importante non è fare ma dire; l’importante non è essere, ma mostrarsi; e tanta, ma così tanta ignoranza che potrebbe rivelarsi fatale solo se smettessimo di respirare. Latini per costume, puritani per tradizione. Siamo rivoluzionari in nome della rivoluzione degli altri, Spagna inclusa, ma di fronte ad un affare con il malaffare siamo accondiscendenti come cagnolini al guinzaglio. Pronti a criticare governi e politici, ma con una fatica immensa a superare quel perbenismo ipocrita che ci trasciniamo da secoli. E nonostante tutto, ho il bisogno di sentirmi ottimista, di credere sia possibile cambiare, tendere ad un paese migliore, che sia possa avere, per dirla alla Gaber, un sogno diverso da quello americano, perché la consapevolezza ci dà la forza per superare malintesi. Voglio credere che un popolo unito sia più forte di tutti gli eserciti del mondo, voglio crederci perché il sangue dei disperati ha sempre lo stesso colore rosso.

Antonio Recanatini

11 agosto 2012 www.bellaciao.org

 
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