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« L'iniziativa rappresent...Terremoto in Emilia: la ... »

Lo stato dell'arte della politica economica italiana, dall’Osservatorio Indipendente di Bologna morti per infortuni sul lavoro

Post n°6883 pubblicato il 03 Settembre 2012 da cile54

LAVORO: L’ITALIA MORTALE

Dal primo gennaio ad oggi 2 settembre sono morti SUI LUOGHI DI LAVORO 421 lavoratori ( tutti documentati), oltre 800 dall'inizio dell'anno se si aggiungono i lavoratori deceduti in itinere o sulle strade. L'Osservatorio considera "morti sul lavoro" tutte le persone che perdono la vita mentre svolgono un'attività lavorativa, indipendentemente dalla loro posizione assicurativa e dalla loro età. Molte vittime non hanno nessun’assicurazione e muoiono svolgendo l'attività in "nero".

I MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO PER CATEGORIA. Il 30,8% delle vittime sono in agricoltura, di queste la metà schiacciati dal trattore (già 82 dall'inizio dell'anno). Edilizia 28,9% sul totale, in questa categoria il 30% delle morti è causata da cadute dall’alto. Industria 16,1%, quest'anno quasi la metà di queste morti sono state provocate dal terremoto in Emilia. Servizi 5,8%. Autotrasporto 5,1%, Il 3% Esercito Italiano (Afghanistan). Il 2,7% nella Polizia di Stato (tutte le morte in servizio sulle strade). Il 13,3% dei morti sui luoghi di lavoro sono stranieri. Eta' delle vittime: il 4,9% hanno meno di 29 anni, dai 30 ai 39 anni il 14,1%, dai 40 ai 49 anni il 24,48%, dai 50 ai 59 anni il 15,7%, dai 60 ai 69 anni il 9,5%, il 12,8% ha oltre 70 anni. Del 16,5% non siamo a conoscenza del’età.

Morti sui luoghi di lavoro nelle regioni e province. La regione Lombardia ha già 50 morti e la provincia di Brescia con 15 morti risulta seconda se si esclude la provincia di Modena che ha tantissimi lavoratori morti per il terremoto, come negli ultimi anni Brescia è sempre ai vertici in questa triste classifica delle province con più morti sui luoghi di lavoro. L'Emilia Romagna ha 49 lavoratori morti di cui 17 deceduti sotto le macerie del terremoto del 20 e 29 maggio, province di Modena 17 morti, Ferrara e Bologna 7 morti, Reggio Emilia 5 morti, Parma e Piacenza 3 morti. La Toscana registra 28 morti (36 con i morti in mare sulla Costa Concordia affondata sulle coste dell'isola del Giglio), dei due fratelli del peschereccio affondato al largo di Livorno e di un sub), la provincia Firenze 5 morti, Livorno 5 morti e di Pisa 4 morti. Il Piemonte registra 31 morti , la provincia di Torino risulta in questo momento con 17 vittime la prima in Italia per numero di morti. Campania 31 morti, provincia di Salerno 12 morti, di Avellino 9 morti. Calabria 17 morti, con la provincia di Reggio Calabria con 5 morti. Veneto 23 morti con la province di Verona 6 morti, Treviso 5 morti, Vicenza 4 morti. La Sicilia 28 morti, con la province Palermo e Catania con 5 morti, Agrigento, Trapani e Messina 4 morti. Lazio 17 morti provincia di Frosinone 6 morti, Roma e Viterbo 5 morti. Puglia 19 morti, province di Bari 9 morti, di Brindisi 4 morti. Abruzzo 19 morti con la province di Chieti con 9 morti e di Pescara con 7 morti.Trentino Alto Adige 16 morti, provincia di Bolzano 10 morti e di Trento 6. Liguria 13 morti, con la provincia di Genova con 6 morti. Marche 8 morti con la provincia di Ancona con 4 morti. Friuli Venezia Giulia 11 morti, Pordenone 4 morti Udine 3 morti. Basilicata 6 morti, 4 morti nella provincia di Matera 2 in quella di Potenza . Umbria 9 morti, provincia di Perugia 8 morti. Sardegna 9 morti, Molise 4 morti. Val D'Aosta 1 morto.

Non sono segnalati a carico delle province i lavoratori morti che utilizzano un mezzo di trasporto e i lavoratori deceduti in autostrada: agenti di commercio, autisti, camionisti, ecc.. e lavoratori che muoiono nel percorso casa-lavoro / lavoro-casa. La strada può essere considerata una parentesi che accomuna i lavoratori di tutti i settori e che risente più di tutti gli altri della fretta, della fatica, dei lunghi percorsi, dello stress e dei turni pesanti in orari in cui occorrerebbe dormire, tutti gli anni sono percentualmente dal 50 al 55% di tutti i morti sul lavoro. Purtroppo è impossibile sapere quanti sono i lavoratori pendolari sud-centro nord, centro-nord sud, soprattutto edili meridionali che muoiono sulle strade percorrendo diverse centinaia di km nel tragitto casa-lavoro, lavoro-casa. Queste vittime sfuggono anche alle nostre rilevazioni, come del resto sfuggono tanti altri lavoratori, soprattutto in nero o in grigio che muoiono sulle strade. Tutte queste morti sono genericamente classificate come "morti per incidenti stradali"

Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 del 2011 dell'Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti sui luoghi di lavoro per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali.

Sono 84 dall'inizio dell'anno i suicidi legati alla crisi economica di cui siamo a conoscenza. Ci sono imprenditori che non riescono a pagare le tasse, lavoratori che hanno perso il lavoro o dipendenti di aziende in crisi. Queste tragedie non si possono considerare infortuni sul lavoro, ma hanno per la loro drammaticità un forte impatto sociale

Carlo Soricelli

2 settembre 2012

http://cadutisullavoro.blogspot.it/

 
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