RACCONTI & OPINIONIPagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti |
Segui il nuovo blog "Lavoro e Salute" su wordpress www.blog-lavoroesalute.org
---------------------------------------
Chi è interessato a scrivere e distribuire la rivìsta nel suo posto di lavoro, o pubblicare una propria edizione territoriale di Lavoro e Salute, sriva a info@lavoroesalute.org
Distribuito gratuitamente da 37 anni. A cura di operatori e operatrici della sanità. Finanziato dai promotori con il contributo dei lettori.
Tutti i numeri in pdf
LA RIVISTA NAZIONALE
MEDICINA DEMOCRATICA
movimento di lotta per la salute
TUTTO IL CONGRESSO SU
AREA PERSONALE
MENU
CERCA IN QUESTO BLOG
MAPPA LETTORI
« Nei cinema italiani il f... | Pubblichiamo l’appello d... » |
Immigrati, rischio di morire sul lavoro +50% rispetto a quello degli italiani
Sono i lavoratori stranieri a correre più rischi rispetto ai loro colleghi italiani in relazione agli infortuni. Uno dei motivi principali è che sono proprio gli immigrati vengono messi a lavorare in settori piu' "pericolosi", tra questi quello delle costruzioni.
Il rischio di morire sul lavoro, dunque, per uno straniero diventa superiore del 50% rispetto a quello di un lavoratore italiano.
Questo è quanto emerge da un convegno dell'Anmil, che questa mattina ha presentato il progetto "Cis - Cultura Integrazione Sicurezza", realizzato dall'associazione insieme all'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.
"Gli infortuni sul lavoro occorsi ai lavoratori stranieri - e' stato spiegato - costituiscono solo il 15,9% del totale nazionale, ma il tasso medio di incidenza infortunistica relativo agli immigrati è stimato pari a circa 40 infortuni per mille occupati rispetto a un tasso di 30 infortuni ogni mille occupati registrato tra gli italiani. Il consistente divario tra le due percentuali è legato in primo luogo al fatto che gli stranieri sono occupati in prevalenza in settori ad alto rischio come l'edilizia, la metallurgia e l'agricoltura, ma un forte ruolo, sottolinea l'Anmil, lo giocano le difficoltà di comunicazione e comprensione sul posto di lavoro. In questo senso, l'approccio metodologico proposto dal progetto Cis - basato su corsi di formazione per l'insegnamento della lingua italiana e del linguaggio della sicurezza - sembra proporre, dicono, un modello valido ed efficace per la sicurezza dei lavoratori stranieri".
Per gli infortuni mortali degli stranieri, negli ultimi anni è stata registrata una crescita fino al 2008 a cui segue una flessione sensibile per gli anni successivi.
Gli infortuni mortali degli stranieri sul totale nazionale risulta in crescita dal 16,8% del 2007 al 17,6% del 2011. Il divario a sfavore degli stranieri è più pesante considerando il tasso di incidenza degli infortuni mortali, pari a 0,06 casi mortali per mille occupati contro lo 0,04 dei lavoratori italiani.
Romania, Marocco e Albania, sono e nell'ordine, le comunità straniere che subiscono il numero maggiore di infortuni. Nel 2011 queste tre comunità hanno totalizzato da sole più del 40% di tutti gli infortuni a lavoratori stranieri. Se si considerano solo i casi mortali, la percentuale cumulata dei tre Paesi arriva al 51,5%.
19/3/2013
L'informazione dipendente, dai fatti
Nel Paese della bugia la verità è una malattia
(Gianni Rodari)
SI IUS SOLI
notizie, conflitti, lotte......in tempo reale
--------------------------
www.osservatoriorepressione.info
G8 GENOVA 2011/ UN LIBRO ILLUSTRATO, MAURO BIANI
Diaz. La vignetta è nel mio libro “Chi semina racconta, sussidiario di resistenza sociale“.
Più di 240 pagine e 250 vignette e illustrazioni/storie per raccontare (dal 2005 al 2012) com’è che siamo finiti così.
> andate in fondo alla pagina linkata e acquistatelo on line.
Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
DARE CORPO ALLE ICONE