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Torino: in cima alla gru da due giorni, continua la protesta degli operai
Hanno trascorso la seconda notte in cima alla gru, sospesi a oltre 50 metri da terra, i cinque operai edili (un italiano e quattro albanesi) che da lunedì mattina protestano in un cantiere di Torino. Nonostante il brusco calo delle temperature, i lavoratori sono intenzionati a proseguire la protesta fino a quando non riceveranno i soldi loro dovuti - circa 130 mila euro, fra stipendi e contributi arretrati - per un lavoro terminato due anni fa. Le trattative per convincerli a scendere sono fino ad ora fallite, così come la mediazione tra le imprese coinvolte nella vicenda. E ora gli operai rilanciano: "Non solo non scendiamo, ma siamo pronti a iniziare lo sciopero della fame ". La notte lassù è dura. C'è chi, provato dal freddo, ha chiesto una tuta, chi una coperta più pesante. Solo uno ieri mattina è tornato a terra. Il tempo di farsi visitare, però, ed è subito risalito. "Sentivo dei dolori - spiega Francesco Femia, 55 anni - ed ero preoccupato. Ma una volta che mi hanno detto che sto bene, sono subito tornato con i colleghi. Per me è un dovere". Adesso è sulla gru, anche se un po' più in basso. Accanto a lui Mersin Rapaj, 50 anni: "Ho un figlio di dieci, è anche per lui che sono qui" dice. Suo fratello, Amed Rapaj, 35 anni, protesta con lui: "Sono passati dieci mesi dall'ultimo stipendio. È una situazione inaccettabile " Hanno quasi tutti famiglie da mantenere: "La mia bambina - dice Lorenz Shkoza, 33 anni - ha appena 4 mesi. Come faccio?". Stessa rabbia di Dricim Bana, 35 anni, il quinto operaio sulla gru. Già lo scorso agosto i cinque avevano dato vita a una protesta simile. Ora, a fare da intermediario, a terra, il titolare dell'azienda che ha svolto i lavori, Francesco Funaro della "Aulona Costruzioni". Una trattativa, quella tra i titolari della "Aulona" e il proprietario del cantiere, tuttora in corso. La richiesta è sempre la stessa: versare i 130mila euro promessi, bloccati per il mancato pagamento di alcune tasse, che permetterebbero di sanare i debiti con i dipendenti.
27/11/2013
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
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