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Il Fmi: "Dovete morire prima, anche di fame se necessario"
La vita media è diventata troppo lunga, la crescente longevità rende i sistemi pensionistici sempre più costosi e questo produce un impatto negativo sui conti pubblici. L’analisi è del Fondo Monetario Internazionale(Fmi), ed è contenuta nel Global Financial Stability Report che verrà presentato integralmente la prossima settimana a Washington.
In particolare colpisce “l'allarme longevità” del Fmi. Non è la prima volta che torna su questo tasto e non è certo un bel segnale. Secondo il Fmi l’impatto dell’allungamento delle aspettative di vita sull' economia e i conti pubblici degli Stati è profondo e occorre provi rimedio. “Se nel 2050 la vita media si allungasse di tre anni in più rispetto alle attese attuali (in linea con la media del passato, peraltro sottostimata) sarebbero necessarie risorse extra pari all’1-2% annuo del Pil” scrive il rapporto del Fmi.
Per le economie avanzate, questo significa per il prossimi 40 anni un costo totale aggiuntivo pari al 50% del PIL del 2010 (per le economie emergenti, invece, la stima è pari al 25% del PIL 2010). Dunque, il problema della longevità – che dovrebbe essere un indicatore positivo di una società sviluppata - secondo il Fondo Monetario deve essere maggiormente preso in considerazione dai Governi, che devono “adeguare” i loro sistemi di Welfare alzando l'età pensionabile e abbassando la consistenza delle pensioni pubbliche.
I suggerimenti del Fmi ovviamente spingono nella direzione della finanziarizzazione della previdenza e dei sistemi pensionistici, ma non solo. Tra questi c'è aumento dell’età pensionabile, preferibilmente collegandola con meccanismi automatici all’aumento delle aspettative di vita.; l'aumento dei contributi pensionistici, o riduzione dei benefit; lo stimolo a prodotti finanziari (fondi pensione, assicurazioni) che tengano a loro volta conto dell’aumento delle aspettative di vita; un buon bilanciamento del rischio determinato dall’aumento delle aspettative di vita fra settore pubblico e privato, ma questo rischio, sui mercati finanziari, va trasferito dai fondi pensione a soggetti che sono più attrezzati per gestire, appunto, i rischi finanziari cioè gli squali dei fondi di investimento.
Come si vede, il Fmi avanza un mix di soluzioni che parte dalla necessità di riformare i sistemi di Welfare e arriva a quella di promuovere il mercato finanziario che gira intorno ai trattamenti pensionistici. Per ora. Ma in una fase di profonda instabilità finanziaria – che quindi non dà garanzia di rendimenti e profitti adeguati – magari qualcuno sta pensando a “ridurre le aspettative generali di vita” e ridurre la jattura della longevità. Si dice che la crisi e la guerra servano al sistema capitalista per ridurre le capacità produttive in eccesso. Anche quando si presenta un “eccesso” di capitale umano.
Stefano Porcari
12/04/2014 www.contropiano.org
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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