RACCONTI & OPINIONIPagine di Lavoro, Salute, Politica, Cultura, Relazioni sociali - a cura di franco cilenti |
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Il caso. Sei un immigrato? Non puoi rispondere al 118!
Puoi comprendere e parlare benissimoitaliano, ma se sei un immigrato non puoi fare ilcentralinista del 118. E poco conta che ad aver bisogno diun’ambulanza potrebbe essere anche un cittadino straniero.
Sembra pensarla così l’ Azienda regionale di emergenza eurgenza (Areu), che in Lombardiagestisce il soccorso sanitario extraospedaliero. Sta infatti cercando nuovi operatori per le sue sedi di Brescia,Milano e Varese, da pescare tra lavoratori cassintegrati, ma nei bandiha inserito tra i requisiti anche la cittadinanza italiana.
Nei bandi non c’è invece alcun riferimento a una perfettaconoscenza della lingua italiana, che certo, soprattutto insituazioni di emergenza, può fare la differenza. L’associazione Avvocati per Niente haquindi scritto ai vertici dell’azienda chiedendo di eliminare questaingiustificata e illegittima discriminazione.
Ieri, il direttore generale diAreu Alberto Zoli ha risposto al sollecito di Avvocati per niente ammettendol’errore, ma prospettando una soluzione che pure è sbagliata.
Secondo quanto riportal’agenzia Redattore Sociale , l’Azienda ha infatti intenzione di allineare ilnuovo bando, la cui scadenza è stata prorogata al 30 luglio, all’articolo 38 del decretolegislativo 165/2001. Questo però regola il lavoro nella pubblica amministrazione, ammettendole assunzioni di cittadini ue e di cittadini extraue che hanno un permesso persoggiornanti di lungo periodo. Ma cosa c’entra questo con il lavoro all’Areu,che non sarebbe subordinato?
“Non c’e’ nessuna norma di legge che consente diintrodurre differenze tra cittadiniitaliani e stranieri in attività lavorative non subordinate “ fa notarel’avvocato Alberto Guariso (APN). “Devonosemplicemente scrivere che il bando e’ destinato a cassintegrati italiani,comunitari ed extracomunitari, a prescindere dalla durata del titolo disoggiorno”
8/7/2014 Fonte: www.stranieriinitalia.it
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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