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Disabili: oggi, manifestazione contro i tagli del governo. Sergio Silvestre, presidente di Coordown

Post n°3561 pubblicato il 08 Luglio 2010 da cile54

«I down in piazza per ricordare che camminare non significa star bene»

Con il ritorno al 74% della soglia di invalidità, in seguito ad un ripensamento della maggioranza, moltissime persone affette da sindrome di Down sono salve.

L'innalzamento all'85% per ottenere la pensione di invalidità, infatti, per la maggior parte avrebbe significato per la maggior parte non percepire più un centesimo. Spesso perché quella pensione è l'unico sussidio possibile, visto che l'inserimento lavorativo di questa fetta della popolazione è molto difficile.

Sergio Silvestre, presidente di Coordown, ha una figlia di ventidue anni, Sandra, che ha appena concluso gli esami di maturità all'istituto d'arte e ora vorrebbe trovare un'occupazione per mantenersi e magari andare a vivere da sola o con un eventuale fidanzato.

«In Friuli, dove viviamo, siamo all'avanguardia», spiega Silvestre, «abbiamo dei progetti-pilota per aiutare i down a vivere da soli e sensibilizziamo le aziende affinché assumano i nostri figli nonostante questo handicap, che spesso è meno grave di quanto si pensi. Ma penso alle altre regioni, quelle del Sud principalmente, dove questi progetti non esistono e dove il lavoro non c'è nemmeno per i normodotati».

In questi luoghi la pensione di invalidità, anche se infima, permette comunque a queste persone di avere un minimo di autosufficienza economica.

Coordown, che riunisce tutte le associazioni di persone affette da trisomia 21, sarà in piazza Montecitorio questa mattina per solidarietà con gli altri disabili e soprattutto per combattere contro un'idea distorta dell'handicap: quella di chi vuole attribuire l'indennità di accompagno tenendo conto quasi esclusivamente delle abilità motorie.

«Ci sono alcuni down dichiarati invalidi al 100%, e non perché non sappiano camminare. Sono persone con gravissimi ritardi mentali che hanno bisogno di un aiuto continuo per muoversi e per vivere nella società», spiega Silvestre: «Secondo le nuove norme che rischiano di entrare in vigore questi down, e con loro migliaia di disabili psichici, rischiano di venire esclusi dall'accompagno».

Dunque non importa se un disabile non capisce dove si trova o mette continuamente in pericolo se stesso, magari attraversando una strada senza guardare o allontanandosi da casa senza avvisare: se riesce a portare il cucchiaio alla bocca e se è capace di infilarsi una maglietta, per lo Stato non dovrà ricevere alcun sussidio se non la pensione di invalidità corrispondente. Un modo come un altro per scaricare il welfare sulla famiglia.

«Ci troviamo in una situazione paradossale: da anni lavoriamo per favorire l'inserimento dei down nella vita scolastica e lavorativa, ma al momento dell'autonomia effettiva non troviamo adeguato supporto dallo Stato. Per noi il vero traguardo, comunque, è portare le persone affette da disabilità a non dipendere dai sussidi. Ma questi sussidi, ripeto, sono fondamentali per garantire l'autosufficienza».

Alla protesta di oggi aderiscono anche i sindacati Cgil, Cisl, Uil e l'Arci. Ma prima di esultare per la norma ritirata bisognerà attendere il voto finale: i refusi, se così si possono chiamare, sono sempre in agguato.

 

Laura Eduati

07/07/2010

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