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Disastro Italia
E’ lo sfascio. Berlusconi e il suo governo non sono capaci di affrontare alcuno dei problemi che il paese ha di fronte, la loro “ spinta propulsiva” porta dritto verso il disastro. La domanda che viene spontanea è chi governa in Italia. La risposta la troviamo nel degrado cui il capo del governo ha ridotto il paese. La “festa” in casa Vespa per festeggiare i cinquanta anni di giornalismo del megafono di Berlusconi merita una qualche riflessione al di là delle oscene proposte avanzate dal premier ad un altro commensale, Pieferdinando Casini.
Siamo infatti in presenza di una proposta di patto scellerato che prevede l’ingresso nel governo del leader dell’Udc, cacciando i finiani. Ed è subito rissa nella maggioranza, con Maroni che afferma mai con loro, cacciando i finiani, i quali fanno presente che il loro voto tiene in piedi il governo. Casini, ovviamente si schernisce dicendo di non aver avuto proposte, cosa che invece viene riportata dalla stampa.
Si discute in una casa privata degli assetti di governo. E passi, siamo abituati a ben altro. Ma i commensali che hanno assistito, quasi a far da paraninfi, si chiamavano cardinale Tarcisio Bertone,segretario di Stato, un altro Stato, il Vaticano, braccio destro del Papa,Cesare Geronzi, presidente delle Generali, il cui nome compare in tante, troppe vicende del mondo finanziario, in tante, troppe operazioni bancarie, il governatore della Banca dì’Italia Mario Draghi. Mancavano ci verrebbe da dire, i segretari generali della Cisl e della Uil di cui non si avverte più neppure il fiato mentre cresce la protesta contro la m,manovra economica del governo, veder prese di posizione delle Regioni. Mancava anche Marchionne che, dopo aver tentato di imbavagliare gli operai di Pomigliano e del gruppo Fiat, prosegue nel tentativo sciagurato di colpire, isolare la Cgil e la Fiom con il benestare di Bonanni e Angeletti. Mancavano fisicamente ma c’erano spiritualmente.
Il cardinal Bertone, Draghi e Geronzi, anime candide
Mancavano fisicamente ma c’erano spiritualmente. Bertone, Geronzi, Draghi,anime candide, ignoravano quale era lo scopo della “festa”? Ignoravano che si trattava di un vero e propria adescamento nei confronti di Casini? Che venivano chiamati dal tenutario della terrazza che guarda su Trinità dei Monti per dare una mano a Berlusconi a rinsaldare il suo traballante potere, potere che il presidente del Consiglio e del Pdl dice di non avere? Nessuno di costoro ha smentito quanto scritto dai media, anche di quelli delle famiglia berlusconiana.Già il potere, il chiodo fisso del cavaliere. In fondo ha ragione quando dice che non ha poteri. Ma non sono i “lacci” istituzionali, non sono il Parlamento, la Corte Costituzionale,tanto meno il Presidente della Repubblica mettere i bastoni fra le ruote del capo del governo. Non sono neppure i tanto odiati magistrati che fanno politica e quei giornalisti che lo calunniano e lo diffamano. Le istituzioni, l’informazione esercitano il ruolo, nei diversi ambiti in cui operano, di garanti della democrazia e della legalità come Costituzione assegna loro. La realtà è che Berlusconi ha costruito il suo potere occupando i media, la televisione, giocando sul conflitto di interessi, conflitto enorme quale in nessun altro paese sarebbe tollerabile. Un potere che aveva bisogno di infiltrare i suoi uomini e donne negli apparati pubblici e privati, di “ eleggere” direttamente, come nella attuale legge elettorale, deputati e senatori.
Il governo, i cortigiani, intrighi e ricatti
Un potere simile a una Corte, popolata di cortigiane e cortigiane, come tutte le corti che si rispettano, luogo di baciamano, di adorazione per il capo ma anche di infedeltà, di trappole, di ricatti. Il cortigiano che si fa signorotto, il signorotto che trama, in modo aperto e non, contro il capo, i pretendenti successori, vedi Tremonti, che fanno fare brutte figure al capo, lo zittiscono, gli alleati sempre più esigenti. Quando ci si chiede perché Berlusconi,aveva nominato Brancher, uno dei suoi cortigiani più fidati ministro del nulla è nei misteri non troppo misteriosi della Corte, della cricca politica, che si deve trovare la risposta. Il “caso Brancher” si accompagna al “caso Scajola”, al “caso Verdini”, al “ caso Cosentino”, gli incontri fra Verdini, Dell’Utri, Carboni, il malaffare penetra dentro la politica, la politica berlusconiana provoca malaffare. Sempre più il capo del governo per esercitare il suo potere deve fare i conti con la Corte che lui stesso ha messo in piedi.
Autoritarismo sempre più virulento
Lo sbocco naturale è un autoritarismo sempre più virulento. Il capo non si fida di nessuno, come in tutti i regimi totalitari, fascisti . Sempre più appare incerto, nervoso, in preda all’ira. Non è un caso che si trovi sulla stessa lunghezza d’onda di Mussolini che gridava anch’egli di non avere poteri. Sappiamo come finì. Fermiamolo prima. E fermiamo anche Bruno Vespa che si presta a squallidi giochi di posteri, offre la sua casa per operazioni che sono un insulto alla democrazia, un offesa per il buon senso, perde qualsiasi credibilità, avvilisce, ancor di più, il servizio pubblico radiotelevisivo. Se l’epilogo è questo i cinquanta anni di giornalismo che il conduttore di Porta a Porta ha voluto festeggiare sono stati davvero spesi male. Non per lui. Ovviamente.
Editoriale di Alessandro Cardulli 10/07/2010 Fonte: dazebao
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