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« La denuncia di Rifondazi...Intervista a Valentina D... »

Forte risposta dei giudici della Cassazione contro la delittuosa ipocrisia dei datori di lavoro pubblici e privati

Post n°3759 pubblicato il 03 Settembre 2010 da cile54

'Sicurezza sul lavoro, le tante responsabilità degli imprenditori secondo la Corte di Cassazione. '

Il datore di lavoro deve «attivarsi e controllare fino alla pedanteria» che le norme antifortunistiche siano rispettate dai lavoratori nella pressi di lavoro.

La Cassazione interviene sulla piaga degli infortuni sul lavoro con parole inequivoche e, sfiorando l’ovvietà, richiama il datore di lavoro al suo «molteplice e articolato compito».

Non è certo una posizione “ideologica” quella dei magistrati, anche se così potrebbe essere letta all’indomani della boutade di Tremonti sul ”peso” delle norme per difendere i lavoratori dal massacro quotidiano sui posti di lavoro. La Corte di Cassazione si limita a ricordare i compiti degli imprenditori, che vanno «dall’istruzione dei lavoratori sui rischi di determinati lavori e dalla necessità di adottare certe misure di sicurezza, alla predisposizione di queste misure». Di conseguenza, scrive la quarta sezione penale nella sentenza 31679, «il datore di lavoro deve avere la cultura e la forma mentis del garante del bene costituzionalmente rilevante costituito dall’integrità del lavoratore e non deve perciò limitarsi ad informare i lavoratori sulle norme antifortunistiche previste, ma deve attivarsi e controllare fino alla pedanteria che tali norme siano assimilate dai lavoratori».

E se alcune misure sono particolari «è necessario che questi strumenti siano messi a portata di mano» dei dipendenti. La Corte di Cassazione, in sostanza, dice basta ai tentativi dei capi di addossare la colpa di eventuali incidenti alla mancato rispetto delle norme da parte degli operai stessi. Con questa motivazione, perciò i Supremi giudici hanno respinto il ricorso del proprietario di un cantiere edile ritenuto responsabile per negligenza e imperizia, dalla Corte d’appello di Trento, dell’incidente di un suo operaio caduto da un ponteggio. Invano l’impresario ha cercato di addossare la colpa al gruppo di operai che avevano iniziato a smontare le protezioni mentre la vittima era ancora sul ponteggio. Secondo la Cassazione, infatti per garantire la sicurezza sul lavoro, «non è sufficiente che i datori impartiscano le direttive da seguire a tale scopo, ma è necessario che ne controllino con prudente e continua diligenza la puntuale osservanza». Il datore, sottolinea la Cassazione, è esonerato dalle sue responsabilit… solo quando il comportamento del dipendente «sia abnorme» e cioè si realizza «in modo autonomo, radicalmente e ontologicamente lontano dalle ipotizzabili e quindi prevedibili imprudenze del lavoratore nell’esecuzione del lavoro».

Fabio Sebastiani

02/09/2010

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