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Rischi sul lavoro, diversi per uomini e donne
I settori più pericolosi per le donne: industria tessile, conciaria, alimentare
La stesura di linee guida per la prevenzione, la valutazione e la rimozione dei rischi in ottica di genere; l'elaborazione di moduli formativi per i responsabili della sicurezza, che tengano conto dei rischi di genere; e poi indagini conoscitive, osservatori di realtà locali, e anche un portale dedicato. Sono alcuni degli obiettivi individuati dal "Protocollo Regione Toscana-Inail su Salute e sicurezza sul lavoro in ottica di genere", siglato stamani, per la Regione dall'assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, per l'Inail dal direttore regionale toscano Aniello Spina, alla presenza del direttore generale dell'Inail Giuseppe Lucibello. Perché la differenza tra uomini e donne quanto a salute e sicurezza sul lavoro non si esaurisce certo nella gravidanza e nella maternità: ci sono rischi fisici, chimici, biologici, psicologici, che s! ono dive rsi per uomini e donne che lavorano, anche nello stesso settore.
Per le lavoratrici, i settori più a rischio sono l'industria tessile, quella conciaria, quella alimentare, mentre per gli uomini il pericolo viene soprattutto dalle costruzioni, dai trasporti, dall'industria dei metalli. Dai flussi informativi Inail-Ispesl-Regioni 2006-2008 risulta che gli infortuni accaduti alle donne sono stati più numerosi rispetto a quelli dei colleghi maschi nei settori: sanità (6.345 alle donne, 1.686 agli uomini); pubblica amministrazione (2.916 donne, 2.106 uomini); intermediazione finanziaria (596 donne, 511 uomini); istruzione (297 donne, 153 uomini). Le malattie professionali più frequenti tra le donne: tendiniti, dermatiti ed eczemi, affezioni dei muscoli. Tra gli uomini, invece, ipoacusia, dermatiti, malattie dei tendini.
«Questo progetto - dice l'assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia - nasce dalla volontà di colmare una lacuna. Le riflessioni sulla diversità di genere nelle politiche di sicurezza sul lavoro sono purtroppo in fase preliminare, e infatti, mentre dal 2005 assistiamo a una diminuzione sostanziale delle malattie professionali e degli infortuni per la componente maschile, per quanto riguarda gli infortuni delle lavoratrici la riduzione è iniziata solo nel 2008, e sta procedendo a un ritmo più contenuto. La Regione Toscana è consapevole di questo ritardo, e si impegna affinché questo protocollo sia uno strumento efficace per la comprnesione del fenomeno e la definizione di strumenti adeguati per la prevenzione».
Nel protocollo si fa riferimento a una migliore progettazione dei luoghi e delle postazioni di lavoro, a una diversa organizzazione del lavoro, a un adattamento delle attrezzature; all'ergonomia dei posti di lavoro; alla necessità di individuare i rischi emergenti, legati alle innovazioni tecniche e alle evoluzioni sociali che comportano un increment o di st! ress e d epressione; agli episodi di mobbing, intimidazioni, molestie, violenze.
«Il mondo del lavoro - osserva il direttore regionale dell'Inail Aniello Spina - è connotato da una presenza sempre più forte delle donne, e per quanto riguarda gli ambiti della salute e della sicurezza è ancora da comprendere in che cosa si traduca realmente l'appartenenza di genere. Questo progetto, che coinvolgerà direttamente molte donne lavoratrici in diversi ambiti produttivi del tessuto economico toscano, si connota, dunque, per un'ottica innovativa e ricca di potenzialità che lo rende sicuramente 'esportabile' anche nel resto del paese".
La collaborazione tra Regione Toscana e Inail sul fronte della salute e della sicurezza dei lavoratori si è concretizzata in questi anni in numerosi progetti: tra gli altri, il progetto "Safety Manager", per la formazione di ingegneri esperti in sicurezza da inserire nelle aziende; quello per l'attuazione di sistemi di gestione della sicurezza nel distretto industriale della concia; la campagna di comunicazione sociale "Per me la sicurezza è..."; il progetto per la sicurezza e salute nel comparto agricolo-forestale; oltre a una serie di progetti territoriali sviluppati a Massa Carrara, Lucca, Livorno, Pisa.
Lucia Zambelli
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