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Virginia: Teresa uccisa da un'iniezione letale
È stata uccisa, questa notte alle tre ora italiana. Uccisa con un’iniezione letale. Teresa Lewis, la donna di 41 anni disabile mentale condannata per aver fatto uccidere - dall’amante - il marito, ha così “lasciato” il 'braccio della morte' del Greensville correctional center, in Virginia. Teresa, ha riferito il portavoce del carcere Larry Traylor e' deceduta alle 21:13 di ieri ora locale (le 3:13 di oggi in Italia) e l’'esecuzione si e' conclusa senza alcuna complicazione. Prima di ricevere l'iniezione, la Lewis ha chiesto se la figlia fosse presente. «Quindi - ha spiegato - ha detto di amarla e di essere molto dispiaciuta per lei». «Quando e' entrata nella stanza - ha raccontato uno dei quattro giornalisti che hanno assistito all'esecuzione - ha alzato gli occhi, guardandosi intorno, terrorizzata. Alcuni ufficiali hanno cercato di calmarla accarezzandole le spalle. Quindi ha parlato della figlia Kathy”. Poi l’ultima cena:. pollo fritto, piselli al burro e torta alle mele.
Una vicenda che ha scosso molto l’opinione pubblica non solo americana. A parte il caso sollevato dal presidente iraniano Ahmadinejad (noi abbiamo sospeso la sentenza sulla giovane Sakineh, ha detto in sostanza, gli Usa invece non ci pensano due volte ad eseguire la sentenza) anche le caratteristiche della condannata hanno fatto di questa ennesima esecuzione di Stato un caso vergognoso nella giustiza americana. Ieri sera davanti al carcere è stata organizzata una protesta pacifica di chi ancora negli Usa si batte contro la pena capitale. Camion con le parabole delle tv americane, tutte assiepate in un un enorme prato in mezzo al nulla, il carcere che si vede da lontano. Jack Payden-Travers, un militante cinquantenne della National Coalition to abolish the death Penalty, parla con l’agenzia italiana Ansa. «Hanno costruito qui questo che è il carcere più grande della Virginia perche' e' l'unico posto che da' lavoro in questa zona». Lui e' un 'veterano' delle esecuzioni: «Questa di Teresa e' la numero 108 contro cui manifesto, dal 1982. È un'esecuzione diversa, se possibile ancora piu' grave. Quando il giudice chiamo' Teresa 'la testa del serpente', non voleva solo dire che era la mandante dell'omicidio, ma esprimeva la sua visione sessista delle donne. In Teresa vedeva Eva che per la sua malvagità ha portato l'umanita' a essere cacciata dal paradiso». Obama, potrebbe fare qualcosa? «Purtroppo no, la pena di morte è competenza statale. Qui siamo nel sud, anche se a quattro ore dalla Casa Bianca. Qui attorno, duecento anni fa c'erano le piantagioni di cotone. Ti posso dire che la pena di morte è la forma moderna del linciaggio razzista del Kkk contro i neri, e la continuazione dello schiavismo che ancora esiste nel sud e nel resto degli States». Ahmadinejad l'ha paragonata a Sakineh: «Non entro in questa polemica. Dico solo che lapidare e' una forma orribile per dare la morte, ma e' sempre una pena capitale, come l'iniezione di stasera. Gli Stati Uniti continuano a violare i diritti umani. Poi non possono attaccare piu' di tanto la Cina, la Corea e altri paesi».
24/09/2010
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
omicidio di Stato
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