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Sabato 6 novembre, manifestazione contro la sanatoria truffa. Il ritratto dei cinque migranti in lotta

Post n°3980 pubblicato il 04 Novembre 2010 da cile54

Brescia. Ancora sulla gru

 

Lanciato un appello per una mobilitazione nazionale: «Non lasciamo soli i nostri fratelli sulla gru». .Stanotte i cinque hanno respinto l’ultimatum delle autorità, resteranno in cima alla gru fino all’ottenimento dei permessi di soggiorno. 

L’associazione Diritti per tutti fa un ritratto dei cinque migranti che occupano da cinque giorni una gru del cantiere della metropolitana di Brescia. «Arun, pachistano di 24 anni, proveniente da Gujarat, il distretto del Punjab dal quale arriva la maggior parte della grande comunità pachistana di Brescia, la più numerosa: in Italia da 4 anni, a casa ha lasciato i genitori e 4 sorelle e fratelli; ha l’equivalente del titolo di studio di terza media. Si è mantenuto distribuendo in nero volantini pubblicitari, stipendio circa 500 euro al mese; orario di lavoro non definito, a volte anche più di 10 ore al giorno. È volontario alla moschea pachistana della città». Poi c’è «Jimi, egiziano, 25 anni. Da 5 anni in Italia, per 3 ha lavorato in nero come operaio metalmeccanico generico in una piccola ditta della provincia. In agosto ha perso il lavoro. Lavorava 6 ore al giorno per 650 euro. In Egitto ha lasciato i genitori un fratello e una sorella. Ha un diploma tecnico-informatico». Il più «anziano è Rachid, ha 35 anni ed è marocchino. «La sua famiglia, in nordafrica, è composta dai genitori e da 6 sorelle e 2 fratelli – si legge ancora sul sito di Diritti per tutti – Ha fatto solo il primo anno di scuola media, è in Italia da 4 anni , ha svolto lavori saltuari e distribuiva volantini pubblicitari, stipendio 450 euro al mese». Dal canto suo «Sajad, 27 anni, pachistano della zona di Gujarat. È in Italia da tre anni e da tre anni non vede la moglie, i genitori e 4 fratelli e sorelle. È laureato con un master in lingue. Ha fatto lavori saltuari». Infine sulla gru c’è «Singh, 26 anni, arrivato nel nostro paese nel 2005, partito dall’India l’anno prima. Ha 4 fratelli e sorelle oltre i genitori. Scuole medie e lavori saltuari, sopratutto distribuzione di volantini».

Intanto questa mattina alle nove è arrivato puntuale il comunicato dei cinque della gru. «Alle 8 di stamattina, allo scadere dell’ultimatum posto dal Comitato per l’ordine e la sicurezza, dall’alto della gru si sono affacciati Arun, Jimi e Singh; finalmente dopo tre giorni di pioggia facevano breccia i primi raggi di sole. ‘Non scenderemo fino a quando non avremo i permessi di soggiorno, non abbiamo nulla da perdere’ hanno detto Arun e Jimi ‘vogliamo un incontro con il ministro e un presidio ; qui sopra la lotta è dura ma non abbiamo paura di nessuno’ , poi hanno salutato agitando le mani e augurando il buongiorno a tutte le persone presenti sotto la gru per manifestare solidarietà ed appoggio alla loro protesta – si legge nella nota – Ieri verso la mezzanotte, il responsabile della Pastorale migranti della Diocesi di Brescia, padre Mario Toffari, con un caschetto bianco e imbragato dai pompieri, era salito in cima alla gru accompagnato dal rappresentante della comunità egiziana: toccava a lui comunicare la proposta emersa dopo ore di riunione del Comitato composto da Prefetto, Questore, Comandante dei carabinieri, della polizia locale e della guardia di finanza, da Sindaco e vicesindaco e, per l’occasione, allargato a Cgil, Cisl e rappresentante della Curia. Un presidio temporaneo per 15 giorni in un luogo da definire, gestito dal centro migranti della Diocesi e da Cgil e Cisl; istituzione di un Tavolo presso la Prefettura di Brescia per discutere sulle problematiche poste dalla sanatoria. Questa proposta era addirittura accompagnata da un ultimatum: accettare e scendere dalla gru entro le ore 8 di stamattina altrimenti l’offerta sarebbe stata ritirata e la questione sarebbe poi diventata un problema di ordine pubblico, minacciando ritorsioni contro gli occupanti della gru e contro l’associazione Diritti per tutti anche per le penali di centinaia di migliaia di euro che il Comune dovrebbe pagare all’azienda che sta realizzando la metropolitana per il blocco dei lavori. La risposta, già comunicata ieri notte a Padre Toffari è poi stata ribadita simbolicamente alle ore 8: ultimatum rigettato, la lotta prosegue!»

E dal presidio permanente improvvisato sotto la gru torna l’invito a partecipare il 6 novembre alla manifestazione indetta a Brescia per i permessi di soggiorno. L’appuntamento «per non lasciare soli i nostri fratelli sulla gru» è alle 15 in piazza della Loggia.

3 Novembre 2010

 
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