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Non migliorano i feriti di Paderno. E la mancanza di sicurezza riuccide a Carrara, Taranto e nel bresciano

Post n°3990 pubblicato il 07 Novembre 2010 da cile54

E ancora tre morti sul lavoro

No, non sono migliorati i tre operai della Eureco di Paderno Dugnano, i più gravi tra le vittime dell'esplosione dell'altroieri nel milanese. E ieri sul carnet del serial killer più feroce - il lavoro insicuro - sono finiti un giovane taglialegna di Carrara, un operaio dell'Eni, terzo in tre giorni solo in Puglia e un albanese, operaio anche lui, ammazzato nel bresciano.

Dopo un sopralluogo a Paderno, la pm di Monza, Manuela Massenz, ha aperto un fascicolo, per ora senza nomi, per lesioni colpose ma nelle prossime ore potrebbe essere intestato al titolare dell'azienda per ora sotto sequestro. Il più grave dei sette ustionati è un lavoratore albanese di 37 anni, 95% di ustioni di terzo grado, ricoverato in terapia intensiva al Niguarda dove ci sono anche Salvatore, 52 anni e l'85% del corpo bruciato, e il ventunenne albanese anche lui con un quarto della superficie corporea compromessa ma che non sarebbe in pericolo di vita. I loro compagni di lavoro e sventura sono sparsi tra il Fatebenefratelli e i centri grandi ustioni di Genova e Torino.

Solo 1800 tecnici della prevenzione se la devono vedere con cinque milioni e mezzo di aziende che rischiano pochissimo grazie ai correttivi di questo governo alla legge varata ai tempi di Prodi dopo la tragedia immane della ThissenKrupp. Se si registra una leggera diminuzione degli infortuni lo si deve solo all'incalzare della crisi. E di siti a rischio di incidente grave l'Ispra, uno dei centri di ricerca aggrediti dai tagli di Tremonti, ne ha contati 1119, in Lombardia sono 259, tutti posti dove un qualunque incidente si può trasformare in una tragedia collettiva: siti di stoccaggio di rifiuti, aziende che trattano metalli, depositi di gas o idrocarburi, industrie farmaceutiche. Solo 7 regioni su 20 hanno recepito la direttiva comunitaria che prende il nome da uno dei più grandi disastri della storia: Seveso. L'Arpa della Lombardia ha contato, nel 2009, almeno 71 aziende ad alto o medio rischio nell'hinterland milanese. L'unità operativa della Regione dovrebbe fare i controlli ma è stata ridotta all'osso. Non basta: il Pirellone avrebbe voluto persino piazzare un centro commerciale in mezzo a due impianti a rischio come l'Antibiotics di Pioltello-Rodano che saltò in aria tre anni fa uccidendo un operaio. I tecnici di Brianza Acque hanno cercato, ieri all'Eureco, le tracce di sostanze inquinanti. la Cgil scopre che i subappalti - come quello della coop in cui lavorano i feriti - provocano un deficit di sicurezza. Da Seveso a Paderno Dugnano serve un quarto d'ora di macchina e, trentaquattro anni dopo l'incubo dell'Ichmesa, questo pezzo d'Italia si rivela la stessa polveriera di allora. Come il resto dello stivale. Sacconi, giulivo, ha dilapidato 9 milioni di euro per una campagna rivoltante. Ora dice di sentirsi inutile di fronte a tragedie come questa. Ma in Parlamento non c'è nessuno che gli dica che è colpevole, non inutile. «Possibile che il sindaco di Paderno non ha altro da dire, oltre alle gentili parole per gli ustionati, sulla vicenda? Il Sindaco non sa o non ricorda che la vecchia amministrazione di centrosinistra aveva negato i nulla-osta mentre il Presidente della Regione Formigoni, del centrodestra, li ha concessi», grida la Federazione della sinistra lombarda. «E' necessario intensificare le azioni di controllo e prevenzione - dice Giuliano Pisapia, in corsa per le primarie milanesi del 14 - il Comune sia in prima linea per promuovere un aumento delle azioni di accertamento».

E mentre la pm di turno in Brianza scrutava la scena del delitto dell'Eureco (dove non esiste rappresentanza sindacale), a Fiesse (Brescia) un operaio albanese precipitava da undici metri e a Marone un saldatore restava ustionato dall'esplosione di una cisterna. Vitale Ciuffi aveva 39 anni e lavorava i campi. E' morto ieri notte all'ospedale di Carrara: la sera prima la puleggia della motosega gli sarebbe schizzata in testa. L'amico con cui tagliava la legna è restato ferito a un braccio.

Da quindici metri l'ultimo volo di Francesco D'Andria, 42 anni, tuta blu in un'impresa di appalti nell'Eni di Taranto. E' il terzo omicidio del genere nel giro di una settimana in Puglia. L'altroieri è restato schiacciato dalla gru un lavoratore a Torremaggiore, 58 anni. Un trentatreenne di Bari, invece, è precipitato dal tetto di una casa di riposo di Casamassima. Chi perde il lavoro si arrampica sul tetto, chi un lavoro ce l'ha ci precipita.

Francesco Ruggeri 

06/11/2010

 
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