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Dopo Bankitalia anche per il clero è allarme lavoro
Tettamanzi al Forum della famiglia e Bagnasco in occasione dell’apertura dei lavoro dell’assemblea della Cei lanciano l’allarme su disoccupazione e precarietà. Ormai l’sos è generalizzato ma solo una classe politica in declino e un pezzo del mondo sindacale ad essa asservito sembrano non accorgersene.
Già Draghi, governatore della Banca d’Italia, aveva messo in guardia sulla necessità di arginare la precarizzazione del lavoro, “conditio sine qua non” per rilanciare l’economia e ridare speranza al Paese. Ora anche dalle gerarchie ecclesiastiche, e dunque da un altro luogo non esattamente annoverabile tra i fautori di un cambiamento radicale della società, arriva praticamente la stessa denuncia. L’occasione è il Forum della famiglia aperto oggi a Milano presso il Convention Center. E’ stato l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi ad aprire, diciamo così, le ostilità denunciando l’ipocrisia del governo: «Non basta una semplice proclamazione di valori, impegni e mete, ma è necessario il lavoro quotidiano sulle condizioni concrete perchè i valori che tutti proclamano siano resi concreti sulla rete della famiglia». Una famiglia, sempre secondo il prelato, spesso lasciata da sola ad affrontare difficoltà via via più gravi, quando invece servirebbe «un coinvolgimento generale, una grande alleanza tra tutte le forze politiche, culturali, imprenditoriali, associative, che possano occuparsi della famiglia». Gli ha fatto eco il cardinale Angelo Bagnasco, presidente generale della Cei, che oggi ha aperto i lavori della 62esima assemblea generale della Conferenza episcopale italiana. «E’ quanto mai necessario - ha detto -approntare un piano d’emergenza per l’occupazione al quale contribuiscano governo, parti sociali, forze politiche, lasciando da parte le divisioni e cercando di affrontare una priorità essenziale per il Paese». «Sarebbe un segno - ha aggiunto - che il Paese non potrebbe non apprezzare». Due uomini di chiesa, peraltro caratterizzati diversamente, sentono però entrambi l’esigenza di denunciare una situazione che solo una classe politica corrotta e in declino può ignorare. Ma la strada è tutta in salita. Le forze sindacali sono divise e incapaci di fare da sponda alle esigenze dei lavoratori e alle loro richieste e proteste. Come la mette a questo proposito la Cisl? Ignorerà il richiamo della foresta che viene dal Vaticano? La verità è che le denunce che in questi ultimi mesi e anni hanno caratterizzato il lavoro di una sinistra divisa e in difficoltà ma pur sempre portatrice di alcune verità indiscutibili si stanno facendo strada in settori imprevedibili della vita politica del Paese, chiesa cattolica compresa. Ci sono insomma ingredienti sufficienti per ripercorrere la strada già indicata dal vecchio Keynes. Ma al solito è la politica ad essere in ritardo. Speriamo che preti e Bankitalia riescano ad avere ascolto là dove non l’hanno appunto i più poveri e chi li rappresenta.
Vittorio Bonanni
a cura della cooperativa editoria LiberaRoma
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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