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Il “2011 infelice”. Ancor più duro per gli statali
Trend inversi peggioreranno la situazione economica, rendendo il 2011 un anno infelice per i portafogli degli italiani. In sintesi, è ciò che risulta dalle consuete previsioni di fine anno a cura di associazioni di consumatori e sindacati. Ma questa volta l’allarmismo appare più che giustificato: 1.016 euro in meno, questa la somma annua che si inizierà a perdere dal primo gennaio prossimo calcolata da Federconsumatori e Adusbef, implicherà sacrifici ulteriori per le famiglie italiane. Una crisi reale che continuerà a pesare, dunque. I due fattori considerati, potere d’acquisto del singolo cittadino e aumento delle tariffe, rischiano infatti di costituire una miscela pericolosa. Alla crescita dei prezzi dei beni di consumo si accompagna, questa volta, il rincaro esponenziale del costo dei servizi pubblici previsto. Pedaggi, gas e trasporti hanno già inciso notevolmente nel corso del 2010. E l’indagine della Cgia di Mestre, sulla base del triennio 2008-2010, indica qualche responsabile puntando il dito proprio contro le gestioni di Regioni ed enti locali, da un lato, e politiche centrali dall’altro. Le tariffe imposte hanno registrato un aumento del 7,4%, mentre quelle controllate dal governo centrale hanno segnato un più 6,3%. Incrementi che, secondo l’associazione degli artigiani, dimostrano che «sia gli uni, sia gli altri, a fronte della grave situazione economica, hanno fatto cassa a spese dei cittadini e delle piccolissime imprese». Particolarmente colpiti anche i dipendenti pubblici che, secondo il maggior sindacato confederale, perderanno 1.600 euro in quattro anni in potere d’acquisto.
La causa, il blocco degli stipendi deciso in finanziaria che congelerà le speranze degli statali fino al 2013 compreso. Secondo il responsabile settori pubblici della Cgil, Michele Gentile, si perderanno 1.200 euro lordi per il triennio 2010-2012 a causa del mancato rinnovo dei contratti, altri 400 per gli aumenti complessivi che mancheranno nel 2013 per il blocco ulteriore previsto dalla stessa manovra. Considerato il quadro delle scarse opportunità a disposizione degli italiani, è possibile comprendere l’allarme lanciato ieri da Adusbef e Federconsumatori. Le stime per i prossimi dodici mesi, che hanno appunto fatto parlare del 2011 come «un anno infelice», si apprezzano intorno ai 1.000 euro in meno a famiglia. Con un aggravio della spesa alimentare, che sarà determinante per il 6 per cento nei bilanci degli italiani (circa 267 euro di aumento annuo). A seguire, i carburanti con ulteriore impennata a 131 euro annui, il trasporto su rotaia e l’assicurazione Rc auto. Se considerato in termini percentuali, però, l’aumento più consistente riguarda il trasporto pubblico locale, con un più 25/30%. Pertanto, i presidenti delle due associazioni di consumatori, Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, hanno spiegato le cause della prossima stangata riferendosi non solo «ai soliti comportamenti speculativi su prezzi e tariffe», ma anche a quelle «tensioni importanti sui costi dei prodotti energetici e delle materie prime». Per questo, hanno aggiunto, sono «sempre più necessarie politiche economiche completamente diverse da quelle sin qui attuate, che dovrebbero puntare a un rilancio sia attraverso investimenti in settori innovativi, sia con processi di detassazione delle categorie svantaggiate».
Dina Galano
29/12/2010
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Roma, 12 maggio 1977
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