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dal quotidiano Liberazione 1 maggio 2008
QUOTIDIANI SACRIFICI UMANI SULL'ALTARE DEL PROFITTO
CON IL GOVERNO DEI RAPPRESENTANTI D.O.C. DELLA CONFINDUSTRIA E DELL'INSICUREZZA SOCIALE AUMENTERANNO FISIOLOGICAMENTE GLI OMICIDI SUL LAVORO. LA MORTE FISICA E POLITICA DELLA CLASSE OPERAIA SI FERMA CON LA LOTTA
Quindi anche oggi la falce della morte ha tentato di colpire. All'Ilva di Taranto, fabbrica già teatro di sangue quattro "fortunati" operai se la sono scampata per un pelo ma sapremo domani o dopodomani quanti sacrifici umani ha preteso nel giorno della festa dei lavoratori questo sistema economico e sociale.
Stavo tornando a casa, dopo una partecipata e bella manifestazione a Torino, quando mi arriva questa notizia dal mio amico tematico, appunto la sicurezza sul lavoro nella quale siamo impegnati come RLS, Marco Bazzoni da Firenze.
Dico l'amara e cruda verità, sapevo che flebili erano le speranze che anche oggi non ci fossero dolori e lutti nella grande e disgraziata comunità operaia italiana che -come tutte le comunità ferite nella dignità, nella materialità quotidiana nonchè sindacalmente scoperte e politicamente disperse - a guardare l'esito delle elezioni e a leggere i sondaggisti e tanti gufi avvoltoi di giornalisti e sfaccendati politologi, è chiusa sì in un silenzio assordante ma sferra colpi come un pugile con gli occhi tumefatti che si sfoga incazzato nello spogliatoio colpendo alla cieca, non l'avversario ma assistenti, amici, parenti e sponsor della sua squadra, rimanendo alla fine sempre più solo, anche di fronte alla falce di questo sistema di morte sempre in agguato e sempre operosa a leggere l’ultimo registro del becchino.
I dati Inail, quelli da prendere con le molle e per difetto per la ricattatoria clandestinità nella quale sono costretti i lavoratori, in particolare immigrati regolari e non, dai loro datori di dolore: dicono che da inizio anno sono 301 le persone che hanno perso la vita per infortuni sul lavoro. In totale gli infortuni sono stati oltre 270 mila.
In aprile le morti sono state 69 su un totale di 57.222 infortuni. Nei primi tre mesi dell'anno le morti sul lavoro sono state 83 nel Nord-ovest; 70 nel Nord-est; 64 nel Centro del Paese e 84 nel Mezzogiorno.
Dal 1 gennaio 2008 al 29 aprile, nei diversi settori di attività economica, 21 persone hanno perso la vita nell'agricoltura su un totale di 15.786 infortuni.
Nell'industria gli omicidi sul lavoro sono stati 164 di cui 62 nel settore delle costruzioni su un totale di 115.830 infortuni (di cui 34.206 nelle costruzioni). Nel settore dei servizi, sempre nei primi quattro mesi dell'anno, gli incidenti mortali sono stati 116 su 138.475 infortuni. Nel solo mese di aprile gli infortuni sono stati 57.222 con 69 lavoratori che hanno perso la vita. ci sono stati 3.202 infortuni nell'agricoltura, con 2 persone che hanno perso la vita.
Le cosiddette morti bianche sono state 37 nell'Industria su 25.717 infortuni e tra questi sono 15 i lavoratori che hanno perso la vita nel settore della costruzioni su un totale di 7.252 infortuni. Trenta lavoratori hanno perso la vita nel settore dei servizi.
Cosa hanno da dire tutti quei signori, nel Parlamento, nell'informazione e anche nel sindacato che da sempre giochicchiano con una seria Legge sulla sicurezza del lavoro, ancora dopo questi dati sfacciatamente sbattuti in faccia alle mogli, ai figli, alle madri e ai padri di questi sacrificati sull'altare del profitto a tutti i costi?
Forse si sono preoccupati di più degli strali della Confindustria...forse!
Per quanto ci riguarda è un Primo Maggio di amarezza per la momentanea assenza dal Parlamento della sinistra, unica rappresentanza politica titolata e competente per storia, valori e umanità a rappresentare il mondo del lavoro!
franco cilenti
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Giorgiana Masi
Roma, 12 maggio 1977
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