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Messaggi del 19/11/2010

La destra è con il ministro-leghista. L'opposizione parlamentare con il giornalista-conduttore. Scontro di claque

Post n°4038 pubblicato il 19 Novembre 2010 da cile54

'Che strano paese, il paese di Saviano-Maroni'

 

Ok. Siamo uno strano paese. Molti lo sapevano. Gli altri lo pensavano. In queste ore ne abbiamo conferma. Nelle ore dei 200mila studenti in piazza a denunciare le macerie in cui il governo ha ridotto la scuola, nelle ore della cariche ai 304 lavoratori della Eaton di Massa, da due anni in cassa integrazione, colpevoli di aver occupato il casello autostradale della A/12, a tenere banco sulle prime pagine di tutti i giornali è lo scontro tra Roberto Saviano e Roberto Maroni. Uno, giornalista-conduttore che vive sotto scorta. L’altro, ministro-leghista, che decide chi ha diritto alla scorta. Il primo denuncia, in diretta televisiva: «la Lega tace sulla mafia infiltrata al nord», poco dopo aver sostenuto che «le organizzazioni, soprattutto la ‘ndrangheta, è nel nord che fanno gli affari. Milano è la capitale degli investimenti criminali. Lombarda è la politica in cui si infiltrano». Parole dure. Difficilmente obiettabili da chi non è controparte di Saviano in questo dibattito televisivo-politico. Però, in questo strano paese, accade che il ministro degli Interni, leghista, Roberto Maroni, non perda tempo a rispondere al giornalista-conduttore. È scontro. La classe politica, evidentemente più attenta a quanto viene asserito in un programma televisivo che ai reali problemi del paese, con un capo dell’opposizione, Bersani, ospite in studio di Saviano-Fazio, luogo evidentemente più consono all’attuale politica rispetto alle piazze degli studenti e degli operai, si divide. La destra è con il ministro-leghista. La sinistra con il giornalista-conduttore. Ognuno dei due cerca di tirare acqua al proprio mulino. Ma in questo strano paese accade che gli avvenimenti - precisiamo: assolutamente casuali - portino acqua contemporaneamente ai due mulini. Nella stessa giornata, nelle stesse ore, le ore delle mobilitazioni di piazza degli studenti e delle cariche contro gli operai della Eaton, accade che il super-boss della Camorra, capo dei Casalesi, Antonio Iovine O’Ninno, venga arrestato davanti ai flash dei fotografi pronti ad immortalare il non tanto segreto momento. Iovine ride davanti agli obiettivi. Ride ancora di più Maroni. «Ecco l’antimafia dei fatti». Continua, tra le righe, la polemica con Saviano che risponde: «aspettavo questo momento da 14 anni». Cioè da quando aveva 17 anni. A sparigliare il tutto, arriva il segretario del Pd, Bersani, che in uno slancio di coraggio si lascia andare: «non credo che l’arresto di Iovine c’entri con la polemica Maroni-Saviano». Nessun commento, però, di Bersani ai 200mila studenti in piazza e alle cariche contro gli operai della Eaton. Ora la bilancia del duello tra il ministro-leghista e il giornalista-conduttore pende dalla parte di Maroni. Ma Saviano può contare sulla Direzione investigativa antimafia. A meno di 48 ore dallo show Vieni via con me, in piene bagarre Maroni-Saviano, la Dia denuncia, in una relazione consegnata al Parlamento, che «nel Nord Italia e soprattutto in Lombardia c'è una costante e progressiva evoluzione della 'ndrangheta che, radicata da tempo su quei territori, interagisce con gli ambienti imprenditoriali lombardi». Parole che sembrano riprendere il monologo di Saviano di lunedì. O viceversa?

Daniele Nalbone

18/11/2010

leggi www.controlacrisi.org

 
 
 

L’allarme è stato lanciato ieri dall’Agenzia italiana del farmaco). “Antibiotici, difendi la tua difesa. Usali con cautela"

Post n°4037 pubblicato il 19 Novembre 2010 da cile54

Tutti pazzi per gli antibiotici

Al via la campagna di sensibilizzazione dei cittadini sull’uso corretto dei medicinali. Condotta dalla Agenzia italiana del farmaco in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, si concluderà a gennaio 2011.

Affamati di antibiotici. Gli italiani spendono oltre un miliardo di euro l’anno (1037 milioni) in farmaci battericidi. Un costo che quasi per metà è inutile, e un consumo pro capite che li pone al terzo posto in Europa preceduti solamente dai greci e dai ciprioti e al primo per il più alto tasso antibioticoresistenza. L’allarme è stato lanciato ieri dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che ha presentato uno studio in occasione dell’avvio della campagna di comunicazione “Antibiotici, difendi la tua difesa. Usali con cautela”, volta a sensibilizzare i cittadini su l’uso corretto di questi medicinali, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e con il patrocinio del ministero della Salute.

Secondo gli esperti, nel 2009 l’eccesso di spesa evitabile legato alla somministrazione e ai costi non appropriati degli antibiotici ha toccato quota 413,1 milioni di euro, con la Campania, la Puglia e la Sicilia che insieme determinano quasi il 60 per cento di tutto il surplus di consumi in Italia. L’Aifa ha infatti calcolato che se tutte le regioni si allineassero al consumo medio di quelle più virtuose (Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto e Valle D’Aosta) con 17,25 dosi medie giornaliere ogni mille abitanti, si potrebbe ottenere un risparmio quantificato in 316,6 milioni di euro. Mentre se il costo per dose media giornaliera divenisse in tutte le regioni pari a quello della Lombardia (1,66 euro) si otterrebbe un risparmio di 155,8 milioni di euro. Dunque, il risparmio complessivo che potrebbe derivare dall’effetto congiunto di una maggiore appropriatezza dei consumi e della riduzione dei costi è di 413,1 milioni di euro, pari al 3,7 per cento della spesa farmaceutica convenzionata nel 2009.

A livello di singola regione, spiega ancora lo studio dell’Aifa, il risparmio ottenibile «inciderebbe considerevolmente sul valore dello sfondamento della loro spesa: nel Lazio per il 29 per cento, in Puglia per il 43 per cento e in Sardegna per il 20». Oltre al capitolo legato ai costi, ci sono ragioni che incidono strettamente sulla salute dei cittadini. Alcuni germi patogeni importanti, ha spiegato il dg dell’Aifa, Guido Rasi, hanno già sviluppato livelli di antibiotico-resistenza che arrivano quasi al 100 per cento. Un esempio di questo fenomeno, ha ricordato a sua volta l’immunologo e capo dipartimento Malattie infettive dell’Iss, Gianni Rezza, «è il nuovo “superbatterio” Ndm-1 (New Delhi Metallo-beta-lactamase-1) che dal subcontinente indiano è arrivato anche in Europa, in particolare nel Regno Unito, mentre in Italia ci sono stati un paio di casi».

Giova ricordare, poi, che i motivi più frequenti di prescrizione di antibiotici sono le malattie dell’apparato respiratorio (40,8 per cento), seguite da quelle dell’apparato genitourinario (18,4) e dell’apparato digerente (13,6). Nel dettaglio il maggior impiego risulta per la cistite (9,9 per cento), la faringite (8,3 per cento), la bronchite acuta (5,7 per cento). Nel 2009 il 44 per cento dei cittadini, il 53 per cento dei bambini e il 50 per cento degli anziani ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, e il 15 per cento degli anziani più di sei. C’è infine un altro aspetto legato all’uso improprio degli antibiotici (spesso quelli che non sono stati utilizzati perché non é stato concluso un altro ciclo di cure), vale a dire quello che determina le reazioni avverse. Secondo i dati forniti dall’Aifa, i casi nel 2009 in Italia sono stati 1.643. Tra il 2002 e il 2009 ci sono state 8.833 segnalazioni. Episodi che hanno causato anche numerose vittime: ben 118 negli otto anni di monitoraggio.

Federico Tulli

18/11/2010

www.terranews.it

 
 
 

Sul TG 1 annuncio irresponsabile perché diffondono la convinzione che l’AIDS è ormai stato sconfitto

Post n°4036 pubblicato il 19 Novembre 2010 da cile54
Foto di cile54

Vaccino AIDS: Una non-notizia estremamente pericolosa

 

Siamo di fronte ad una non notizia: non solo non c’è alcun nuovo vaccino contro l’AIDS, ma questo annuncio pubblico amplificato dalla principale rete televisiva rischia solo di produrre illusioni.

Per la prima volta in oltre vent’anni di lavoro sull’AIDS concordo pienamente con il prof. Aiuti, dal quale nei decenni passati mi hanno diviso anche polemiche pubbliche molto forti e con il quale mi trovo su sponde culturali completamente differenti. Ma la scienza ha le sue regole e non si possono ignorare. Sarà forse anche perché ambedue in questo momento siamo esterni non solo a questa sperimentazione, ma anche alla corsa per i finanziamenti pubblici….

Annunci simili sono irresponsabili perché diffondono la convinzione che l’AIDS è ormai stato sconfitto, abbassando così l’attenzione alla prevenzione e facendo aumentare comportamenti a rischio

Non c’è alcun nuovo vaccino, si sta parlando di dati parziali che eventualmente tra diversi anni potranno solo portare ad un nuovo farmaco da somministrare insieme agli antiretrovirali a persone già sieropositive.

Vaccino significa invece un prodotto che viene somministrato a persone sane perché non s’infettino. Questo era l’obiettivo dichiarato oltre dieci anni fa quando questa ricerca ha avuto inizio, oggi invece si parla al massimo di un futuro prodotto da assumere insieme alle terapie per chi è già infettato.

La ricerca sulla Tat ha già raccolto numerose critiche a livello internazionale da settori importanti del mondo scientifico, alla conferenza mondiale sull’AIDS lo scorso luglio a Vienna in nessuna delle principali sessioni si è parlato di questa ricerca.

Forte è l’impressione che attraverso la grancassa mediatica odierna si cerchi solo di ottenere nuovi finanziamenti sulla spinta dell’emotività per una ricerca che andrebbe analizzata molto più attentamente.

Vittorio Agnoletto

12 novembre 2010 

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DAL TG 1

Aids, funziona il vaccino italiano

Aiuta e rigenera il sistema immunitario, giunto alla fase 2 della sperimentazione. Il gruppo di scienziati coordinato da Barbara Ensoli.

 

 

"IL VACCINO ARRIVA DOVE I FARMACI SI FERMANO".

La sperimentazione, coordinata dal gruppo di Barbara Ensoli, è in corso in 11 centri ed è stata finanziata con 13 milioni di euro. Frutto di una ricerca che ha portato finora a 10 brevetti da parte di una struttura pubblica come l'Iss, il vaccino terapeutico agisce colpendo la proteina Tat, che si trova all'interno del virus Hiv: è il motore che gli permette di replicarsi e diffondersi nell'organismo. "Abbiamo visto che il vaccino arriva dove i farmaci si fermano", ha spiegato la ricercatrice. I farmaci antiretrovirali riducono infatti il numero delle particelle di virus in circolazione, ma non riescono ad azzerarle. Il virus continua ad essere presente e si rifugia in "santuari", costringendo il sistema immunitario ad un continuo stato di allerta. Il risultato è una vera e propria sindrome, che si manifesta con problemi cardiovascolari, epatici, renali. "Il vaccino - ha detto ancora Ensoli - sembra riportare il sistema immunitario verso uno stato di equilibrio".

 

LA FASE II: OBIETTIVO VACCINARE 160 VOLONTARI. La fase 2 della sperimentazione non è ancora conclusa e l'obiettivo è arrivare a vaccinare 160 volontari. Tuttavia "abbiamo deciso di pubblicare adesso perché abbiamo ottenuto in tempi molto rapidi risultati statisticamente significativi: vederli è stata un'emozione", ha detto Ensoli. "A 48 settimane dalla somministrazione del vaccino i parametri continuano a migliorare, sembra che riusciamo a bloccare il danno". Per il presidente dell'Iss, Enrico Garaci, i risultati appena pubblicati "ci danno ragione degli sforzi compiuti” e "confermano il modello di ricerca traslazionale che stiamo attuando, dal bancone del laboratorio al letto del paziente". Per completare la sperimentazione fino a 160 volontari servono adesso altri fondi e l'appello dei ricercatori è rivolto tanto al pubblico quanto a strutture private.

 
 
 

A rimetterci saranno soprattutto i trasferimenti alle regioni e la rete dei servizi sociali territoriali

Post n°4035 pubblicato il 19 Novembre 2010 da cile54
Foto di cile54

Tagli, ecco come la scure si abbatte sul sociale

 

Il taglio più significativo è certamente quello del Fondo per le politiche sociali, che dai 930 milioni del 2008 è già sceso ai 435 milioni dell’anno in corso e che per il prossimo anno (sempre al netto delle risorse per interventi costituenti diritti soggettivi) dovrebbe assestarsi sui 275 milioni. Una cifra che comprende già i 200 milioni previsti dal maxiemendamento del governo (la previsione iniziale infatti era di soli 75 milioni). Il taglio rispetto al 2010 resta pesante: -36%, con la prospettiva di un sostanziale azzeramento futuro (70 milioni nel 2012, 45 nel 2013). A rimetterci saranno soprattutto i trasferimenti alle regioni e la rete dei servizi sociali territoriali. Non va meglio al Fondo per le politiche della famiglia: aveva 185 milioni nel 2010 (erano stati 345 due anni prima) che diventeranno nel 2011 52,5 milioni: il calo per il welfare orientato alle famiglie sarà del 71,3%.

 

Tempi di vacche magrissime anche per il Fondo per le politiche giovanili: nel 2010 era stato finanziato con 94 milioni, nel 2011 è stato prima ridotto a 33 milioni e ora, con il maxiemendamento del governo, ulteriormente abbattuto fino a 13,4 milioni. Il confronto con l’anno passato parla di un –85,8%. Recupera qualcosa, invece, con il maxiemendamento governativo, il Fondo alle pari opportunità: lo stanziamento iniziale di 2,2 milioni è salito a 17,2 milioni per il 2011 (ma nel 2009 erano 30 milioni e nel 2008 ce n’erano 64). Pesante il ridimensionamento del Fondo per il sostegno alle abitazioni in locazione, che aiuta chi prende in affitto un’abitazione: i 143 milioni nel 2010 si riducono a 33,5 (-76,7%). Drastico anche il calo dei fondi per il servizio civile: erano 300 milioni nel 2008, sono stati 170 milioni nel 2010, ne rimarranno 113 (-33,6% in un anno) nel 2011. In questo quadro, resiste quasi solamente il Fondo per l’infanzia e l’adolescenza, stabile a 40 milioni: cifra che però riguarda solamente le 15 città beneficiarie di una quota riservata. Il settore subirà comunque un contraccolpo dal calo del fondo indistinto per le politiche sociali.

 

Infine il Fondo per la non autosufficienza: dal ministero del Welfare affermano che non è ancora detta l’ultima parola, ma tutto sembra deporre a favore di un totale azzeramento del fondo che nei tre anni passati è stato finanziato con 400 milioni annui. Evidenti le conseguenze sull’attuazione delle prestazioni assistenziali per le persone non autosufficienti, in continua crescita numerica. Il quadro complessivo è completato considerando che rispetto agli anni precedenti, già lo scorso anno erano stati azzerati il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati (100 milioni nel 2008, zero dall’anno successivo in poi) e il fondo destinato al Piano straordinario per i servizi sulla prima infanzia (100 milioni nel 2008 e 2009, non un solo euro a partire dal 2010). (ska)

 

18/11/2010

fonte: Redattore Sociale

 
 
 
 

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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