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Messaggi del 28/11/2010

La Commissione Europea conferma: l'acqua in 128 comuni italiani è fuorilegge

Post n°4070 pubblicato il 28 Novembre 2010 da cile54
Foto di cile54

ACQUA ALL'ARSENICO MADE IN ITALY

E' servito l'intervento deciso della Commissione Europea per fare chiarezza sulle mancate deroghe per l'arsenico per 128 comuni italiani. Questa mattina il comitato acqua pubblica di Aprilia ha ricevuto la risposta ad alcuni quesiti dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea: dove è stata negata la deroga vige oggi il valore di legge di 10 microgrammi litro. Dunque quanto stabilito dal sindaco di Velletri – che ieri ha emesso un'ordinanza che autorizza l'erogazione dell'acqua con contenuto di arsenico fino a 20 microgrammi/litro – e quanto affermato da Acqualatina sul proprio sito e cioè che ad oggi rimane ancora vigente il limite della precedente deroga a 50 μg/L- non rispetta le indicazioni, vincolanti, della Commissione Europea.

I comitati acqua pubblica di Aprilia e di Velletri chiedono che vi sia un intervento deciso delle autorità nazionali e comunitarie, per far rispettare ai gestori della provincia di Roma, Acea Ato 2, e di Latina, Acqualatina, i limiti di legge per la tossicità dell'acqua, a garanzia della salute della popolazione. Deve essere chiaro per tutti che dal 28 ottobre scorso, data della decisione della Commissione Europea, il limite nel Lazio per l'arsenico è di 10 microgrammi/litro.

I comitati denunciano la mancata azione delle Asl interessate, che, di fronte a questo grave problema, hanno chiesto al Ministero della salute delucidazioni sul significato di “acqua non potabile”. Le Asl non solo forse dimenticano che la definizione di acqua potabile è ben chiara nella legge 31 del 2001, quadro normativo ben conosciuto dalle autorità sanitarie, ma che la responsabilità del controllo della qualità dell'acqua è dell'ente gestore insieme alle aziende ASL stesse, mediante controlli di routine e controlli di verifica.

I comitati invitano i gestori a comunicare immediatamente i punti di distribuzione di acqua potabile nei comuni interessati dalla mancata deroga, anche per bloccare eventuali speculazioni da parte delle multinazionali delle acque minerali. Vogliamo ricordare, in questo senso, che l'uso delle acque minerali ha un impatto estremamente negativo sull'ambiente e impoverisce le falde acquifere.

Pertanto i gestori devono garantire a tutta la popolazione acqua di qualità e perfettamente potabile, con investimenti adeguati, finalizzati al rinnovo e alla manutenzione delle reti idriche.

Saremo in piazza sabato 4 dicembre dalle ore 11 a Roma in piazza SS Apostoli, durante la “giornata di mobilitazione nazionale per l'acqua pubblica e per la richiesta di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi”, con spazi informativi.

Roma, 27 novembre 2010

Comitato acqua pubblica Aprilia - Comitato acqua pubblica Velletri - Forum italiano dei movimenti per l'acqua - Medicina democratica

 
 
 

Lettera di 112 pazienti del Dipartimento di salute mentale di Niguarda. Comunicato stampa "telefono viola"

Post n°4069 pubblicato il 28 Novembre 2010 da cile54

I GRAVISSIMI ABUSI DELLA PRATICA COERCITIVA IN USO NEI 3 REPARTI DI PSICHIATRIA DELL’OSPEDALE DI NIGUARDA

Mohamed M. a causa delle contenzioni patite al Grossoni 1 subisce la paralisi bilaterale del plesso brachiale, ovvero ha entrambe le braccia paralizzate. Mohamed M. ha subito lo “spallaccio”?

Mohamed M. è un cittadino marocchino che viene ricoverato al Grossoni 1 l’11 giugno 2005 e dopo qualche settimana viene trasferito a Medicina 2 da dove viene dimesso il 27 luglio 2005.

Nel portale dei reparti non esiste nessuna documentazione del ricovero al Grossoni 1!Esiste, invece, la relazione alla dimissione da Medicina 2, in cui nel motivo del ricovero si dice: il paziente viene ricoverato in psichiatria Grassoni 1 e contenuto per imponente stato di agitazione. Successivamente comparsa di rabdomiolisi imponente (cpk >22000) per cui viene ricoverato in medicina II dove diviene sempre più evidente una paralisi flaccida bilaterale degli arti superiori con totale impotenza funzionale.

La rabdomiolisi è “la rottura delle fibre muscolari con conseguente rilascio del contenuto di fibra muscolare (mioglobina) nel flusso sanguigno … legata a traumi con schiacciamento muscolare.” Il trattamento che in una persona contenuta porta ad una imponente rabdomiolisi è il famigerato “spallaccio” prolungato nel tempo.

Appena al Grossoni 1 si sono accorti che Mohamed aveva perso l’uso delle braccia lo hanno trasferito di corsa a Medicina 2, ed hanno fatto sparire tutta la documentazione del reparto. La diagnosi alla dimissione è: “paralisi bilaterale del plesso brachiale”.

Rita F. a causa di una lunga e insensata contenzione patita al Grossoni 1 subisce ulcere da decubito, una tromboembolia polmonare, una trombosi venosa profonda, una infezione alle vie urinarie. Rita F. il 3 marzo 2006 viene ricoverata al Grossoni 2. Durante il ricovero la paziente si era dimostrata oppositiva alla terapia del medico curante e rimaneva a letto con le sponde. Per i suoi tentativi di scavalcare le sponde è stata legata a letto, ed è rimasta in contenzione per un tempo lunghissimo.

La lunga contenzione ha provocato:

- piaghe da decubito,

- infezione delle vie urinarie da enterococco,

- trombosi venosa profonda arto inferiore dx

- tromboembolia polmonare

La povera Sig.ra Rita, ridotta in fin di vita dalla insensata lunghezza della contenzione,

trasfigurata in una specie di manifesto vivente delle gravi lesioni provocate dalle contenzioni, in giugno viene trasportata d’urgenza all’UCIC, che è il reparto di terapia cardiologica di urgenza, e, dopo, a Medicina 2, dove le curano le piaghe da decubito. La Sig. Rita viene dimessa da Medicina 2 il 31 luglio 2006.

Nel portale dei reparti di Niguarda è sparita tutta la documentazione del lungo ricovero al Grossoni, mentre invece esiste la relazione alla dimissione di Medicina 2. Tutto questo non sarebbe avvenuto se, all’inizio, fosse stato cambiato il suo medico curante con un altro medico un po’ più accetto dalla paziente! Lo straordinario accanimento contenitivo operato contro la Sig.ra Rita F. spinge il DSM a redigere le prime linee guida della contenzione fisica in ospedale, apparse nella dispensa citata all’inizio.

Francesco D. ricoverato al MURG per grave insufficienza respiratoria viene trasferito al Grossoni 3 dopo appena tre giorni muore. Francesco D. è morto contenuto?

 "telefono viola" di Milano

23 novembre 2010

vedi Lettera di 112 pazienti del Dipartimento di salute mentale di Niguarda

 
 
 

Mafia al Nord? E' un po' come stupirsi della forza di gravità o che l’acqua bagna

Post n°4068 pubblicato il 28 Novembre 2010 da cile54
Foto di cile54

Non dobbiamo stupirci

Mafia al Nord? Solo a sentirlo, a molti viene l’orticaria e lanciano accuse di provocazione. Per coerenza le accuse dovrebbero essere rivolte niente meno che al prefetto Dalla Chiesa, eroe dell’antiterrorismo e vittima poi della violenza mafiosa. Perché fu lui  (in una memorabile intervista a  Bocca del 10 agosto 1982, pochi giorni prima di essere ucciso  a Palermo) che disse: «La mafia ormai sta nelle maggiori città italiane dove ha fatto grossi investimenti edilizi, o commerciali e magari industriali. A me interessa conoscere questa “accumulazione primitiva” del capitale mafioso, questa fase di riciclaggio del denaro sporco, queste lire rubate, estorte che architetti o grafici di chiara fama hanno trasformato in case moderne o alberghi o ristoranti  à la page. Ma ancor più mi interessa la rete mafiosa di controllo, che grazie a quelle case, imprese e commerci magari passati a mani insospettabili e  corrette, sta nei punti chiave, assicura i rifugi, procura le vie di riciclaggio, controlla il potere».

Parole chiarissime, come si vede. Che essendo state pronunziate 30 anni fa, oggi vanno moltiplicate per chissà quanto. Perché da allora ad oggi tantissime cose sono cambiate. In particolare è aumentata la facilità di circolazione di persone, merci e denaro con conseguente incentivazione di quella espansività che la mafia di per se stessa ha già nel suo “dna”.  Senza dimenticare che ben prima del 1982 già erano concretamente all’opera potenti fattori di  infiltrazione della mafia al Nord. Il “merito” va attribuito al soggiorno obbligato, del quale Dalla Chiesa (nella stessa intervista) dice di aver capito che «era un boomerang, qualcosa di superato dalla rivoluzione tecnologica, dalle informazioni, dai trasporti. Ricordo che i miei corleonesi,  i Liggio, i Collura, i Criscione si sono tutti ritrovati stranamente a Venaria Reale, alle porte di Torino, a brevissima distanza da Liggio  con il quale erano stati da me denunziati a Corleone per più omicidi nel 1949 (sempre assolti per insufficienza di prove, ndr).

Chiedevo notizie sul loro conto e mi veniva risposto “Brave persone”. Non disturbano. Firmano regolarmente.  Nessuno si era accorto che in giornata magari erano venuti qui a Palermo o che tenevano ufficio a Milano o, chi sa, erano stati a Londra o a Parigi». Allora, scagliarsi contro chi  oggi denunzia una verità prima di tutto “logica” come  l’insediamento della mafia anche al Nord è semplicemente  grottesco.

E' un po' come stupirsi della forza di gravità o che l’acqua bagna. Per evitare di esporsi a brutte figure con polemiche insensate basterebbe leggere qualcosa che non sia l’anacronistico folklore della coppola e lupara, per esempio quel che scrive la sociologa Alessandra Dino, secondo cui la mafia è «un’organizzazione in continua mutazione, in grado di mimetizzarsi e di scomparire; una struttura criminale che cambia, pur nella radicale continuità con se stessa, che mantiene il localismo territoriale pur conducendo attività illecite in una dimensione globale e reticolare». Globale, capito? O vogliamo fare la figura dei provinciali escludendo dal globo proprio e soltanto il Nord Italia?

La parola chiave per superare le polemiche strumentali è dunque “riciclaggio”. La mafia accumula ogni giorno, purtroppo, quantità imponenti di denaro sporco. Per poterne effettivamente godere deve ripulirlo, investendolo senza che se ne scopra l’origine illecita. Questa attività si indirizza “naturalmente” verso  le aree più ricche (o meno colpite dalla crisi)  del nostro Paese,  Nord in testa. Perché il denaro sporco – se riciclato là dove ne circola molto – più facilmente può mimetizzarsi, mentre se io mafioso investo in un deserto, facile che mi becchino subito….. Certo i mafiosi fan di tutto per non farsi notare ed è difficile scoprirli. Ma fare come gli struzzi e nascondere la testa sotto terra è davvero troppo.

Gian Carlo Caselli

Procuratore della Repubblica di Torino

(libera informazione)

27/11/2010

www.terranews.it

 
 
 
 

L'informazione dipendente, dai fatti

Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

SI IUS SOLI

 

 

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notizie, conflitti, lotte......in tempo reale

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www.osservatoriorepressione.info

 

 

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

omicidio di Stato

DARE CORPO ALLE ICONE

 
 
 
 

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