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Messaggi del 02/03/2014

 
 

Nonostante le innumerevoli evidenze scientifiche sulla pericolosità, oltre che inutilità, del TAV....1000 noTav indagati

Post n°8658 pubblicato il 02 Marzo 2014 da cile54

Val Susa. La radioattività rivelata con un esperimento in piazza

 

C'è della radioattività naturale nelle polveri sollevate dal cantiere del Tav in Valle di Susa. A dimostrarlo, attraverso un piccolo esperimento compiuto a beneficio del pubblico, è stato Massimo Zucchetti, docente di "Protezione dalle radiazioni" al Politecnico di Torino, nel corso di un convegno dedicato ai "Rischi dello scavo del tunnel della Maddalena di Chiomonte per il Tav", durante il quale vari relatori, oltre a parlare dei potenziali pericoli della salute, hanno sollevato il problema della scarsa informazione sull'argomento.

Zucchetti ha avvicinato un "rilevatore di radioattività" ad alcuni campioni prelevati a ridosso del cantiere e l'apparecchio, inerte fino a quel momento, ha cominciato a mandare segnali luminosi e sonori: si tratta di radioattività legata al "decadimento naturale dell'uranio", registrata in una quantità superiore al cosiddetto "fondo naturale".

"La quantità si può definire rilevante - ha spiegato - nel senso che può essere rilevata dagli strumenti. Non è niente di drammatico. Però esiste. Nonostante le tesi contrarie". "Da quelle parti - ha continuato con una battuta - l'uranio era presente nel Cretaceo, vi è rimasto fino agli anni Sessanta e poi, negli anni Settanta, è sparito per decreto. Questo rilevatore, che ho comperato a Milano in un laboratorio certificato, adesso segnala della radioattività. E non credo che si tratti di un apparecchio No Tav".

Mario Cavargna, di Pro Natura, ha fatto presente che l'intera opera, per il tratto che arriva fino a Settimo Torinese, comporterà l'estrazione e l'accumulo almeno 21 milioni di metri cubi di smarino, e che gli scavi nella collina morenica di Rivoli potrebbero generare un volume di polveri sottili che investirà anche l'abitato di Torino.

(ANSA).

(Nella foto il Prof. Massimo Zucchetti del Plitecnico di Torino)

Redazione

1/3/2014 www.contropiano.org

 
 
 

Per non tornare ai tempi degli aborti clandestini. "Difendiamo il diritto di scelta e la tutela sociale della maternità"

Post n°8657 pubblicato il 02 Marzo 2014 da cile54

Mai più clandestine, parte oggi a Roma la campagna in difesa della legge 194

La legge 194 che disci­plina l’interruzione volon­ta­ria di gra­vi­danza torna a far par­lare di sé con la cam­pa­gna #mai­più­clan­de­stine (maipiuclandestine.noblogs.org) oggi a piazza del Popolo a Roma dalle 15 (lato Pincio).

Pro­mossa da diverse realtà, asso­cia­zioni, col­let­tivi e sin­gole donne da anni impe­gnate nella difesa dell’autodeterminazione fem­mi­nile, la cam­pa­gna mira a coin­vol­gere tutti i ter­ri­tori ita­liani in una bat­ta­glia a sal­va­guar­dia della 194. L’attacco è la miglior difesa, ver­rebbe da dire. Il recente caso spa­gnolo che ha mobi­li­tato le donne ibe­ri­che con­tro il cosid­detto “anti­proyecto de ley” del governo Rajoy che vuole sman­tel­lare la legge sull’aborto, ha visto il soste­gno delle fem­mi­ni­ste di tutti i Paesi dell’Unione Euro­pea, com­presa l’Italia.

La que­stione infatti non è solo nazio­nale: il 10 dicem­bre scorso il Par­la­mento euro­peo ha boc­ciato la Riso­lu­zione Estrela che chie­deva aborto legale e sicuro per le donne in tutti i paesi dell’Unione. Segno che i colpi di coda della cul­tura patriar­cale assu­mono le vesti di un’Europa che vuole con­ti­nuare a eser­ci­tare il pro­prio con­trollo sui corpi delle donne.

In Ita­lia gli attac­chi alla 194 sono all’ordine del giorno: dalle cro­ciate anti­a­bor­ti­ste di Giu­liano Fer­rara, alle pro­po­ste di legge regio­nale che met­tono al cen­tro della tutela il feto (legge Tar­zia nel Lazio), fino ai pre­sidi set­ti­ma­nali dei no-choice davanti agli ospe­dali. Eppure ciò che mette seria­mente a rischio la legge avviene nel quo­ti­diano, negli ospe­dali e nei con­sul­tori dove negli ultimi 20 anni è cre­sciuto in maniera espo­nen­ziale il numero degli obiet­tori di coscienza nel ser­vi­zio sani­ta­rio nazio­nale: secondo il Mini­stero della Salute 7 gine­co­logi su 10 obiet­tano, e a que­sti vanno aggiunti ane­ste­si­sti, oste­trici, infer­mieri, medici di base, farmacisti.

Ciò signi­fica che in Ita­lia è una man­ciata di medici a garan­tire l’applicazione della 194, i non obiet­tori sono così pochi che spesso non fanno altro che pra­ti­care aborti. Cosa suc­ce­derà tra 10 anni, quando que­sta classe medica sarà in pen­sione? Il rischio vero è che la 194, una legge dello Stato voluta dai cit­ta­dini, diventi com­ple­ta­mente inapplicabile.

Nella rela­zione annuale sull’attuazione della 194 tra­smessa al Par­la­mento dall’appena ricon­fer­mata Mini­stra Loren­zin si legge che

 “il Ministero delle Salute ha avviato un monitoraggio a livello di singole strutture ospedaliere e consultori per verificare meglio le criticità e vigilare, attraverso le Regioni, affinché vi sia una piena applicazione della Legge su tutto il territorio nazionale”.

Ed è pro­prio al pre­si­dente della Regione Lazio Nicola Zin­ga­retti che è rivolto il primo appello della cam­pa­gna #mai­più­clan­de­stine: fir­mato da più di mille per­sone in pochi giorni, al Pre­si­dente della Regione Lazio si chiede che

 “tutti i presidi ospedalieri pubblici e convenzionati garantiscano l’accesso all’Ivg e dispongano di un numero adeguato di ginecologi, anestesisti e personale non medico non obiettori”

La legge 194 affida infatti alle Regioni la respon­sa­bi­lità della sua piena appli­ca­zione anche attra­verso la mobi­lità del personale,impostazione riba­dita nel luglio 2012 anche dal Comi­tato nazio­nale per la bio­e­tica. Zin­ga­retti, che in cam­pa­gna elet­to­rale aveva detto alle donne: “La 194 non si tocca. I con­sul­tori li apri­remo e non per­met­te­remo più che si gio­chi con i vostri diritti”, deve rispon­dere di una situa­zione che, se pos­si­bile, è ancora più cri­tica di quella nazionale.

Nel Lazio – dati Lazio­sa­nità — obietta l’80% dei medici, le strut­ture che effet­tuano aborto sono pas­sate da 53 nel 1987 a 25 oggi; cre­scono gli aborti tar­divi, pas­sati dall’1,6% nel 2000 al 3,3% nel 2012.

 “Oggi — dice Angela Lam­bo­glia, una delle pro­mo­trici della cam­pa­gna — le donne che deci­dono di abor­tire devono affron­tare una via cru­cis che va dalla ricerca di una strut­tura che pra­tica l’Ivg, ancora più ardua per l’aborto far­ma­co­lo­gico, a lun­ghe liste di attesa che spesso por­tano le gra­vi­danze al limite dei 90 giorni. Tutto que­sto non può più pas­sare sotto silen­zio: non vogliamo tor­nare ai tempi degli aborti clandestini”.

Appunto, mai­più­clan­de­stine.

Teresa Di Martino

28.2.2014 www.ilmanifesto.it

 
 
 

Quelle e quelli con la mente libera dal neoliberismo non sono sorpresi dal servilismo del governo PD e berlusconiani

Post n°8656 pubblicato il 02 Marzo 2014 da cile54

 

Governo, dopo tante parole arrivano le tasse. E nella forma più odiosa: esenzioni per Vaticano e multinazionali

 

Pontifica sul decisionismo e il giovanilismo. E intanto riempie l’Italia di altre tasse. E della forma più odiosa, con le esenzioni per i soliti “poteri forti”, in questo caso Vaticano e multinazionali. Matteo Renzi ha tenuto ieri il suo primo Consiglio dei ministri. Archiviato il Salva – Romache ha rovesciato sulla Capitale tagli e dismissioni a non finire.

La Tasi è in campo con la possibilità di alzarla fino allo 0,8 per mille da decidere comune per comune ma con l'impegno di destinarne parte alle detrazioni per le categorie a reddito piu' basso. Proroga della 'rottamazione' delle cartelle Equitalia che, scaduta oggi, potra' invece proseguire fino al 31 marzo e 'cancellazione' della WebTax introdotta di recente, ma gia' decisamente depotenziata per i dubbi subito espressi da Renzi.

Intanto, arriva anche una rassicurazione, ma niente di concreto: le coperture, anche i 10 miliardi per tagliare il cuneo, dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, ci sono e saranno specificate nelle prossime settimane. Dunque come noto si continua a lavorare sulle due diverse ipotesi che sono o il taglio dell'Irap, o dell'Irpef o un 'mix' tra le due misure. Ipotesi che il sindacato non vede di buon occhio, comunque.

Per gli immobili della Santa Sede riconosciuti dai Patti Lateranensi che non pagheranno la nuova Tasi, si va dalla Basilica di Santa Maria Maggiore all'Universita' Gregoriana, dal Palazzo della Cancelleria, dove ci sono gli uffici della Rota, alla Basilica di San Paolo. Fuori da Roma, esentato dalla tassa anche il Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, la residenza estiva dei Papi. Sono circa venticinque in tutto.

C'e' invece un po' di confusione su tutti gli altri immobili della chiesa, dalle parrocchie agli oratori. ''Sono esentati dal versamento della Tasi soltanto i fabbricati della Chiesa indicati nei Patti Lateranensi'', riferiva il comunicato diramato da Palazzo Chigi alla fine del Consiglio dei ministri, lasciando intendere che tutti gli altri immobili ecclesiastici, compresi quelli esclusivamente dedicati al culto, potessero essere assoggettati alla tassa. Il punto è che la Tasi è sui servizi e non sulla proprietà e quindi il regime impositivo non è lo stesso del precedente. Si tratta, infatti, di una tassa basata sui servizi erogati dal Comune, dall'illuminazione alle strade, che interessano anche luoghi non commerciali, come per esempio le parrocchie.

Diverso invece e' il caso degli immobili della Chiesa che svolgono attivita' commerciali: sono soggetti all'Imu, proprio come tutte le altre attivita' produttive. Su questi incidera' anche la nuova Tasi? Anche questo e' un nodo da sciogliere. Discorso analogo per gli immobili 'misti', in parte dedicati al culto e in parte dedicati alle attivita' commerciali. Si paga l' Imu per la quota di immobile che fa profitto. Anche in questo caso non e' chiaro se la Tasi verra' applicata o meno.

Un decreto ministeriale delle Finanze era atteso proprio nei prossimi giorni. Tutto questo, va ribadito, riguarda pero' principi di tassazione del passato, dicono fonti dell'Esecutivo, che guardavano alla proprieta'. Mentre la Tasi, spiegano le stesse fonti, riguarda servizi indivisibili.

Fabio Sebastiani 

01/03/2014 www.controlacrisi.org

 
 
 
 

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Nel Paese della bugia la verità è una malattia

(Gianni Rodari)

 

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Giorgiana Masi

Roma, 12 maggio 1977

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